Italiano, mon amour? Italiano, amore mio!
Di Erica Barra – Secondo i risultati della classifica 2018 stilata da Ethnologue, pubblicazione cartacea ed elettronica del SIL International, su scala mondiale, dopo inglese, spagnolo e cinese, l’italiano è la quarta lingua più studiata, prima del francese. Come ha affermato il ministro Enzo Moavero Milanesi, l’italiano è spesso associato alla bellezza, alla letteratura, all’arte, alla moda, al cibo e quindi all’idea della bella vita. È anche la storia della nostra emigrazione, dice, che ha portato i dialetti italiani e l’italiano nel mondo. Ma gli italiani conoscono il prestigio della loro lingua?
Il grande linguista Tullio De Mauro ci aveva avvertiti di come le classi dirigenti degli ultimi 50 anni apparissero culturalmente molto povere. Ciò che hanno fatto è stato subire con una passività esasperante l’egemonia della cultura americana e anglosassone in generale, dimostrando non solo di non sapere difendere la propria
lingua e la propria cultura (che spesso non ama e poco conosce), ma anche dimostrando di non sapere apprezzare le grandi conquiste europee, come le idee Illuministe e lo Stato Sociale. In merito agli Italiani e la lingua, anche Umberto Eco si era espresso severamente nei confronti dei nuovi veicolatori del linguaggio, affermando che fossero i giornali, la televisione e la radio i veri nemici della lingua italiana.
Quello che noi linguisti osserviamo oggi è il dilagante uso di espressioni straniere anche quando non è necessario. Questo è ciò che porta alla decadenza della lingua. Innanzitutto è bene distinguere ciò che è entrato nell’uso linguistico comune necessariamente, di cui cioè non esiste il corrispettivo italiano, da ciò che è del tutto inappropriato e superfluo.
Perché usare termini come anti age, followers, party, finger food, outfit, make up, top, fake news, o espressioni del “politichese” come ministero del welfare e la legge contro lo stalking, quando potremmo semplicemente apprezzare la nostra lingua e dire Anti età, seguaci, festa, stuzzichini, completo, trucco, il meglio, notizie false, benessere e persecuzione. Anche sui Social Network (N.B. social network è un prestito necessario) si osserva la preferenza della lingua inglese nella descrizione degli eventi.
In generale questa moda è dovuta alla considerazione che l’esprimersi in inglese attribuisca maggior lusso e superiorità al messaggio che si sta cercando di veicolare. E’ notevole la tendenza esterofila degli italiani, a differenza ad esempio di spagnoli e francesi, nel considerare l’elemento linguistico forestiero superiore per importanza rispetto a quello nazionale. Ne consegue una lingua italiana sofferente di complesso di inferiorità.
Tutti, dagli insegnanti a chi fa comunicazione, si dovrebbero fare carico di una “responsabilità linguistica” per preservare la storia, la ricchezza, la varietà semantica della lingua italiana, resistendo all’uso di termini stranieri pur cercando di attualizzarla. Si dovrebbe davvero pensare a nuove forme didattiche per chi ha il ruolo di diffusione di notizie attraverso la lingua e premere sugli stessi giornali, sull’amministrazione e sulla televisione esercitando una critica dello stile e del linguaggio.
Gli studiosi sanno che la lingua va dove vuole, e che i parlanti fanno la lingua. Non c’è Crusca che imponga direzioni. Ma questo non dovrebbe essere lusso di chi la lingua la diffonde.
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