L’armata spaziale degli Stati Uniti: la realtà che supera la fantasia

Di Marco Cerniglia – «Armata spaziale, avanti tutta!». Potrebbe sembrare un urlo da battaglia proveniente da un cartone animato di qualche anno fa. Invece, altro non è che un tweet del Presidente degli USA, Donald Trump, in merito ad uno dei suoi progetti più bizzarri e ambiziosi: la creazione di una vera e propria “Space Force“; una nuova forza armata che, qualora dovesse ottenere l’approvazione del Congresso, si aggiungerebbe alle altre cinque già esistenti:  Esercito, Marina, Aeronautica, Corpo dei Marines e Guardia Costiera.

Signing_of_Space_Policy_Directive-3Il progetto, in linea generale, è abbastanza chiaro: gli Stati Uniti, attraverso questo nuovo corpo militare, intendono acquisire la supremazia militare nello spazio, per far fronte ai progressi che Russia e Cina avrebbero fatto in questo campo. Questa premessa, seppur vagamente simile a quella di un blockbuster di Hollywood sul tema, non sarebbe però la sola motivazione: la creazione della Space Force avrebbe anche come obiettivo la difesa dei satelliti, soprattutto militari, da eventuali attacchi da elementi esterni, oltre che la configurazione della rete Gps, gestita a tutti gli effetti dagli USA.

La configurazione dell’armata sarebbe già stata preparata: il tycoon vorrebbe per questo corpo un nuovo quartier generale, con una catena di comando indipendente, uniformi specifiche e della tecnologia sviluppata appositamente per futuri scenari di guerra spaziale. Al comando della forza sarebbe posto un generale, e nascerebbe anche la figura di sottosegretario alla Difesa per lo spazio; entrambe le figure risponderebbero al capo del Pentagono. Il costo complessivo dell’idea sarebbe quindi di 8 miliardi di dollari, da pagare in 5 anni. 

Come molti progetti del Presidente Trump, anche questo sembra lasciare molte perplessità. In primis, l’ambito di operazioni: la Space Force otterrebbe buona parte delle mansioni al momento appartenenti all’Aeronautica, che detiene anche il controllo delle attuali operazioni spaziali; questo potrebbe portare a uno sconvolgimento della catena di comando, con conseguente rischio di vere e proprie guerre interne tra gli apparati. 

Anche l’aspetto economico fa porre parecchie domande: il preventivo di spesa appare troppo alto agli occhi di molti, e potrebbe anche non essere veritiero, in quanto i costi da sostenere potrebbero essere anche maggiori, oltre che ridondanti proprio per la già citata sovrapposizione con la Air Force. Il rischio di sprecare risorse per incarichi già ricoperti è alto, e potrebbe essere che negli 8 miliardi richiesti manchi questo fattore.

Politicamente, poi, la proposta è stata ostracizzata dalla maggior parte dei democratici, con Bernie Sanders che trova ridicola la proposta di Trump e del suo vice, Pence, e che ritiene che le priorità dovrebbero essere altre. Un poco di malcontento in merito sembrava serpeggiare anche tra i repubblicani, ma le voci che avevano in un primo momento parlato contro, come quella del segretario per la Difesa Mattis, ora sembrano tacere di comune accordo, un silenzio unito come appoggio alla manovra, in attesa dell’approvazione del Congresso. 

Il presidente Trump, come è sua consuetudine, sembra in ogni caso deciso a continuare, ignorando i detrattori, e avviando addirittura un sondaggio aperto sul futuro logo della Space Force:

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Tra i vari loghi esposti, si può notare anche un logo con la scritta “Mars Awaits” (Marte attende). Scopriremo mai cosa è scritto in questo copione, o ci rimarrà solo un grido di «Space Force all the way»?