Trump potrebbe non essere lo “zimbello” di queste elezioni

Trump si gioca le ultime carte per le presidenziali. Tutti danno per scontata la vittoria della candidata democratica Clinton. Vista la campagna elettorale repubblicana, per certi versi affascinante per una buona parte della popolazione ma per molti altri aspetti un completo disastro, si starebbe delineando una sconfitta schiacciante.

E’ così? Hillary Clinton vincerà facilmente queste elezioni, dagli esordi del dibattito elettorale scandite da gaffe continue e scivoloni del tycoon dal ciuffo d’oro? E’ noto come il newyorkese Trump faccia audience, faccia parlare di sé fino all’altra parte del pianeta con le sue affermazioni a volte governate dall’eccesso – o dall’eccessiva sicurezza del luogo di dibattito. Ma non esiste solo il lato “caricaturale” di questo personaggio che, ricordiamolo ai tanti che ci vedono solo un pagliaccio, è uno dei candidati alla presidenza degli Stati Uniti. Qualcosa in profondità l’avrà smossa pure lui!

Alla luce di una Clinton travolta da alcuni scandali di “breve” durata e polveroni che hanno grattato via qualche manciata di voti, si rende necessario – e lecito – aprire una parentesi sulle concrete possibilità di successo del candidato più irriverente e politicamente scorretto degli ultimi decenni statunitensi: Donald Trump.

I media di tutto il mondo hanno osservato l’ascesa del candidato repubblicano come un tentativo di scalare il partito destinato a risultare fallimentare. Qualche titolo qua e là ma nessuno avrebbe scommesso sulla sua nomina alla leadership repubblicana. Eppure l’aspirante presidente è proprio lui: lo snobbato Trump, per quanto aggressivo e avventato. Molte persone gli danno retta, lo seguono e urlano a squarciagola per lui. Anche il tycoon provoca un certo appeal politico e questo non resta un fattore di poco conto tra i Suoi, checché se ne dica delle critiche interne che ha recentemente ricevuto.

Gli ascolti record dei dibattiti tv sono una risorsa inesauribile di consenso – e di possibili cadute in basso – che non hanno spostato in maniera drastica le quantità di followers dei due sfidanti per la Casa Bianca. Nelle principali testate si continua a parlare di 9 punti percentuale, chi di 5 punti, altri di soli 4 di gap nel duello per la presidenza americana: in poche parole, continua a esserci confusione. Come tutti gli “election polls” che si rispettino, la cifra è sempre in continua evoluzione più o meno credibile. Probabilmente è il più o meno l’elemento più interessante della statistica. La dice lunga sull’incertezza che ancora regna sovrana nel confronto per la presidenza.

Il candidato repubblicano è stato finora sopravvalutato per la sua “carica negativa” capace solo di allontanare voti dalle sue tasche. Non si è preso abbastanza in considerazione quanto queste tasche siano invece già piene grazie a tutti quegli elettori che sostengono la sua dura politica sull’immigrazione. E’ provato come la personalità di un leader, per quanto utile ai fini elettorali, sia (quasi) irrilevante di fronte a macro-obiettivi politici che rimangono nel cuore della gente per non schiodarsi più da lì. Gli ottimi riscontri ottenuti con la spregiudicatezza – a volte anche senza reale cognizione ma efficace per molti ascoltatori – in ambiti quali la Sicurezza o l’Immigrazione risultano degli importanti esempi per capire quanto Trump come persona, il suo carattere o il suo secolare maschilismo non facciano perdere un numero così sostanzioso di voti.

Visto lo scarto tra Clinton e Trump, non è da escludere che tutto possa cambiare da un momento all’altro come in ogni battaglia all’ultimo voto. Non è solo una questione di salute – come è stato ampiamente dibattuto in occasione della polmonite della candidata democratica – e di forza necessaria a governare un Paese. I bookmakers indicano ancora una buona resistenza del repubblicano e manca qualche “lunghissima” settimana di riflessioni al momento della verità. Tutti gli ingredienti sufficienti per rendere questo avvicinamento alle elezioni interessante e avvincente come non mai (forse quest’anno con qualche scaramuccia di troppo rispetto al solito!). Spettacolo e colpi di scena sono sempre in agguato quando si tratta degli Stati Uniti. Questa volta non sembra esser da meno.

Daniele Monteleone


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