Legge Smuraglia, quali agevolazioni per le imprese?
A distanza di 22 anni dall’entrata in vigore, ancora oggi la Legge Smuraglia e i relativi benefici economici risultano poco conosciuti e applicati.
Oggigiorno, risulta sempre più difficile per le imprese e le attività commerciali reperire personale nelle mansioni di cuochi, camerieri, manovali, operai edili; circostanza, questa, che talvolta incide sulla rispettiva capacità di continuare a garantire il servizio all’utenza. Una soluzione alla problematica sopra descritta potrebbe essere ricavata dalla disciplina regolata dalla Legge Smuraglia (Legge 22 giugno 2000, n. 193).
Si tratta di uno strumento con doppio beneficio economico e ad alto tasso sociale ed etico: nel dettaglio, il quadro normativo in esame prevede agevolazioni di natura contributiva e fiscale per le imprese che assumono detenuti o internati all’interno degli istituti penitenziari, detenuti o internati lavoranti all’esterno del carcere (ai sensi dell’art. 21 L. 26 luglio 1975, n. 354 sull’Ordinamento penitenziario) e detenuti o internati semiliberi.
Sebbene siano trascorsi ben 22 anni dalla relativa entrata in vigore, la Legge Smuraglia risulta, ad oggi, ancora poco conosciuta e, di conseguenza, poco applicata. Rappresenta un’opportunità per i detenuti per cambiare vita e avere una prospettiva lavorativa già durante il periodo in cui scontano la pena; e, d’altro canto, le imprese potrebbero occupare quei posti di lavoro per i quali è complicato trovare personale, tutto ciò a condizioni agevolate. Non sottovalutando, poi, che per la comunità il loro recupero si traduce in riduzione dei reati determinati dalla recidiva e nel consequenziale aumento della sicurezza.

Si rende noto che il lavoro in carcere, soprattutto quello formativo e professionalizzante svolto fuori dalle mura dell’amministrazione penitenziaria, è ancora una possibilità concreta per pochi. Dalla rilevazione dei dati si evince che, a fine giugno 2022, i detenuti coinvolti erano solo il 4,5% di quelli presenti negli istituti (2.473 su 54.841).
Quanto agli sgravi contributivi, la Legge 22 giugno 2000, n. 193 dispone la riduzione del 95% delle aliquote per l’assicurazione obbligatoria previdenziale e assistenziale dovute per i detenuti o internati assunti all’interno degli istituti penitenziari da parte di imprese private e cooperative o ammessi al lavoro all’esterno presso cooperative. Il beneficio fiscale consiste in un credito d’imposta per ogni assunto (nei limiti del costo sostenuto) di 520 euro al mese per i detenuti e di 300 euro per chi è in semilibertà. Per gli assunti part-time, lo sconto è proporzionale alle ore lavorate.
La norma prevede delle regole affinché i detenuti possano svolgere l’attività, sia dentro che al di fuori dagli istituti di pena. Per assumerli è necessario stipulare un’apposita convenzione con la Direzione dell’istituto penitenziario e presentare una dichiarazione di interesse (anche con indicazione nominativa) alla direzione del carcere. La durata del contratto deve essere di almeno 30 giorni e la retribuzione non inferiore a quanto disposto dai contratti collettivi.
Possono accedere alle agevolazioni anche le imprese che svolgono attività di formazione nei riguardi dei detenuti, a patto che, subito dopo la formazione, ci sia un’assunzione di durata almeno tripla rispetto al periodo di formazione stesso, e per il quale l’impresa ha goduto dello sgravio. Una condizione essenziale è che il rapporto di lavoro abbia inizio mentre il soggetto si trovi in stato di detenzione. Sono previste agevolazioni anche per i diciotto mesi successivi all’uscita dal carcere, per chi ha beneficiato della semilibertà o del lavoro esterno. Durata più lunga (ventiquattro mesi dopo la fine della detenzione) per chi non ha beneficiato della semilibertà o del lavoro all’esterno.
Ѐ auspicabile che, nel prossimo futuro, la suddetta normativa possa trovare una maggiore applicazione. Proprio al fine di rendere edotte le imprese ed accompagnarle nelle carceri, spiegando loro l’iter burocratico da seguire, è sorta un’associazione no profit denominata “Seconda Chance”.
Trovare un’occupazione è la massima aspirazione per chi sogna di reinserirsi: per gli imprenditori c’è anche la possibilità di fare impresa dentro gli istituti di pena, che spesso dispongono di enormi capannoni industriali da cedere in comodato d’uso gratuito a chi porti formazione e lavoro.
L’associazione ha aperto diversi sportelli in vari istituti penitenziari dislocati in tutta Italia, al fine di far incontrare domanda ed offerta di lavoro. Questa rappresenta una delle iniziative per incentivare l’applicazione della Legge Smuraglia. Una volta superato il pregiudizio, la soddisfazione da parte dei lavoratori e di chi fa impresa può essere davvero elevata.