Brasile, Bolsonaro a processo per la gestione della pandemia
La cattiva gestione della pandemia in Brasile ha portato il paese al collasso. Adesso, Bolsonaro dovrà affrontare un processo e fare i conti con un anno disastroso.
Il Brasile sta affrontando una delle peggiori crisi nella storia del paese. A marzo, il 25% delle vittime della pandemia a livello mondiale era concentrato nel più grande paese dell’America Latina. Da quando è scoppiata la pandemia, il presidente Bolsonaro ha sottovalutato la situazione, portando avanti per più di un anno una narrazione negazionista. Una gestione dell’emergenza che sta costando cara a tutto il paese e allo stesso presidente, su cui è stata avviata una commissione d’inchiesta.
Bolsonaro ha sempre etichettato il coronavirus come una semplice influenza, facendo credere ai cittadini brasiliani che le restrizioni sarebbero state inutili. Nelle sue dichiarazioni pubbliche, ha sostenuto che le restrizioni sarebbero dittatoriali e che “dovremo morire tutti prima o poi”. Inizialmente, a febbraio 2020, nel paese era stato implementato il lockdown, per poi essere interrotto poco dopo proprio per l’opposizione di Bolsonaro. Il presidente ha anche sponsorizzato l’idrossiclorochina come medicina contro il covid-19, dividendo ancora di più la popolazione. Adesso deve fare i conti con un sistema al collasso, la mancanza di posti letto in ospedale e una bassissima fornitura di respiratori artificiali e kit per l’intubazione.
Dopo più di un anno, le decisioni del presidente si sono ritorte contro il suo stesso governo. Da marzo, sono sei i membri che si sono dimessi dal loro ruolo e anche tutti i capi delle forze armate hanno abbandonato l’incarico. Ciò che suscita più preoccupazione è la sostituzione del ministro della difesa e di quello della salute con un ex generale. Il timore è che, in questa fase critca, le forze armate possano essere utilizzate contro l’opposizione. Thomas Shannon, ex ambasciatore americano in Brasile, a tal proposito ha dichiarato: «(Bolsonaro) vuole assicurarsi di avere persone in posizioni di autorità che gli siano fedeli come presidente, sta provando ad avere il controllo sui servizi di sicurezza». Proprio questa amministrazione registra il più alto numero di militari all’interno del governo da quando il Brasile è tornata una democrazia.
Per comprendere quanto la situazione sia stata e continui a essere instabile, basti pensare che due mesi fa è stato nominato il quarto ministro della salute dallo scoppio della pandemia. Il precedente Ministro della Salute, Eduardo Pazuello, è indagato per la cattiva gestione dei vaccini – altro tasto dolente della crisi brasiliana. In uno degli episodi di negligenza incriminati, un carico di vaccini destinati all’Amazzonia era stato invece spedito al vicino stato di Amapa. Infatti, l’Amazzonia è per ora lo stato più colpito di tutto il paese, con gli ospedali pieni e il sistema sanitario al collasso.
Fino a 2 settimane fa, solamente l’11% della popolazione aveva ricevuto la prima dose di vaccino, Astrazeneca o Sinovac, e il 3%, anche la seconda dose. Se prima si pensava di poter vaccinare tutti i soggetti più fragili entro maggio, adesso il nuovo ministro della salute Queiroga ha annunciato che bisognerà aspettare settembre, a causa dei vari ritardi e della mancata fornitura delle dosi. Un’ulteriore dimostrazione della disastrosa pianificazione dei vaccini, con una grande fetta della popolazione che non è mai stata chiamata per la seconda dose. Il governo ha infine stabilito che ogni stato gestirà i propri vaccini, lasciando il paese sempre più nel caos. Non sorprende tutta questa disorganizzazione sui vaccini, se si pensa che fino a pochi mesi fa il presidente sosteneva che i vaccini avrebbero trasformato in coccodrilli.

Non solo la carenza di dosi e le scarse misure di prevenzione dei contagi, ma anche la mancanza di tamponi e di tracciamento dei contatti hanno peggiorato la situazione in Brasile. Questi fattori hanno contribuito ad un numero molto alto di positivi tra bambini e giovani adulti. Più di 800 bambini sotto i 9 anni sono morti a causa del covid-19 e circa 500 di questi erano neonati. Secondo una ricerca della BBC, i test sono troppo pochi, effettuati solamente in casi specifici e se i dottori ritengono che ci siano i sintomi giusti. In un caso, un medico aveva rifiutato la richiesta di tampone per un bambino perché non aveva la febbre alta. Dopo qualche settimana quel bambino è stato ricoverato d’urgenza. La combinazione di mancanza di test e negazionismo, inoltre, fa supporre che in realtà quei numeri siano ancora più alti e che in generale i contagi siano molti di più di quelli che vengono quotidianamente riportati.
Nemmeno l’economia, quella che Bolsonaro vorrebbe salvare, sta uscendo indenne da questa situazione. Il tasso di disoccupazione è salito fino al 14,6 %, il più alto nella storia del paese. Se l’economia brasiliana è attualmente tra le più produttive del Sud America è perché non sono mai state implementate delle vere restrizioni nel paese. Tuttavia, la crisi non si può fermare nemmeno in questo campo, poiché milioni di lavoratori hanno perso il lavoro e in tanti sono stati costretti a chiudere la propria attività nell’ultimo catastrofico anno. Perfino gli stessi economisti e banchieri si sono opposti alla strategia di Bolsonaro e in una lettera aperta al presidente hanno chiesto di accelerare le vaccinazioni e attuare delle misure più rigide contro il covid-19. «La recessione è stata causata dalla pandemia – si legge nel comunicato – non si sistemerà fin quando la pandemia non verrà controllata con delle azioni competenti del governo».
Bolsonaro si ritrova in una situazione a dir poco critica. Uno degli ultimi sondaggi mostra come il supporto dei cittadini sia nettamente crollato. Il 54% dei brasiliani ritiene che la crisi sia stata gestita male o addirittura in modo terribile. Per di più, il 46% dei cittadini che hanno preso parte al sondaggio sarebbe d’accordo con un eventuale impeachment di Bolsonaro.
Un impeachment che non sembra più un’ipotesi così lontana. Con l’avvio della commissione di inchiesta, Bolsonaro potrebbe affrontare un processo per impeachment e delle accuse penali. Finora è accusato di aver sabotato le misure di isolamento, di aver minacciato i governatori che applicavano tali misure e di essersi rifiutato di indossare la mascherina. Verranno anche esaminati i fondi inviati agli stati per combattere la pandemia. Questo processo potrebbe costare caro a Bolsonaro, che potrebbe non avere più la possibilità di ricandidarsi alle elezioni del 2022.
A questo punto, il destino del presidente sembra essere appeso ad un filo e la sua disastrosa gestione del covid in Brasile è sotto gli occhi di tutti. Come ha dichiarato la coordinatrice della ricerca dell’inchiesta, le sue azioni possono costituire un vero e proprio crimine contro l’umanità.