Claude Lévi-Strauss, il matrimonio come scambio

«Più che dare risposte sensate, una mente scientifica formula domande sensate». Claude Lévi-Strauss è oggi considerato come uno dei padri dell’antropologia moderna, il cui pensiero ha influenzato tutte le scienze sociali.


Claude Lévi-Strauss nasce a Bruxelles nel 1908. Considerato come uno dei padri fondatori dell’antropologia moderna, attraverso i suoi numerosi viaggi ha studiato le popolazioni ritenute “selvagge” applicando alla sua indagine il metodo strutturalista, secondo cui la cultura deve essere studiata con le stesse modalità usate per studiare il linguaggio.

I rapporti sociali sono costituiti quindi da simboli, formati non soltanto da aspetti verbali ma anche da elementi costitutivi dell’esperienza umana. Come appunto il linguaggio, per essere compresa anche l’esperienza umana deve essere “tradotta”.

Nel 1949 in una delle sue opere più importanti, Strutture elementari della Parentela, Lévi-Strauss individua i fondamenti di ogni famiglia attraverso due principi: la proibizione dell’incesto e l’alleanza matrimoniale.

Punto centrale dell’analisi è la proibizione dell’incesto che sancisce il passaggio dell’uomo dalla natura alla culturaL’incesto è un divieto universale, proprio quindi in tutte le culture, ma i criteri per stabilire quali siano i parenti “proibiti” variano da gruppo a gruppo.

Lévi-Strauss prova a spiegare l’interdizione dell’incesto domandandosi non cosa proibisce, ma cosa ordina. Proibire l’incesto significa ordinare l’esogamia, quindi gli appartenenti a un gruppo sono obbligati a ricercare il coniuge in un altro gruppo (che può variare in: famiglia, clan).

Si riprende quindi il discorso teorizzato da Marcel Mauss con il Saggio sul dono nel quale, basandosi sul sistema di scambi presso alcune popolazioni, individua le donne e i matrimoni come un oggetto di scambio portando alla formazione di due strutture: le strutture complesse in cui sono proibiti i legami di parentela, e le strutture semplici in cui sono proibiti solo alcuni legami ma ne sono prescritti altri, favorendo diverse possibili scelte. 

Secondo Lévi-Strauss  non è possibile attuare una netta contrapposizione tra le due strutture in quanto possono esistere delle forme, che lui definisce ibride ed equivoche, oppure può succedere che a causa dei privilegi economici il gruppo decida di effettuare una scelta secondaria all’interno della categoria obbligatoria.

Le strutture hanno per l’antropologo un significato astratto e fanno parte dell’inconscio umano, del loro spirito, ragion per cui non esistono distinzioni tra pensiero primitivo e pensiero civilizzato. A tal proposito elaborò la nota “teoria del matrimonio dei cugini incrociati” in base alla quale individui di sesso maschile e femminile, appartenenti a due metà di un medesimo villaggio, sposandosi tra di loro davano origine a una intensa rete di scambi. 

Lo scambio derivante dall’esogamia è quindi un sistema simbolico; proprio come il linguaggio che consente la comunicazione con gli altri gruppi e l’integrazione del proprio gruppo, la proibizione dell’incesto è legata alla definizione di matrimonio come scambio, scambio di donne, e comunicazione. Di conseguenza, vietando l’incesto si favorisce lo scambio e la comunicazione con altri gruppi

L’impostazione attuata da Lévi-Strauss ha influenzato profondamente numerosi ambiti di ricerca delle scienze sociali. Qualsiasi studio deve considerare i punti fermi della linguistica strutturalista quando si tratta di analizzare il complesso dei linguaggi verbali e non verbali tipici di ogni sistema di comunicazione. 

Il principio fondamentale del pensiero di Lévi-Strauss è che il concetto di struttura sociale non si riferisce alla realtà empirica, ma piuttosto ai modelli costruiti in base a essa. Analizzando le strutture logiche comuni a tutte le culture si possono riscontrare dei caratteri razionali e sistematici del  modo di vivere e pensare dei popoli tribali.


Immagine in copertina di thierry ehrmann