Terremoto in Albania: la solidarietà dell’Italia

Di Marco Tronci – Sono le 3:54 di un tranquillo martedì di novembre. All’improvviso la terra in Albania inizia a tremare. Una scossa di magnitudo 6,5 attraversa il nord del paese e colpisce le zone di Shijak e Durazzo. La scossa viene percepita anche nella capitale, Tirana, non molto distante dall’epicentro del terremoto. In un attimo devastazione e dolore irrompono nelle vite dei cittadini albanesi.

Il numero delle vittime, nel giro di poche ore, continua a salire. Ad oggi le vittime accertate sono 49, più di 500 i feriti. Uffici, scuole, palazzi vengono rasi al suolo da una scossa che ha fatto tremare parte della regione balcanica. Le squadre dei vigili del fuoco locali intervengono immediatamente, lavorando senza sosta nel tentativo di estrarre il maggior numero di abitanti ancora intrappolati sotto le macerie.

Nella completa disperazione, nella confusione e nel senso di impotenza di fronte a catastrofi naturali di questa entità, un barlume di speranza è arrivato dall’Italia. Il governo italiano, tramite il Sistema Nazionale di Protezione Civile, ha deciso in poche ore di inviare 175 uomini dei Vigili del Fuoco, appartenenti a diverse squadre USAR (urban search and rescue). Uomini preparati a questo genere di interventi e che hanno già affrontato questo tipo di calamità, come nei casi de L’Aquila, Amatrice, Umbria, Marche e Ischia. Inquadrati nelle squadre USAR vi sono anche le unità cinofili, essenziali quando si tratta di portare in salvo vite umane.

Ad affiancare i pompieri italiani anche il personale medico AREU della Regione Lombardia, volontari delle colonne mobili delle Regioni Toscana, Puglia e Molise, unità cinofile dell’UCIS e della Guardia di Finanza, oltre alcuni tecnici del Dipartimento della Protezione Civile. Con l’attivazione del modulo “assistenza alla popolazione”, sono stati allestiti dei campi per l’accoglienza ai bisognosi, per distribuire pasti caldi grazie alla mensa da campo e assicurare posti letto in tenda e servizi essenziali come quelli igienici.

I Vigili del Fuoco hanno scavato per ore senza sosta, nonostante il freddo. Da quel martedì l’Albania non ha smesso di tremare; ulteriori scosse – alcune di magnitudo 5 o poco più – scuotono ancora il paese e non si smette di spostare macerie nella ricerca di superstiti.

Adesso che la fase di primo soccorso è terminata, le unità italiane hanno fatto ritorno già da qualche giorno. Il loro intervento è stato riconosciuto dalle massime cariche albanesi e ha portato speranza a un paese in ginocchio.

La professionalità di questi “eroi silenziosi” ha evitato ulteriori perdite fra la popolazione colpita. “Portiamo in soccorso a chi ci chiede aiuto, un giorno senza rischio è un giorno non vissuto”: una strofa molto significativa dell’inno dei pompieri. Nulla di più vero per questi volontari, che con la missione in Albania hanno scritto una nuova pagina di storia del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, scandita da tanta solidarietà, professionalità e umanità.


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