Verso Boca-River: storia di una rivalità infinita

Di Fabrizio Valenti – Dopo due semifinali tiratissime è arrivata la finale che tutti sognavano: saranno Boca Juniors e River Plate a contendersi la finale di Coppa Libertadores 2018 (andata 10 novembre a La Bombonera, ritorno il 24 al Monumental). Sarà proprio il doppio Superclásico tra le due acerrime rivali di Buenos Aires a chiudere un’altra avvincente edizione di questa coppa, un antagonismo storico tra due club da sempre rivali che si contendono la supremazia cittadina, divisi da storia, cultura e classi sociali differenti.

Le due squadre sono arrivate in finale al termine di una doppia sfida Brasile – Argentina che ha visto Palmeiras e Gremio dover cedere il passo rispettivamente a Boca e River, più sofferta e ricca di tensione la semifinale dei Millionarios che hanno ribaltato la sconfitta subita in casa imponendosi 2-1 in casa del Gremio grazie al rigore allo scadere di Gonzalo Martinez.

Sarà l’ultima edizione del torneo che vedrà la doppia finale, dal prossimo anno entrerà in vigore la finale unica sulla stessa linea della Champions League, anche in questo caso non poteva esserci occasione migliore per celebrare un’epoca del calcio sudamericano in un’atmosfera da brividi davanti a due veri e propri  monumenti come La Bombonera e il Monumental, dove sicuramente sugli spalti non mancherà la solita passione e il tifo infernale che contraddistingue la garra argentina.

la boca

La Boca, pittoresco quartiere di Buenos Aires

Quella tra Boca e River è una rivalità che va oltre il calcio e che coinvolge un’intera città come Buenos Aires ed in particolare il barrio La Boca, il quartiere dei genovesi arrivati dall’Italia tra ‘800 e ‘900, quartiere in cui giocava inizialmente anche il River.  

Il River Plate nasce nel 1901, ma lascia La Boca già nei primi anni ’20 trasferendosi a Nunez, uno dei quartieri più ricchi di Buenos Aires nei primi del novecento. Questo scenario attirerà per sempre l’odio degli storici rivali, che accusarono il club di aver rinnegato le proprie origini e tradizioni.

Di-stefano

Alfredo Di Stefano

Ecco spiegato il soprannome Los Millionarios che i tifosi del Boca attribuiscono al River, accentuato ancora di più negli anni ’50 con le cessioni di importanti giocatori come Alfredo Di Stefano al Real Madrid e Omar Sivori alla Juventus, due trasferimenti che resero il club argentino tra i più ricchi di quell’epoca.

Se il River Plate rappresenta la borghesia, il Boca Juniors rispecchia la parte proletaria di Buenos Aires. Proprio come i tifosi degli Xeneixes (“genovesi”: dovuto alla fondazione del club nel 1905 da giovani italo-argentini), che non rinnegheranno mai le proprie origini e il loro quartiere, che anticamente era una palude mentre oggi ristagna nella disoccupazione e nei problemi sociali.

In questo contesto la fede per il Boca va al di là del calcio e diventa una ricchezza da tramandare di generazione in generazione. Tuttavia le differenze non sono soltanto di origine, ma di approccio: i tifosi del Boca si esaltano per la cosiddetta garra dei calciatori in grado di infiammare La Bombonera; diverso è lo stile del River caratterizzato dal bel gioco e l’eleganza che tanti giocatori hanno saputo incarnare nella sua storia.

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Juan Roman Riquelme

Una sfida da sempre caratterizzata da nervosismo e tensione che ha portato spesso a scontri e risse in campo e sugli spalti; tuttavia il Superclásico è stato anche il palcoscenico in cui grandi campioni si sono resi protagonisti esaltando le due tifoserie: per il Boca non si può non citare Juan Roman Riquelme, Martin Palermo (record di gol nella stracittadina) e “l’Apache” Carlos Tevez, ancora protagonista con la maglia giallo-blu dopo aver esaltato gli stadi di mezzo mondo. Grandi giocatori non sono mancati nemmeno sulla sponda del River: “El principe” Francescoli (fonte di ispirazione per Zinedine Zidane), Pablo Aimar ed Hernan Crespo, vincitore quest’ultimo della coppa Libertadores ad appena 21 anni ma già da trascinatore e idolo del Monumental.

In questa doppia finale non ci saranno i campioni che hanno fatto la storia del passato, ma Boca e River sicuramente saranno all’altezza della loro fama e tradizione, due club che da sempre hanno lanciato grandi talenti e che nel calcio moderno di oggi caratterizzato da cifre record e trasferimenti da capogiro riescono a mantenere la loro identità e tradizione, contraddistinta dalla passione di sempre.

Due mondi così vicini territorialmente, ma allo stesso tempo così distanti come stile, tradizioni e ideologia che si ritroveranno per l’ennesima volta di fronte in un clima infuocato, in quella che probabilmente sarà la più importante della loro storia. Vincere non varrà soltanto un trofeo prestigioso come la coppa Libertadores, ma molto di più: o fallimento o gloria eterna, tutto in 180’. Comunque vada sarà ancora una volta il Superclásico.