La Catalogna e le sfide dell’Europa

Il primo di ottobre 2017 diverrà una data da ricordare per l’intera Spagna: il giorno in cui la Catalogna ha sfidato la monarchia spagnola e attraverso un referendum ha scelto di abbracciare la via dell’indipendenza da Madrid. Una scelta che sicuramente risulta storica per tutte le istituzioni occidentali, dal momento che non si vedevano dichiarazioni simili dalla dissoluzione degli imperi coloniali postbellici. Ma cosa è la Catalogna oggi e soprattutto, che risvolto ha questo referendum per l’Europa?

La Catalogna è un’area compresa tra i Pirenei e il mar Mediterraneo, che ha come suo centro la metropoli di Barcellona. Per intenderci, è quella zona dove gli Arabi arrivarono alla massima espansione durante la loro campagna di conquista del continente europeo nel Medioevo. La zona conta circa otto milioni di abitanti ed è un centro industriale, turistico ed agricolo importante per l’intera Spagna (un po’ come la nostra Pianura Padana) ed è proprio per questo che ha sempre cercato di mantenere uno status particolare rispetto alle altre regioni spagnole: quello di comunità autonoma.

Il referendum per l’indipendenza crea un vuoto istituzionale enorme nel panorama iberico, poiché la costituzione spagnola sancisce l’indivisibilità del territorio spagnolo, garantendo tuttavia le autonomie, come proprio quella della Catalogna; dall’altra parte, tuttavia, il governo catalano ha da subito specificato che farà pervenire al più presto possibile la dichiarazione di indipendenza da Madrid. Le reazioni non si sono fatte attendere: il primo ministro spagnolo Rajoy ha da subito affermato l’illegittimità del referendum, mentre il re Felipe VI ha ribadito i principi costituzionali dell’ indivisibilità della nazione; il presidente della comunità autonoma catalana Puigdemont ha richiesto la mediazione dell’ Unione Europea.

A questo punto, cosa deve fare l’Unione? Se l’Ue proponesse di fare da mediatore senza una richiesta esplicita di Madrid si ritroverebbe a favorire gli indipendentisti, che vorrebbero rendere europeo il problema per mettere sullo stesso piano il governo catalano rispetto a quello spagnolo, come se si parlasse di due paesi diversi, già indipendenti tra loro. Tuttavia, l’Unione Europea gioca un ruolo fondamentale poiché il problema riguarda un territorio della sua ‘giurisdizione’, e dovrebbe quindi giocare la carta della cooperazione dei paesi del cosiddetto ‘nocciolo duro d’Europa’ (Italia, Germania e Francia), per garantire una soluzione favorevole sia a Madrid che a Barcellona. È importante garantire l’autonomia della comunità catalana, magari con un piano economico e istituzionale, mantenendo però l’unione territoriale della Spagna.

È una matassa nuova per la democrazia europea che si trova immersa in numerosi problemi di natura sociale ed economica e che potrebbe ulteriormente minare il percorso verso l’unione politica dell’intero continente.

Parola ora alla politica, sperando in essa come forza che riesca a garantire il benestare di tutti a favore dell’unità, promuovendo nello stesso tempo le minoranze e rendendosi flessibile di fronte alle autonomie, cercando di non aprire brecce in altri paesi dove sono presenti sentimenti d’autonomia.

Giuseppe Sollami


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