L’orrore nascosto dalle suore. Rabbia e memoria per i bimbi perduti

In Irlanda è venuta alla luce una fossa comune contenente i resti di neonati e bambini di una ex casa di cura cattolica – una di quelle Case Magdalene – dove sarebbero 796 gli individui rintracciabili all’interno del cumulo di ossa.

Gli scavi presso il plesso un tempo appartenente alle Suore del Buon Soccorso, a Tuam nella Contea di Galway, hanno rivelato la presenza di una struttura sotterranea suddivisa in 20 camere contenenti “significative quantità di resti umani”, come si legge nelle carte dell’inchiesta. L’analisi dei resti stabilisce che l’età dei defunti variava tra le 35 settimane e i tre anni di vita. Si è riscontrato inoltre che i morti erano stati in gran parte sepolti in un lasso di tempo di circa vent’anni, quando la “casa di aiuto” faceva attivamente parte di un circuito nazionale che ne contava circa una dozzina in Irlanda. Questa ed altre offrivano rifugio agli orfani, portavano via dal pubblico scandalo le ragazze madri ed i loro bambini. La casa in questione a Tuam cessò la carneficina nel 1961. Qui le donne ricevute per aver compiuto “atti impuri” o per “disonore familiare” venivano separate dai loro figli, sistemati in un’altra ala della struttura, e lasciati in attesa di poter essere adottati. Quei bambini però non avrebbero mai più conosciuto una madre o una famiglia.

La macabra scoperta conferma i tanti sospetti nutriti per la mole di bambini scomparsi nella casa – e come per questa struttura cattolica, per molte altre – i quali furono ammassati in un cimitero sotterraneo senza nome. L’alto tasso di mortalità infantile che viene registrato in queste case di cura nella prima metà del Ventesimo secolo non lascia spazio ad altri dubbi in merito.

Tutto è iniziato da una commissione d’inchiesta avviata dal governo irlandese nel 2014, in seguito ai lavori di uno storico locale, Catherine Corless , che si è imbattuto nei certificati di morte per un numero impressionante di bambini: appunto quasi 800 bambini. Ma adesso è il momento della verità. “Tutto ciò che può rivelarsi questa zona non è che una fossa comune” aveva dichiarato Corless durante le sue ricerche. Lo storico ha anche ricordato che i ragazzi che giocavano nel campo – negli anni Settanta – riferivano di aver visto un mucchio di ossa in una camera nascosta sotto terra. Camera che fu poi doppiamente sigillata dal parroco locale, con tanto di preghiere. Dettagli che aggiungono ulteriore tristezza a questa storia di morte e indifferenza.

Il governo irlandese ha promesso che i familiari dei bambini saranno convocati tutti e beneficeranno della fornitura di sepolture adeguate per i piccoli scomparsi di oltre mezzo secolo fa. Adesso è il momento della memoria per i bimbi ma anche della rabbia nei confronti di un clero spietato.

Daniele Monteleone