Arte, social e censura: i musei di Vienna sbarcano su OnlyFans
Stanchi della censura sui social, alcuni dei musei più importanti di Vienna hanno deciso di cambiare approccio: arriva l’account OnlyFans con i nudi d’autore e l’arte esplicita più censurata del web.
Negli ultimi anni si è parlato molto delle censure fuori controllo dei social network che, per garantire un ambiente virtuale “sicuro e rispettoso”, sguinzagliano algoritmi sempre più spietati, pronti a scovare qualsiasi contenuto sensibile potenzialmente pericoloso che possa urtare la sensibilità degli utenti. Eppure, nonostante rientrino perfettamente nelle linee guida indicate nella policy, i nudi artistici sono tra le prime vittime di censure e sanzioni.
Lo sanno bene diversi musei di Vienna che, sulla cresta della cancel culture, hanno avuto difficoltà con la pubblicazione di alcune delle loro opere d’arte sui social. Nel luglio 2021, infatti, il profilo TikTok del Museo Albertina è stato sospeso e bloccato dopo aver condiviso delle opere, raffiguranti un seno femminile, del fotografo giapponese Nobuyoshi Araki.
Nel 2019 un dipinto di Peter Paul Rubens venne rimosso da Instagram perché «violava gli standard della community», essendo vietata qualsiasi rappresentazione di nudità, anche se di «natura artistica o creativa».
Il Leopold Museum ha invece avuto problemi durante la promozione della celebre collezione di nudi di Schiele (soprattutto in Inghilterra e Germania), mentre un breve video con il dipinto Liebespaar, di Koloman Moser, è stato addirittura rifiutato da Facebook e Instagram in quanto “potenzialmente pornografico”.
E non dimentichiamo il celebre caso de la Venere di Willendorf, la statuetta di 25 mila anni fa, pubblicata sui social dal Museo di Storia Naturale, e censurata perché troppo “pornografica”.
Insomma, sembrerebbe non esserci spazio per l’arte sui social, e che qualsiasi rappresentazione di nudo si limiterebbe ad un comune contenuto pornografico, privo di qualsiasi processo artistico, di un contesto, e di un valore culturale.
Ecco quindi che il Vienna Tourist Board risponde con una provocazione, e lo fa aprendo un account OnyFans. «Nel corso degli anni» spiega l’ente del turismo viennese in una nota «Vienna ha ospitato alcuni degli artisti più famosi al mondo, tra cui Egon Schiele e Koloman Moser, le cui opere hanno spinto i confini di ciò che all’epoca era considerato accettabile nell’arte e nella società. Oltre a cambiare per sempre il volto dell’arte, sono anche noti per le loro rappresentazioni inflessibili del corpo umano nudo».
Prosegue l’ente: «Quindi non sorprende affatto sapere che alcune delle loro opere d’arte siano state censurate più di cent’anni fa. E la battaglia contro la censura infuria ancora: con l’ascesa dei social, divieti come questi sono tornati sui titoli dei giornali. I principali canali social come Instagram e Facebook hanno saldamente nel mirino nudità e contenuti ’osceni’. Vienna e le sue istituzioni artistiche sono tra le vittime di questa nuova ondata di pudore, con statue nude e opere d’arte famose inserite nella lista nera secondo le linee guida dei social media e con i recidivi che addirittura si vedono sospendere temporaneamente i loro account».
«Ecco perché abbiamo deciso di mettere su OnlyFans le opere d’arte ’esplicite’ famose in tutto il mondo. Mettendo i contenuti storici per adulti su OnlyFans, gli abbonati possono ora vedere opere provocatorie di artisti del calibro di Egon Schiele, Richard Gerstl, Koloman Moser e Amedeo Modigliani, tutti in mostra nella capitale. OnlyFans ha rivoluzionato i social media offrendo ai creatori una piattaforma in cui potevano condividere liberamente contenuti nudi e pornografici con gli abbonati».
L’abbonamento di 3€ permetterà agli utenti di avere libero accesso alle opere più “esplicite” online, ma non solo. Agli iscritti verrà infatti omaggiata una “Vienna Card City” o un biglietto gratuito per i musei coinvolti (Leopold Museum, Kunsthistorisches Museum Vienna, Naturhistorisches Museum Vienna e Albertina), dove poter vedere le opere non censurate dal vivo.
“A ogni epoca la sua arte e a ogni arte la sua libertà”, questo il motto – più attuale che mai – riportato sulla facciata del Palazzo della Secessione viennese dal 1897.