Sicilia Si Cunta

Ruggero II, la Sicilia e il centro del mondo

Fondatore del Regno di Sicilia, Ruggero II riuscì a portare ricchezza, fama e cultura tutte insieme nella “sua” città, Palermo.


Nella Cattedrale di Palermo è situata la tomba di un grande regnante, capace di unire tutto il Sud Italia e mettere insieme una straordinaria esperienza di potere, cultura e prosperità. Una parabola che sarebbe stata destinata a durare nel tempo. Stiamo parlando di Ruggero II d’Altavilla, un norreno, un normanno, un “vichingo”, ma soprattutto un personaggio di grande valore politico e storicamente molto importante, di cui si conosce sempre troppo poco.

ruggero tomba
Sarcofago in porfido di Ruggero II, nella Cattedrale di Palermo. Foto di Giovanni Dall’Orto

Chiamato anche Ruggero «il Normanno», nel 1113 diventa Conte di Sicilia. L’opera di conquista dell’Africa, iniziata dal padre Ruggero I, necessitava nuovi sforzi: la costruzione di nuove flotte e il rafforzamento dell’esercito erano le basi per la conquista dell’odierna Tunisia e della Libia.

L’obiettivo strategico era quello di instaurare un’egemonia nel Mediterraneo, al centro del quale porre la Sicilia. Alla portata di Ruggero II anche il ducato di Puglia e Calabria, vasto territorio appartenente a un nipote di suo padre Guglielmo d’Altavilla.

La morte prematura e senza eredi di Guglielmo, intorno al 1127, permise a Ruggero II di ottenere la Puglia, ma solo dopo aver sfidato il papa Onorio II, da cui fu – inevitabilmente – scomunicato. Dopo aver sconfitto il “partito” proposto dal papa, allora Roberto II di Capua, riuscì a farsi nominare duca di Puglia proprio da quest’ultimo. Uno schiaffo al potere papale, si potrebbe dire.

La consacrazione del Re di Sicilia 

Anacleto II, divenuto papa dopo la morte di Onofrio II, riuscì a garantirsi stabilità al potere incoronando l’utile alleato Ruggero II Re di Sicilia, nella notte di Natale del 1130 con un’incoronazione avvenuta proprio a Palermo

L’ennesima conferma di Ruggero II sul trono di Sicilia, arrivò dopo anni di dispute e scontri sanguinosi con il successivo papato, quello di Innocenzo II. Il Normanno riuscì a farsi nominare anche principe di Capua, così anche Napoli perse la propria autonomia. I partenopei accolsero gioiosamente il re, il quale però confermò Palermo capitale del regno, riservando comunque ai napoletani ampi privilegi.

Tanta benevolenza per questo re può spiegarsi solamente con il suo atteggiamento di apertura a nuove culture, nuove menti di ogni provenienza ed etnia che arricchivano il panorama intellettuale meridionale. Nella capitale del suo regno Ruggero II, infatti, si circondò degli uomini dall’intelletto più eminente, qualunque fosse la loro etnia, circostanza che fece di lui un “sovrano illuminato”, certamente ben consigliato. 

Fu proprio grazie a questa corte e alla sua ambizione che riuscì a conquistare anche parte dell’Africa settentrionale, costituendo così il regno più grande sulle coste del Mediterraneo per quel tempo.

La percezione del Re normanno

Un’immagine del grande Ruggero II si trova in pieno del centro storico nel palermitano. La chiesa greco-ortodossa di Santa Maria dell’Ammiraglio – da Giorgio di Antiochia, detto il Grande Ammiraglio da cui prende il nome e che la fondò nel 1143 – nota anche come la Martorana, fa parte del circuito dei monumenti della “Palermo Arabo-normanna”. Dal 2015 l’UNESCO l’ha dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità, ed è in questa chiesa che si trova l’incoronazione di Ruggero II

Un importante mosaico raffigura Ruggero II che, nella Cattedrale di Palermo, riceve la corona direttamente da Cristo, ed è interessante scoprire anche che colui che incorona Ruggero è lo stesso Cristo Pantocratore raffigurato nelle absidi della Cappella Palatina, del Duomo di Cefalù e del Duomo di Monreale.

Ruggero II e Cristo nella “divina” Sicilia

È indissolubile il legame tra la natura divina dell’incarico di Ruggero II e la rappresentazione siciliana del proprio regnante, riscontrabile anche nella somiglianza tra le due figure, il re normanno e Cristo, a sottolineare il fatto che per Ruggero II il rapporto tra lui e l’Onnipotente era diretto. 

E se pensiamo alle altre rappresentazioni storiche di un’incoronazione, fa riflettere il caso di Ruggero che appare senza alcun intermediario. Basti pensare – senza andare troppo lontano – a Carlo Magno incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero dal papa in persona, o all’auto-incoronazione di Napoleone come Imperatore dei francesi avvenuta comunque in presenza del sommo pontefice.

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Cristo che incorona Ruggero II (Martorana)

Questo legame tra Cristo e Ruggero II è del tutto siciliano, e testimonia un’appartenenza e un affetto totale per la sua amata, “divina”, Sicilia. Nel 1220, alcune generazioni dopo di lui, un celeberrimo discendente di Ruggero II, Federico II (anche lui seppellito nella Cattedrale di Palermo) salirà sul trono imperiale. Palermo, anche molto tempo dopo la morte del primo «Rex Siciliae» avvenuta il 26 febbraio 1154, sarebbe continuata ad essere una delle capitali più importanti, il centro di quel mondo, e con essa i suoi abitanti. Ma questa è un’altra storia, fatta di grandi intelletti, arti, cantori e poesie che resteranno nei libri e nella memoria collettiva siciliana.


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Daniele Monteleone

Caporedattore, responsabile "Società". Scrivo tanto, urlo tantissimo. Passione irrinunciabile: la musica. Ho un amore smisurato per l'arte, tutta.

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