Porno vendetta e tutto il resto: legge di pancia, popolo sazio
Di Daniele Monteleone – Qualche giorno fa si sono difese le donne. Qualche giorno fa, appunto. «Il fronte unanime vota per il revenge porn». Quelli più gloriosi scrivono che «è un giorno molto importante per le donne». Ebbene, il primo sì del ddl codice rosso alla Camera nella votazione del 2 aprile, porta avanti una serie di misure e ne annuncia altre che con tutta probabilità rimarranno solo parole. Abbiamo qualche richiesta in più da fare, dobbiamo qualcosa di più alle donne.

Stando al ddl presentato al Cdm a novembre su spinta dei ministri Bongiorno e Bonafede, verranno introdotti due nuovi reati: la porno vendetta e lo sfregio del volto, due azioni commesse nella maggior parte delle volte da “ex fidanzati arrabbiati”. Ed è inutile ripetere quanto meschino sia l’uno o l’altro comportamento, o quali orribili conseguenze lascino alle persone e ai familiari delle vittime. Inutile ripetere gli slogan e mostrare cattiveria nei confronti dei rei e dei futuri tali. Inutile il bullismo sui bersagli facili. Vendetta porno e sfregio appartengono entrambi a quei rimasugli di maschilismo violento (e quale maschilismo non lo è?) che non stiamo riuscendo a far sparire, ma che stiamo punendo in modo abbastanza deciso.
Nel disegno di legge si parla poi di corsia preferenziale per i reati sessuali che mette in “priorità” le denunce e le indagini di quest’ambito. Viene inoltre allungato il tempo a disposizione per le vittime di denunciare la violenza subita, e aggravate le pene per i reati di stalking e violenza sessuale, di poco ma la punizione è comunque più severa.
Una punizione andrebbe prevista anche per tutte le forze dell’Ordine che sottovalutano o sminuiscono le accuse delle vittime in sede di denuncia. Perché, sì, accade ancora oggi nel 2019 – come nelle migliori tragicommedie neorealiste – che signorina, è sicura? e una buona parola mette tutto a posto. Alcune azioni sono assenti, o così lente e inefficienti che molte donne finiscono per compiere l’ultimo atto di denuncia dalla bara.
Ma la Camera all’unanimità ha difeso le donne. Che poi non è vero. Ci sono state le astensioni di Pd e Leu che volevano di più dal codice rosso: «lo stanziamento di fondi per la formazione delle forze dell’ordine, per l’assunzione di nuovo personale e per le associazioni di sostegno alle vittime di violenza».
Resta il racconto del Parlamento finalmente coeso per aiutare le donne – le stesse che hanno il cancro se non sfornano bambini (vedi Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona) – che ha commosso milioni di telespettatori e twittatori di tutta Italia. Ed è quello che doveva fare. La “rissa” alla Camera sul primo dibattito sul codice rosso, è apparsa come uno sgarbo del governo alla minoranza e le parole di Di Maio sul fatto che il codice rosso «sarebbe passato coi voti del Movimento 5 stelle», sono state la promessa mantenuta. Peccato si parlasse di lavorare a una legge completa su punizione e prevenzione. Ma la strategia della deterrenza giuridica ha vinto. Qualcuno ha poi maldestramente tentato di assegnare la conquista all’organo parlamentare tutto, compatto. Ma non fa che mettere la questione sullo scontro in stile “calcistico”, ho vinto io, hai vinto tu. Ha perso il progresso, ha perso la prevenzione.
E allora questa difesa delle donne di cui si parla dove sta? È stato bello vedere che in questo Paese si lotta ancora per riconoscere tutele, piuttosto che toglierne. Ma resta sempre lo stesso paese dove la prima sindaca nera italiana viene allontanata dal partito – proprio la Lega – dopo essere stata un utile strumento di propaganda; dove Tiziana Cantone che si fa riprendere in momenti intimi è una poco di buono perché sono cose che non si fanno; dove la madre romena non è una madre di figli, ma una madre di ladri e una zingara da allontanare il più possibile dalla società, non importa se la scuola è lontana; dove la ragazza velata è una stupida perché porta un simbolo di fede sul capo; dove è ancora in discussione il sacrosanto diritto di abortire; e dove, infine, si vogliono mettere corazze alle donne e castrare chimicamente gli uomini cattivi.