Ha vinto la Merkel

Di Francesco Puleo – Qual è il verdetto delle elezioni politiche in Baviera, al di là degli slogan e delle semplificazioni? Ne abbiamo lette molte, tutte più o meno riassumibili con le parole crollo e terremoto. Alcuni, compreso il sottoscritto, non hanno avvertito nulla di più di qualche leggera scossa di assestamento.

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Frauke Petry

Lo scenario prima delle elezioni giustificava preoccupazioni e allarmi per l’ascesa dell’estrema destra di Alternative für Deutschland (AfD). Per capire di cosa stiamo parlando, basti pensare che Frauke Petry, colei che ha guidato il partito verso la sua ascesa, nel gennaio del 2016 auspicava l’autorizzazione della polizia a sparare sui migranti. Un anno dopo, un esponente meno moderato esprimeva vergogna per il monumento in ricordo dell’Olocausto a Berlino. Due mesi fa, molti tra esponenti e simpatizzanti hanno sfilato a Chemnitz, manifestazione che tutti ricordiamo e ricorderemo per gli scontri, la sopraffazione delle forze dell’ordine e la caccia all’immigrato.

Baviera: exit poll, Csu crolla al 35,5%. Boom Verdi

Katharina Schulze

Alle elezioni appena concluse in Baviera, l’AfD si è fermata al 10%. La CSU, il partito conservatore e alleato storico della CDU della cancelliera Merkel, ha perso per la prima volta dal secondo dopoguerra la maggioranza assoluta, passando dal 48% al 37%. I Verdi, guidati dalla carismatica Katharina Schulze, si sono avvicinati al 18% guadagnando quasi dieci punti in cinque anni.

Continuano a perdere consensi i socialdemocratici dell’SPD (l’equivalente tedesco del PD), passati dal 20,6% a meno del 10%. Arrivano invece al 12% i Freie Waehler, conservatori vicini alla CSU e, salvo sorprese, futuri alleati in un inedito governo di coalizione in Baviera. In crescita la sinistra radicale di Die Linke, che però non riesce a superare la soglia di sbarramento.

Apparentemente, si tratterebbe di una sconfitta per la Merkel, dal momento che il suo alleato storico ha perso la maggioranza assoluta nella regione che ha sempre governato da sola. Sarebbe così se la CSU fosse semplicemente la sezione bavarese della CDU. In realtà, il rapporto tra i due partiti, entrambi al governo insieme ai socialdemocratici della SPD da marzo di quest’anno, è molto complicato.

Le previsioni di rallentamento della crescita economica e la diffusione di umori euroscettici e xenofobi all’interno dell’elettorato e del parlamento hanno portato a una polarizzazione sempre più forte tra la Merkel (europeista e favorevole all’accoglienza di migranti e rifugiati) e il ministro dell’interno Horst Seehofer, leader della CSU deciso a operare uno spostamento a destra del governo, in particolar modo sull’immigrazione. Con l’obiettivo, ovviamente, di contenere la marea xenofoba dell’AfD.

Qualche risultato a casa Seehofer lo ha portato. In particolare, un accordo firmato a luglio con cui ha imposto alla Merkel un’applicazione più rigida del Trattato di Dublino e dei flussi secondari: tradotto, più immigrati rispediti dalla Germania al Paese di primo approdo (l’Italia). Tutto a scapito della stabilità della coalizione di governo e dei fragili equilibri europei.

Se la CSU ha perso cosi tanti voti, é evidente però che la linea dura sui migranti non ha pagato. Chi l’ha trovata morbida, ha votato AfD. Il resto della Baviera si è schierato a favore dell’accoglienza: i Verdi sono infatti i più europeisti e favorevoli all’integrazione. E dove stia il resto del Paese lo ha dimostrato la manifestazione del 13 ottobre a Berlino, dove 250mila persone hanno sfilato in corteo contro il razzismo e l’ascesa dell’estrema destra.

La Merkel, dunque, resiste. Se in Baviera la CSU non trovasse un accordo con i Verdi, troverebbe altrove i voti per governare alleandosi con i Freie Waehler; a Berlino ripartirebbe invece da una posizione di debolezza rispetto alla CDU e sarebbe costretta a evitare ulteriori strappi e spostamenti a destra. Per capire il futuro del governo tedesco, dovremo dunque aspettare almeno altri due mesi, tra un’elezione amministrativa nella regione dell’Assia e un probabile congresso della CDU a dicembre.