Umberto Veronesi, genio per il progresso scientifico e umano

Il Chiaro di Luna di Beethoven accompagna l’ultimo pubblico saluto a un uomo di scienza nonché di grande contributo al mondo della medicina: Umberto Veronesi, il celebre oncologo scomparso l’8 Novembre nella sua Milano. Al funerale laico c’erano molti esponenti dalla Politica alla Medicina ma soprattutto c’erano le donne che sentivano la riconoscenza per un lavoratore onesto e talentuoso che ha ottenuto risultati per l’intera umanità.

Veronesi. Cosa viene in mente? L’oncologo milanese, presidente dell’Istituto Nazionale dei Tumori dal 1976 al 1994 e Ministro della Sanità durante il secondo Governo Amato. E’ stato primo teorizzatore e grande sostenitore della quadrantectomia (il trattamento chirurgico nell’ambito del cancro mammario), dimostrando come nella maggioranza dei casi le statistiche di sopravvivenza di questa tecnica, comunque affiancata alla radioterapia, siano le stesse di quelle della mastectomia (l’altro intervento chirurgico certamente più esteso e molto più evidente sull’aspetto fisico), ma con un impatto estetico e soprattutto psicosessuale migliore. “Avevo promesso a me stesso che sarei morto dopo aver visto il cancro sconfitto, e temo non succederà ” aveva dichiarato durante un’intervista al Corriere Della Sera rispondendo ai numerosi elogi. Un lavoro di ricerca durato decenni che purtroppo non ha sconfitto il cancro alla mammella – come si era prefissato di realizzare Veronesi – ma che ha modificato il modo di operare di moltissimi medici in Italia e nel mondo indirizzandoli verso la maniera meno distruttiva possibile ed ugualmente efficace.

La sua creatura dedicata alla Ricerca, la Fondazione Umberto Veronesi nata nel 2003 con lo scopo di promuovere totalmente il progresso scientifico attraverso l’erogazione di speciali borse di ricerca per medici e ricercatori, rivolgendo il proprio sostegno a progetti di grande rilievo e prospettiva, si prodiga in due aree operative: la ricerca e la divulgazione scientifica. In particolare si tratta di attività finalizzate alla diffusione dei risultati e delle scoperte della scienza affinché diventino patrimonio di tutti, attraverso grandi incontri con relatori internazionali, progetti per le scuole, campagne di sensibilizzazione e pubblicazioni. Un’azione forte – di un non indifferente significato etico e politico – è stata la proposta nel 2006 di un modello da compilare per il testamento biologico. La Fondazione Veronesi sostiene, oltre a diversi ricercatori nel campo oncologico, cardiologico e neuroscientifico, anche la Scuola europea di medicina molecolare. Alcune delle più importanti attività di ricerca della Scuola si svolgono all’Istituto europeo di oncologia, di cui lo stesso Veronesi è stato direttore scientifico emerito. Si annoverano tra scienziati e ricercatori ben cinque premi Nobel tra i promotori della fondazione.

Vegetariano e difensore dei diritti degli animali, ha sempre sostenuto le lotte contro la sperimentazione animale in medicina in tutte quelle numerose occasioni in cui non vi è necessaria applicazione. Parlava di una “rivoluzione del rapporto tra uomo e natura” proprio tramite il vegetarianismo, e aveva dichiarato al Corriere che “L’umanità rischia un effetto a catena distruttivo: esaurimento di energia, di acqua potabile, di alimenti base per soddisfare consumismi alimentari errati. […]Tra un po’ non ci sarà più cibo. Grano, soia, riso, mais costano sempre di più e vanno a ingrassare gli animali da allevamento ” concludendo fermamente che “Dobbiamo fermarci ora.” Da sempre vicino al Partito Socialista – e nelle sue espressioni più radicali – è stato anche lui promotore della campagna per la legalizzazione dell’utilizzo, regolato da apposite leggi, della canapa e dei suoi derivati. Da ministro ha invece chiesto a gran voce l’inizio dei lavori per una legge antifumo. Si è schierato, a proposito dei dibattiti sociali che hanno animato gli ultimi vent’anni, a favore delle coppie dello stesso sesso e dell’adozione da parte di queste, affermando inoltre che “l’amore omosessuale è più puro perché non è finalizzato alla procreazione”.

La giovinezza di Veronesi sembra quella di una storia rappresentabile nell’arte cinematografica (e chi lo sa se faranno un film in futuro!) attraverso il burrascoso periodo del Secondo Conflitto Mondiale. Intanto la doppia bocciatura al ginnasio dell’indisciplinato Umberto si presenta come una di quelle curiosità che incoraggiano chiunque a perseguire il proprio obiettivo scolastico e, successivamente, professionale. Per passare agli episodi particolari come le fughe da “italiano clandestino” durante gli anni del Fascismo sfuggendo a rastrellate micidiali, tra cui il passaggio disperato lungo un campo minato che gli ha lasciato una scheggia dentro il corpo, precisamente tra la vena cava e l’aorta, fatto che, affermava scherzosamente il Dottore, “mi fa suonare i detector ogni volta che oltrepasso le barriere all’aeroporto ”. Decise di studiare medicina per provare a curare tutto quel male che aveva visto durante la Guerra. “ Le atrocità incomprensibili che ho visto mi hanno fatto decidere di fare il medico per specializzarmi in psichiatria ” dichiarava parlando delle sue scelte di vita, ma sappiamo bene come poi abbia deciso di affrontare un male ancora più grande quale il cancro. Minacciato di morte dalle Brigate Rosse per la sua posizione contraria allo sciopero dei medici, giudicata una categoria che non può sospendersi dal suo compito di curare e salvare vite umane, passò mesi e mesi di un “sereno calvario” in cui dovette stravolgere la propria routine – accettandolo tranquillamente – per evitare di diventare facile obiettivo di attentati terroristici, essendo impossibile la concessione di una scorta. Il resto della storia di Veronesi parla di un estroso e talentuoso medico destinato a grandi onori. Una vita contraddistinta dalla volontà di aiutare il progresso del suo campo e dell’umanità.

Daniele Monteleone