Emmy Awards, to be continued

Si è appena conclusa, a Los Angeles, la 68esima edizione degli Emmy Awards, il più importante premio dedicato all’intrattenimento televisivo: ma a distanza di tutti questi anni, chi ricorda la storia del premio e i motivi della sua nascita?

Era il 1949, il cinema era da qualche decennio approdato al colore ed al sonoro, la televisione iniziava a diffondersi a macchia d’olio grazie al boom economico e in America l’Academy of Television Arts & Sciences ideò gli Emmy Award come un’opportunità per potenziare l’immagine e le pubbliche relazioni. Proprio per tale motivo l’Emmy è il più importante premio televisivo a livello internazionale ed è considerato l’equivalente del premio Oscar per il cinema, del Grammy Award per la musica e del Tony Award per il teatro: vincere ciascuno di questi premi equivale ad essere il “Dio in terra dell’arte”.

Il nome Emmy fu scelto ideando la versione femminile del termine “immy” ovvero l’appellativo con cui sono conosciuti i tubi da ripresa, molto comuni nel mondo della produzione televisiva.

Per accompagnare tale scelta, si è scelto di rappresentare con la “statuetta” una donna alata con un atomo tra le mani: ovviamente le ali rappresentano la musa dell’arte, mentre l’atomo l’elettrone della scienza.

Esistono varie tipologie di Emmy che vengono assegnati durante diverse cerimonie: inizialmente si scelgono le nomination, quindi i candidati al premio, e durante la serata si assegna al vincitore. La principale cerimonia è quella che assegna i Primetime Emmy Awards, ovvero i premi dedicati alla programmazione televisiva d’intrattenimento della prima serata statunitense: possono concorrere anche produzioni straniere, purché siano co-prodotte da compagnie statunitensi.

L’edizione del 2016 ha messo in luce la diversità artistica e culturale dei partecipanti grazie ad un gruppo eterogeneo di vincitori. Il presentatore della serata Jimmy Kimmel (conduttore televisivo, comico, doppiatore e produttore televisivo statunitense) ha sottolineato la professionalità dell’accademia televisiva nell’aver riunito il più diversificato gruppo di candidati nella storia del premio, a differenza dei premi Oscar, di solito molto conservatori e tradizionalisti.

Da sottolineare il record ottenuto dalla serie tv “Game of Thrones” (Il trono di Spade nell’edizione italiana) che si aggiudica la bellezza di 38 riconoscimenti in sole sei stagioni. E adesso verso l’infinito ed oltre in vista degli Oscar 2017.

Simona Ferruggia