E allora le ONG? Dove sono le ONG?

Negli ultimi cinque anni abbiamo assistito alla diffusione di una retorica fondata su attacchi strumentali al fine di creare divisioni politiche e sociali. Questo ha fatto sì che ognuno di noi si abituasse ad ascoltare e leggere polemiche sterili con l’obiettivo di fomentare l’odio o, peggio ancora, l’indifferenza e il disinteresse verso chi è considerato diverso o semplicemente “l’altro”.

In queste tre terribili settimane di quarantena, in cui abbiamo assistito inermi al dilagare di un nemico invisibile, l’Italia sembrava aver riscoperto un perduto senso di comunità con l’intento di superare insieme l’emergenza: i flash-mob al balcone, le dirette tramite i social, gli applausi per chi è in prima linea. Questo scenario di nobile patriottismo è stato bruscamente interrotto, facendoci ripiombare nel turbine delle polemiche sterili e divisive.

Da giorni, infatti, circolano messaggi tramite i principali social network nei quali si accusano le ONG di essersi eclissate e di non star facendo la propria parte per combattere il Covid-19. Tra i fomentatori di queste polemiche vi è anche Bruno Vespa, che con un video sul suo profilo Facebook lancia un appello proprio alle ONG:

«Ricordate Medici Senza frontiere?», esordisce il noto conduttore e giornalista, «quando dovevano soccorrere i migranti, lo facevano bene, lo facevano con le loro navi e la scritta Medici Senza Frontiere era visibile, molto visibile sulle loro tute. Adesso sono scomparsi. O meglio, forse sono nascosti nelle corsie di Bergamo, di Brescia, di Cremona. Forse non vogliono far sapere che sono lì e che stanno lavorando eroicamente.

Ma se per caso non ci fossero, se davvero se ne fossero dimenticati, forse è il caso di ricordarglielo: c’è bisogno di loro stavolta. Anche se non c’è politica, anche se non c’è propaganda, anche se non ci sono televisioni internazionali a propagandarne il lavoro. Che corrano e che tornino davvero a bordo, a bordo dell’emergenza».

In un video breve, Vespa è riuscito a risvegliare nuovamente “antiche” divisioni, contrapponendo in modo strumentale l’operato delle ONG in mare con l’emergenza che stiamo vivendo. Il discorso, fondato sull’accusa che le ONG operino esclusivamente con un fine politico, nasconde però un fine propagandistico e di sostegno a quella fazione politica che si è sempre schierata contro di loro.

Le accuse velate e le insinuazioni di Vespa hanno prontamente ricevuto risposta dai diretti interessati attraverso comunicati in cui spiegano il loro operato durante il Covid-19.

Il Team di Medici senza Frontiere, chiamato direttamente in causa dal video sopracitato, sta affiancando medici e infermieri degli ospedali di Lodi, Codogno, Casalpusterlengo e Sant’Angelo Lodigiano, ossia quei comuni considerati come unica zona rossa prima del decreto dell’8 marzo. Grazie a MSF sono stati riattivati circa 20 posti letto che finora risultavano inutilizzati a causa della carenza di personale ospedaliero.

Emergency, invece, oltre ad aver messo a disposizione le proprie competenze in materia di gestione di epidemie acquisite in Sierra Leone durante l’emergenza Ebola (2014), ha collaborato all’allestimento dell’ospedale da campo di Bergamo (costituito da circa 200 posti letto) nel quale gestiranno i reparti di terapia intensiva e sub-intensiva.

Inoltre, si sta occupando delle emergenze sanitarie presenti nei vari centri di assistenza presenti nel milanese, tra cui quelli adibiti per i senza tetto, per gli stranieri minori non accompagnati e in alcuni campi rom segnalati dal Comune, e ha  attivato nel comune di Milano un servizio gratuito attivo dal lunedì al sabato per la richiesta e trasporto di beni di prima necessità rivolto a tutti coloro che non hanno possibilità di uscire di casa.

Se Emergency e MSF hanno dato un contributo in termini di risorse umane, altre organizzazioni si sono prodigate nel donare nuovi strumenti e dispositivi medici: tra queste ricordiamo il contributo di Samaritan’s Purse, che ha realizzato un ospedale da campo a Cremona con 60 posti letto, e l’associazione Hope che ha donato 24 ventilatori polmonari alla regione Lombardia.

Action Aid!, ha creato la piattaforma covid19italia.help con l’obiettivo di condividere tutte le informazioni relative all’emergenza, segnalare le fake news e dare indicazioni ai cittadini circa i servizi di assistenza e volontariato attivi in Italia. Save the children, invece, si sta occupando di fornire assistenza agli insegnanti e studenti che si approcciano per la prima volta alla didattica alternativa, attraverso corsi di formazione online e la distribuzione di materiale didattico.

Queste organizzazioni sono solo alcune di quelle attive nel territorio italiano: ci sono infatti centinaia di organizzazioni e associazioni di volontariato che stanno supportando le istituzioni durante l’emergenza. È evidente che le accuse mosse da Vespa sono prive di fondamento. Di fronte a queste insinuazioni bisogna chiedersi: perché creare una polemica dal nulla? A che pro?

La risposta potrebbe essere molto semplice: si vuole escludere in partenza il nemico di sempre dalla lista dei buoni, in modo che alla fine dell’emergenza solo alcuni potranno essere considerati eroi, mentre le ONG rimarranno a ricoprire il ruolo di antagonista del popolo italiano che in questi anni gli è stato assegnato.


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