Tanti soprannomi e un solo obiettivo: conquistare gli USA. Chi è Elizabeth Warren

Di Gabriele Imperiale – «Pocahontas», «Il cane da guardia delle banche», «Lo sceriffo di Wall Street»: i soprannomi aldilà dell’oceano già si sprecano. E molti altri, di certo, verranno creati nei prossimi mesi per Elizabeth Ann Warren. La 69enne senatrice del Massachusetts – varcherà la soglia dei 70 a giugno – li ha guadagnati tutti sul “campo” e continuerà a farlo durante le prossime primarie democratiche.

Il primo di questi, Pocahontas, lo ha ricevuto direttamente da Donald Trump al termine di una delle tante schermaglie social fra i due. Definito dai maggiori giornalisti d’oltreoceano “politically uncorrect” (“politicamente scorretto”), il soprannome faceva riferimento alle origini cherokee della Warren. Origini che ha voluto dimostrare con un contestatissimo esame del DNA.  

1024px-Announcement_Day_-_Lawrence,_MA_-_47108769091Sceriffo delle banche. Elizabeth Warren è scesa in campo ufficialmente l’8 febbraio di quest’anno. Lo ha fatto a Lawrence, durante un comizio, tra le strade di quella che è la città simbolo delle lotte sindacali nel Massachusetts e nel mondo intero. Prima tra i personaggi di spicco del parterre democratico a ufficializzare la sua discesa in campo, ha usato toni che ricordano, per impeto, quelli dei sindacalisti che diedero vita, tra il gennaio e il marzo del 1912, a quello che è passato alla storia come “Lo sciopero del Pane e delle Rose”, una delle maggiori e più conosciute mobilitazioni sindacali di sempre.

Le bordate alla finanza, per cui in passato è salita alla ribalta delle cronache e ha conquistato i soprannomi su citati, non sono di certo mancate; anzi, sono state la premessa del primo attacco contro Donald Trump da neo candidata tra i democratici. «L’uomo alla Casa Bianca non è la causa di qualcosa che si è rotto. Lui è solo l’ultimo e il più estremo sintomo di ciò che è andato storto in America. Un prodotto di un sistema truccato che sostiene i ricchi e potenti, e dà calci a tutti gli altri. Una volta che se ne sarà andato, non potremo fingere che nulla di tutto questo sia mai accaduto». Quattro righe che dimostrano l’essenza delle politiche della Warren.

Perché proprio sulla lotta al sistema corrotto e piegato di fronte al volere delle banche, la Warren ha fondato la propria popolarità. Ma non soltanto lotta alla corruzione e allo strapotere bancario: al centro della sua politica c’è anche il sostegno ai consumatori, nonché verso il ceto medio. Anche se fino al 1996 votava e professava un’altra fede, quella repubblicana, è molto apprezzata dall’ala liberal dei dem e a giudicare dalle sue dichiarazioni ha già in mente che tipo di campagna condurrà. L’arzilla quasi settantenne ha suonato decisamente la carica: «La nostra lotta è per un grande cambiamento strutturale. Questa è la lotta delle nostre vite. La lotta per costruire un’America dove i sogni siano possibili, un’America che funzioni per tutti».

CatturaLa sua visione. Chiunque voglia capire che tipo di politica propone la senatrice, non deve far altro che correre sul suo sito web. Elizabethwarren.com con il suo layout – fatto di colori sgargianti e condito da caratteri cubitali –  e la sua grafica “user friendly” è la guida più semplice che ci sia per conoscere le intenzioni della candidata democratica. Nella sua lista di obiettivi compaiono: fine della corruzione a Washington, ricostruzione della classe media made in USA, rafforzamento della democrazia statunitense, eguale giustizia sotto la legge e una politica estera aperta a chiunque. Il tutto ovviamente in pieno stile Warren.