Elezioni presidenziali in Bulgaria e Moldavia: vincono i candidati filorussi
Alle elezioni tenutesi questo fine settimana per il rinnovo della presidenza in Bulgaria e Moldavia hanno vinto due candidati vicini alla Russia di Vladimir Putin e con posizioni critiche nei confronti dell’Unione Europea. Le vittorie di Rumen Radev e Igor Dodon sono state abbastanza nette.
I risultati in Bulgaria: presidenza a Radev e dimissioni di Borisov
In Bulgaria si è votato per il rinnovo della carica di capo dello Stato, un ruolo più simbolico che materiale rispetto a quello del primo ministro, data la forma di governo parlamentare. A vincere al ballottaggio con oltre il 59% dei voti è stato il generale Rumen Radev (filo-russo e antieuropeista), ex capo dell’aeronautica militare e attuale leader del Partito Socialista, il quale ha battuto nettamente Tsetska Tsacheva – esponente dei Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria – che ha ottenuto meno preferenze.
Dopo la vittoria di Radev, il primo ministro Boïko Borisov – in carica dal 2014 e con scadenza di mandato nel 2018 – ha annunciato le dimissioni, spiegando di voler dare un segnale, dal momento che la coalizione di centrodestra attualmente al governo a suo parere non ha più la maggioranza. A pesare su questo risultato elettorale sono certamente la crisi economica e politica. Inoltre, le recenti sanzioni dell’UE nei confronti della Russia hanno rafforzato il sentimento popolare antieuropeista, a favore di un avvicinamento con gli ex sovietici.
In Moldavia vince il filorusso Dodon
Analoga o comunque simile la situazione in Moldavia, dove Igor Dodon – leader del Partito dei socialisti moldavi – è il nuovo capo dello Stato, dopo che aveva già ottenuto un buon risultato al primo turno elettorale avvicinandosi al 50% +1 dei voti. Con il 57% al ballottaggio ha sconfitto la candidata filoeuropea Maia Sandu, leader di Azione e Solidarietà, che si è fermata al 43% di voti.
Anche la Moldavia, che in passato ha fatto parte dell’ex blocco sovietico, si riavvicina così alla Russia. Tra i primi annunci del nuovo capo dello Stato Dodon, la promessa di elezioni anticipate per destituire l’attuale governo e la promessa di ripristinare rapporti amichevoli con Mosca, auspicando contestualmente un miglioramento dei rapporti con Ucraina e Romania.
A sorridere alla luce di questi risultati sarà certamente Vladimir Putin, che in una settimana – considerando anche la vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti – può vantare il fatto di aver ottenuto tre successi indiretti. Nel frattempo le istituzioni europee vivono un momento di crisi di legittimità e ciò potrebbe favorire Mosca e portare ad una forzatura dei rapporti di tensione con l’UE.
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