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Cina e India, misunderstanding diplomatico all’ONU

I fatti recenti al Palazzo di Vetro hanno prodotto un’incomprensione diplomatica da parte dell’Occidente sui rapporti di Cina e India con la Russia e sulla loro posizione rispetto al conflitto in Ucraina.


Lo scorso 26 aprile è stata approvata una risoluzione dell’Assemblea Generale ONU sui rapporti tra Nazioni Unite e Consiglio d’Europa in cui si è affrontato il tema del conflitto in Ucraina. Cina e India, che da sempre hanno manifestato la loro vicinanza al Cremlino, hanno dato l’impressione di un cambio di rotta a livello diplomatico.

122 voti favorevoli, 5 contrari (Bielorussia, Siria, Nicaragua, Russia e Corea del Nord) e 18 astensioni. Inizialmente l’evento era passato inosservato ma attenti osservatori hanno individuato il riferimento all’aggressione in Ucraina al nono paragrafo del preambolo che cita quanto segue: “Riconoscendo inoltre che le sfide senza precedenti che l’Europa si trova ad affrontare in seguito all’aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina, e prima ancora contro la Georgia, e la cessazione dell’appartenenza della Federazione Russa al Consiglio d’Europa, (chiediamo) una cooperazione rafforzata tra le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa”.

Tale risoluzione sembra rappresentare un cambio di rotta non indifferente da parte dei due importanti alleati di Mosca. Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha manifestato il suo apprezzamento su Twitter scrivendo: “Accogliamo con favore la risoluzione, che qualifica chiaramente la guerra contro l’Ucraina come ‘aggressione da parte della Federazione Russa’”.

Se però osserviamo nel dettaglio la risoluzione, intitolata “Cooperazione tra le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa”, notiamo che essa fa riferimento solo in una piccola parte alla questione russa al paragrafo 9. 

Pechino, a seguito del voto tenutosi il 26 aprile, dichiara che la sua posizione nei confronti del conflitto in Ucraina non è cambiata, specificando che il voto era “sull’intero testo e non un’approvazione di quel paragrafo” specifico. Il tema principale della risoluzione riguarda i rapporti tra Nazioni Unite e Consiglio d’Europa e non sulla guerra in ucraina.

È opportuno dunque fare chiarezza sulla questione. Il Consiglio d’Europa non va confuso con il Consiglio dell’Unione europea: il primo non è un’istituzione dell’Unione Europea e di essa fanno parte 46 stati, europei (27) e non europei, quali per esempio la Russia. Si tratta di un’organizzazione internazionale fondata nel 1949 i cui obiettivi principali sono i seguenti: tutela dei diritti umani, promozione della democrazia e dello stato di diritto.

Per quanto riguarda l’ONU, è utile sottolineare che le risoluzioni sono il principale atto giuridico adottato dalle Nazioni Unite. Esse non sono vincolanti ma determinano l’indirizzo politico dell’organizzazione e dei suoi paesi membri. 

La risoluzione “Cooperazione tra le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa” concerne diversi argomenti, dalla gestione della pandemia da Covid-19 alla tutela dei diritti civili negli stati che aderiscono all’ONU fino al Consiglio d’Europa. L’argomento della guerra in Ucraina è trattato solo al nono paragrafo sopra citato. 

L’obiettivo che tale risoluzione si propone di realizzare è quello di “ripristinare rapidamente e mantenere pace e sicurezza basate sul rispetto della sovranità, dell’integrità territoriale e indipendenza politica di qualsiasi Stato, garantire il rispetto dei diritti umani e il diritto umanitario internazionale durante le ostilità, fornire assistenza alle vittime e assicurare alla giustizia tutti i responsabili delle violazioni del diritto internazionale”.  

Il testo è stato approvato dalla maggioranza dei paesi, tra cui Cina e India. Tuttavia, durante il dibattito sulla risoluzione, vi è stata un’altra votazione circa la possibilità di includere o meno il paragrafo 9 nella risoluzione finale, dove si menziona esplicitamente «l’aggressione da parte della Federazione Russa contro l’Ucraina». 

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Il risultato è stato di 80 voti favorevoli, 10 contrari e 48 astenuti, tra cui proprio Cina e India. Così, il paragrafo è stato inserito nella risoluzione finale, approvata anche da Cina e India. Inoltre, il voto è avvenuto prima della telefonata tra Xi Jinping e Volodymyr Zelensky, durante la quale quest’ultimo ha richiesto più volte al presidente cinese di sfruttare i buoni rapporti con il presidente russo Putin per un cessate il fuoco. Anche in questa occasione, Xi ha ribadito che alla base politica delle relazioni Cina-Ucraina vi è il rispetto reciproco di sovranità e integrità territoriale. 

Contestualizzare diventa dunque fondamentale, dato che in realtà Pechino e Nuova Delhi non hanno cambiato la loro posizione sul conflitto. Come sostiene Matteo Dian, docente dell’Università di Bologna, “almeno per ora  conviene concentrarsi soprattutto sul lato cinese: mette in evidenza quanto la Russia sia dipendente dalla Cina, e quanto Mosca non abbia influenza su Pechino se questa decide di avere una linea differente”.

Come ha già dimostrato in precedenti occasioni, la Cina sta cercando di proporre una nuova Global Security basata sul dialogo e sulla risoluzione dei conflitti nel rispetto dei principi di autodeterminazione e sovranità. Ne sono un esempio i 12 punti del documento proposto da Pechino sulla crisi ucraina.

Per la terra del Dragone, la situazione ucraina risulta essere un ostacolo al progetto della Belt and Road Initiative, oltre ad avere danneggiato le relazioni con l’UE. La Cina è preoccupata da un possibile cambio di regime e dall’instabilità in Russia e continua ad opporsi all’ordine internazionale dettato dell’occidente. Per queste ragioni, sostiene Dian nell’articolo sopra citato, i cinesi “continueranno a sostenere Mosca in qualche modo, per evitare una situazione critica per Vladimir Putin, ma sempre con prudenza e distinguo, per non mettere a rischio il commercio con l’Europa e il progetto di ordine alternativo, che si fonda sulla legittimità nel Global South”.

Pechino è stata più volte sollecitata dall’occidente a condannare le azioni del Cremlino. Anche la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha più volte richiesto alla Cina di esprimersi a riguardo, sostenendo che “in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Cina ha la grande responsabilità di usare la sua influenza in un’amicizia costruita per decenni con la Russia”.

Tuttavia è evidente come Pechino mantenga la sua posizione, non schierandosi né con la Russia né con l’Ucraina, come dimostrato dal suo documento sui 12 punti, erroneamente considerato come un “piano di pace”. L’obiettivo del Presidente cinese Xi Jinping è quello di rendere la Cina un “player globale”.

Contestualizzando i fatti recenti, sembrerebbe dunque che la risoluzione dell’aprile scorso sia un modo per Xi Jinping di mantenere la sua posizione neutrale, non condannando l’aggressione russa ma riconoscendola come tale per evitare un’escalation che le impedisca di raggiungere i suoi obiettivi.


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