Legge di bilancio 2024, quali ostacoli per il governo

La legge di bilancio del prossimo anno ha delle evidenti difficoltà di gestazione: le misure di spesa sono molte, le coperture difficili da trovare.


La legge di bilancio del prossimo anno ha iniziato il suo iter dopo essere stata licenziata dal Consiglio dei Ministri il 16 ottobre scorso. Non si escludono modifiche durante le varie letture parlamentari, anche se il Governo cercherà di blindarne i passaggi onde evitare il classico “assalto alla diligenza”, i cui effetti sui saldi potrebbero essere deleteri.

Il saldo della manovra dovrebbe ammontare a circa 24 mld di euro. I tre principali assi di spesa dovrebbero essere rappresentati dal mantenimento del taglio del cuneo fiscale per il 2024 (che inciderebbe per circa 15 mld), il rinnovo dei contratti del pubblico impiego (costo stimato 3 mld circa) e il finanziamento della sanità volto alla riduzione delle liste d’attesa, il cui ammontare dovrebbe constare di circa 3 mld.

Le coperture delle misure verranno per la maggior parte dall’extra-deficit allargato a 15 mld circa; altri 2 mld saranno rintracciati in una serie di tagli a tutti i ministeri e 600 milioni da tagli ai trasferimenti a comuni e regioni. Le rimanenti spese verrebbero finanziate dai tagli agli assegni pensionistici futuri, in cui è ancora presente una quota di sistema retributivo, dall’aumento della cedolare secca dal 21% al 26% per gli affitti brevi, dalla mancata proroga di alcuni bonus fiscali sull’Iva, come quello della cosiddetta “tampon tax”, e da un aumento del prezzo delle tasse su tabacco e sigarette.

Analizziamo nel dettaglio le principali misure.

Cuneo Fiscale e Pubblico impiego

Il taglio del cuneo fiscale sulla quota dei contributi previdenziali a carico del lavoratore per i rapporti di lavoro dipendente è stato confermato per il solo 2024; per renderlo strutturale o per confermarlo nel 2025 sarà necessario un nuovo reperimento di risorse con la prossima finanziaria. Esso prevede una riduzione del 6% per i redditi fino a 2.692 euro lordi mensili e del 7% per i redditi fino a 1.923 euro lordi. Per il rinnovo dei contratti del Pubblico impiego nel triennio 2022-24 sono stanziati 8 mld, di cui soltanto 3 mld per il 2024 e 5 mld per il 2025. 

Pensioni: taglio rivalutazione assegni, taglio sistema retributivo e quota 103

Molta della sostanza su questa manovra riguarda il settore delle pensioni. Come lo scorso anno, la rivalutazione delle pensioni, alla luce dell’erosione del potere di acquisto determinato dall’inflazione, non sarà completa per quelle il cui valore è superiore a quattro volte quello dell’assegno minimo. Il meccanismo della rivalutazione sarà a scalare da quattro volte il valore dell’assegno minimo fino al solo 22% di rivalutazione per le pensioni dieci volte superiori.

Vengono confermate le due misure di uscita anticipata dell’“APE sociale” – anche se viene prolungata dagli attuali 63 anni a 63 anni e 5 mesi – e di “Opzione donna”, a partire da 61 anni con la possibilità di scalare un anno in base al numero di figli fino a un minimo di 59 anni. 

Viene mantenuta “quota 103”, anche se chi volesse optare per questa opzione vedrebbe il proprio assegno calcolato esclusivamente con metodo contributivo e vedrebbe ridursi notevolmente l’assegno percepito. Infine, una misura che creerà parecchio malcontento e parecchi grattacapi al Governo è quella prevista dall’art. 34 della manovra, che dispone l’“Adeguamento aliquote rendimento gestioni previdenziali”. Al suo interno, è previsto un taglio dei rendimenti delle pensioni retributive per coloro che hanno ancora quota di esse, cioè per una platea di cittadini di circa 300.000 persone, anche se qualche sindacato indica cifre più vicine alle 700.000, per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996. 

Il taglio a regime dovrebbe permettere un risparmio per lo Stato di circa 7,8 mld di euro e potrebbe comportare una riduzione della pensione nell’ordine del 20% per i futuri pensionati (una stima è il taglio di circa 7.000 euro per potenziali pensioni di 30.000 euro annue). Le categorie del pubblico impiego coinvolte, dai medici ai maestri di scuola, hanno già minacciato una forte mobilitazione contro questo taglio.

Tasse su sigarette e tabacco e cedolare secca

Dal settore dei tabacchi verranno alcune delle risorse necessarie a coprire le misure di spesa. Dalle prime simulazioni, vi saranno aumenti nell’ordine di 10 centesimi a pacchetto e circa 30 centesimi per busta per il tabacco trinciato. Aumenti sono previsti anche per le sigarette elettroniche nel biennio 2025 e 2026. 

Anche sulla cedolare secca lo Stato dovrebbe fare cassa, nonostante le ritrosie di alcuni settori della maggioranza: la cedolare secca sugli affitti di breve durata dovrebbe salire dal 21% attualmente previsto al 26%. La ratio della norma è quella di contrastare il fenomeno diffuso di destinare una parte sostanziosa del patrimonio immobiliare verso il settore turistico, rendendo molto complesso l’affitto di lungo periodo. Se e quanto la misura otterrà i risultati previsti andrà verificato nei prossimi anni.

Fringe benefit e premi produttività

Anche sui fringe benefit vi è un ripensamento del Governo rispetto allo scorso anno. Il tetto esentasse per i lavoratori con figli a carico scende da 3.000 a 2.000 euro. Viene estesa, inoltre, dai 258 attuali a 1.000 euro la soglia esentasse per i lavoratori dipendenti, a prescindere dalla presenza di figli a carico. Viene confermata l’aliquota dell’imposta sostitutiva al 5% per i premi produttività.

Regimi agevolati Iva conclusi

I regimi agevolati dell’Imposta sul Valore Aggiunto riguardanti la cosiddetta “Tampon tax” e i prodotti sull’infanzia vedono un raddoppio, passando dal 5% attuale al 10%. All’interno delle due categorie sono ricompresi tutti i prodotti collegati: nel primo caso dagli assorbenti ai tamponi; nel secondo caso dal latte artificiale ai pannolini. 

Proroga sgravi mutuo prima casa e canone Rai

Sono prorogati gli sgravi sui mutui concessi agli under 36 sull’acquisto della prima casa per tutto il 2024. Il canone Rai verrà abbassato dai 90 attuali a 70 euro, ma continuerà a essere pagato nella bolletta dei consumi elettrici. Questa diminuzione di introiti comporterà per l’azienda pubblica o una diminuzione dei costi o una maggiore copertura della spesa attraverso i canali pubblicitari.

Zona Economica Speciale (ZES)

Infine, ma non per minore importanza, viene confermata e ricalibrata la politica di sostegno agli investimenti rappresentata dalle Zone Economiche Speciali. Le attuali, a taratura regionale, verranno sostituite da un’unica zona ricomprendente l’intero sud Italia, nella quale gli investimenti sui beni strumentali – effettuati in acquisto o in leasing, di importo superiore a 200.000 euro – godranno di un credito di imposta. La copertura della misura è attualmente di 1,8 mld di euro.

In conclusione, quella del Governo, come previsto dalle cifre della NADEF, è una manovra di piccole dimensioni fondata per lo più sul mantenimento del taglio del cuneo fiscale finanziato attraverso l’extra-deficit. I tagli alla spesa previsti e i finanziamenti assenti per alcuni settori in difficoltà (si pensi alla sanità) rendono complicata la narrazione di una manovra espansiva.

I punti maggiormente identitari, che avrebbero rischiato di far saltare l’equilibrio dei conti pubblici, per esempio il superamento della Legge Fornero o la riforma fiscale, sono rinviati ai prossimi anni. La speranza è che la congiuntura economica sia più favorevole, garantendo extra-gettito fiscale, e che le Istituzioni europee non avanzino obiezioni sui saldi di finanza pubblica fortemente deteriorati.


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