Hezbollah sostiene Gaza, sale la tensione con Israele

Dal momento dell’aggressione israeliana a Gaza, il Libano sembra deciso ad appoggiare la resistenza palestinese. Qual è la vera posizione di Beirut?


Da quando è iniziata l’invasione di terra di Israele nella striscia di Gaza, si sono verificati scontri anche al confine nord col Libano. La guerra tra Hamas e lo stato ebraico ha portato Hezbollah, il partito pro-Hamas al governo libanese, ad appoggiare i militanti con attacchi ripetuti ai quali è seguita la risposta immediata di Israele, con vittime da entrambe le parti, soprattutto tra i libanesi, secondo quanto riporta il Jerusalem Post.

Oltre al fuoco incrociato sul confine nord di Israele, tuttavia, il discorso del 3 Novembre di Hassan Nasrallah – il capo libanese di Hezbollah – ha lasciato intendere parecchie cose. La prima è che, stando alle parole di Nasrallah, l’attacco del 7 Ottobre che ha scatenato il conflitto sarebbe stato interamente di origine palestinese, senza l’aiuto esterno dell'”Asse della Resistenza“, ovvero la coalizione a guida iraniana formata da Hezbollah, Hamas e dagli Houthi, tutti in conflitto con Israele su piani diversi.

Ciò dovrebbe indurre a una ulteriore constatazione, ovvero che le forze libanesi e palestinesi possono agire in assoluta autonomia rispetto all’Iran, cosa particolarmente importante per un Libano in profonda crisi economica e politica.

In seconda battuta, il discorso di Nasrallah ha lasciato intuire che, allo stato attuale, non si ha l’interesse ad allargare il conflitto. Piuttosto, sia l’Iran che il Libano potrebbero prediligere un cessate il fuoco, opzione che Israele per ora rifiuta. In caso il conflitto dovesse prolungarsi, tuttavia, il Libano si potrebbe considerare in guerra con lo stato ebraico a partire dal 7 Ottobre, giorno del fatidico attacco di Hamas.

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Un terzo punto sollevato dal discorso di Nasrallah è “la presunta debolezza israeliana“: lo stato ebraico, secondo il leader di Hezbollah, non sarebbe in grado di reggersi da solo ma avrebbe bisogno del sostegno americano nel Mar Mediterraneo, ragion per cui Hezbollah si dichiara pronto a combattere la flotta statunitense.

Dal canto loro, gli Stati Uniti avrebbero un altro motivo per rafforzare le difese israeliane: secondo un rapporto del Wall Street Journal, citato anche da altre fonti ma smentito dal Cremlino, i mercenari della Wagner – rimasti nel limbo sul fronte ucraino dopo la morte poco chiara del leader Yevgeny Prigozhin – sarebbero pronti a fornire un sistema di difesa antiaereo a Hezbollah per contrastare gli attacchi dell’aeronautica israeliana. Nonostante la smentita, sembra tuttavia che gli Stati Uniti abbiano preso sul serio questa potenziale minaccia e siano già pronti a fornire a Israele l’aiuto necessario.

Sempre a proposito di sostegno esterno, sembra che Hezbollah abbia di recente ricevuto aiuti dall’Iran: secondo un rapporto dell’esercito israeliano, una piccola forza filo-iraniana di stanza in Siria si sarebbe spostata nel sud del Libano per rafforzare la linea di confine contro Israele.

In effetti, anche se i numeri nei combattimenti tra Israele e Libano sono decisamente più bassi rispetto a quelli del fronte di Gaza, i bombardamenti aerei israeliani continuano a tenere sotto scacco anche la linea libanese, sebbene Israele parli soprattutto di obiettivi terroristici. La debolezza interna dello stato ebraico, dunque, non sembra fermare la linea aggressiva del premier Benjamin Netanyahu che, almeno provvisoriamente, ha riunificato il paese sotto la sua egida. Ora si aspetta di capire come le altre forze nemiche di Israele decideranno di muoversi se l’attacco a Gaza dovesse continuare.


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