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Il sorprendente attacco a Israele e le sue conseguenze

L’attacco lanciato da Hamas nei confronti di Israele ha colto tutti di sorpresa. Quali saranno le conseguenze di questo gesto?


Ore bollenti in questo momento in Israele, che sta subendo un’offensiva militare su più fronti da parte di Hamas, in un attacco che viene da molti considerato senza precedenti. In effetti, i numeri risulterebbero altissimi: l’Ufficio stampa governativo israeliano conferma “oltre 2000 feriti e 600 uccisi solo tra gli israeliani”. Inoltre, gli attacchi di Hamas non si sarebbero limitati solo a questo, dal momento che si parla di più di 100 rapiti, sui quali però Israele non ha ancora dato conferme ufficiali.

La situazione nel Medio Oriente è sempre stata delicata ma questa scintilla scatenata dalle migliaia di razzi lanciati da Hamas potrebbe essere far divampare un incendio con conseguenze gravissime. Israele ha già decretato, per bocca del presidente Netanyahu, “lo stato di guerra” in risposta all’attacco avvenuto durante la Simchat Torah (in ebraico “Gioia della Torah”), festa conclusiva della Sukkot – la festa dei tabernacoli. Nell’immediato, la risposta iniziale non si è fatta attendere e i raid aerei israeliani hanno causato circa 400 vittime nella striscia di Gaza. Netanyahu ha dichiarato che non ci sarà scampo per i militanti di Hamas ma che “la guerra sarà lunga e difficile”.

Una completa risposta militare, tuttavia, potrebbe richiedere del tempo, per due motivi principali: il primo, la presenza di ostaggi non solo israeliani ma di varie nazionalità, dà ai militanti di Hamas un peso negoziale nei confronti del governo di Israele, anche se al momento non sembra si sia avviato un dialogo di alcun tipo in questo senso.

Il secondo, invece, sono le divisioni interne al paese stesso. Come già trattato in precedenza, prima dell’attacco Israele stava vivendo una crisi interna dovuta alla controversa riforma della giustizia, che aveva visto anche i riservisti dell’esercito tra i manifestanti. Bisogna tuttavia tenere in conto che l’azione di Hamas potrebbe giocare a favore di Netanyahu, nel tentativo di riunire tutte le frange della popolazione contro un nemico comune.

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Fortissima la risonanza a livello internazionale dopo la notizia dell’attacco, arrivato a sorpresa anche per le organizzazioni di intelligence: gli Stati Uniti si sono dichiarati apertamente a favore di Israele, a cui verranno date nuove armi diverse da quelle mandate all’Ucraina, per via delle differenze militari sui due rispettivi fronti. L’Unione Europea assume una posizione più cauta; seppur sempre in difesa dello stato ebraico, auspica una interruzione dei combattimenti, in quanto da anni si trova a finanziare sul piano economico la ANP, l’Autorità Nazionale Palestinese, nel tentativo di sovvenzionare una soluzione “a due stati”.

L’ONU ha riunito il consiglio di sicurezza, mentre i leader del mondo continuano a esprimere solidarietà allo stato ebraico e sperare in una soluzione rapida e pacifica al conflitto, che potrebbe prendere invece strade piuttosto pericolose. Voci fuori dal coro che hanno invece elogiato l’attacco, al momento, arrivano dall’Iran e da Hezbollah, il partito filo-iraniano che fa parte della coalizione di governo in Libano, dove peraltro alcune persone sono scese in strada per festeggiare l’attacco di Hamas a Israele.

Il governo israeliano, peraltro, sembra molto determinato a ignorare gli appelli al cessate il fuoco che vengono anche dalla vicina Turchia e dalla Cina. Le posizioni del governo più a destra della storia del paese non fanno altro che aggravare una situazione che persiste ormai da molto tempo, tra dichiarazioni molto indicative e una continua escalation della tensione, tra raid ai villaggi palestinesi e risposte terroristiche da parte dei gruppi paramilitari. Una situazione che sembra aver raggiunto e superato un livello di guardia e che potrebbe avere conseguenze catastrofiche nella regione e non solo.

(Immagine di copertina YOUSSEF MASSOUD | AFP via Getty Images)


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