La carne sintetica è davvero una minaccia?
In un mondo alle prese con la crisi climatica, lo stop del governo italiano alla produzione e alla vendita di carne sintetica dimostra che il profitto è l’unico interesse della classe dirigente.
“Non c’è più tempo!”. Tutte le comunità scientifiche si trovano d’accordo sul fatto che il tempo per cambiare rotta nei confronti della crisi climatica è finito. Bisogna agire adesso ed in maniera incisiva. Sul pianeta Terra si trovano ormai 8 miliardi di persone circa distribuite in circa 200 paesi, questi ultimi divisi in paesi sviluppati, paesi in via di sviluppo e paesi del terzo mondo, in base alla loro condizione e struttura socio-economica.
La maggior parte delle persone abitano nei paesi in via di sviluppo e nei paesi del terzo mondo che sono quelli che inquinano di più, avendo una popolazione più numerosa ed avendo delle politiche industriali più arretrate ed incentrate sul profitto.
L’ultimo rapporto ONU sul clima è stato molto duro e chiaro, bisogna cambiare rotta e bisogna che siano i paesi economicamente e socialmente più sviluppati a farsi carico di questa innovazione per ridurre le emissioni.
Una parte della comunità scientifica afferma, in controtendenza, che nella storia del pianeta questi cambiamenti sono sempre avvenuti in maniera ciclica, e questa è un’evidenza innegabile. C’è da considerare però, che nel passato, quando questi cambiamenti climatici hanno modificato la biodiversità del mondo, la presenza dell’uomo era pressoché irrilevante e l’uomo stesso presentava una capacità di adattamento al cambiamento maggiore.
Oggi il cambiamento climatico, accelerato dall’inquinamento, diventa insostenibile per alcune popolazioni e per l’uomo stesso che ha congelato la sua capacità di adattamento e soffre dello scioglimento dei ghiacciai, dell’innalzamento delle acque, delle inondazioni dovute ad un aumento della siccità ed alla concentrazione in brevissimo tempo di precipitazioni che distruggono il territorio.
Gli impatti dei cambiamenti climatici sulla vita dell’uomo sono numerosi e chi si rifiuta di vederli o è miope o non vuole preoccuparsene. La natura, si sa, trova sempre il suo equilibrio, per quanto crudele; trova sempre il modo e la strada di rifiorire. L’uomo no, e allora reagisce come può attraverso migrazioni e guerre, nonostante la scienza offra delle soluzioni più rapide, più economiche e pacifiche.
Una di queste è la carne sintetica. Da anni gli scienziati studiano come poter produrre della carne controllata, sicura e con valori nutrizionali adeguati a partire da cellule staminali animali. Fino a qualche anno fa, questa sarebbe sembrata la trama di un film di fantascienza, oggi è realtà. L’industria agricola e gli allevamenti intensivi, la produzione di mangimi e lo sfruttamento dei terreni per il pascolo e per la produzione di cibo per alimentare gli animali sono una delle filiere più inquinanti al mondo. Una filiera che conta tra i maggiori consumi di acqua ed energia e tra le maggiori emissioni di gas serra.
Gli allevamenti intensivi, inoltre, non hanno nessuna cura o sensibilità per la vita degli animali, trattati come merce, senza nessuna considerazione della sofferenza.
La notizia di questi giorni è la proposta da parte del governo italiano a guida Meloni di un disegno di legge che prevede lo stop alla produzione e commercializzazione di carne sintetica, con multe esorbitanti nei confronti dei trasgressori. La notizia ha creato sdegno e sgomento, perché se da un lato ci sono manifestazioni, mobilitazioni e costanti richiami alla tutela ambientale, dall’altro i governi sono miopi, per paura di distruggere delle filiere economiche e quindi perdere consensi.
Una nota a questo disegno di legge è l’apertura alla vendita di prodotti approvati dall’Efsa e commercializzati in altri paesi UE. Come Ponzio Pilato che si lavò le mani sulle sorti di Cristo, anche il governo italiano, come d’abitudine, sanifica bene le dita che si allungano per abbracciare il dio denaro. Il messaggio è chiaro: tutelare l’ambiente sì ma fatelo prima voi, in questo eterno dualismo tra noi e gli altri.
Come quando la produzione delle auto elettriche non fu incentivata ed oggi viene vista come una svolta alla mobilità privata e non, come quando la produzione di energia green non fu sostenuta dai vari governi ed oggi è una realtà consolidata, come quando la farina di insetti è stata posta come alternativa alla produzione di farina di grano ed anche quella è stata bloccata.

Ma perché la carne sintetica fa così tanta paura? La cosa che sconvolge di più è l’appoggio di Coldiretti a queste politiche di chiusura. In realtà, con un adeguato ragionamento, non stupisce più di tanto. Coldiretti tutela gli interessi economici dei propri iscritti, è innegabile, ma dovrebbe essere lungimirante, perché quando fra una decina di anni non ci sarà più acqua per irrigare i campi per la produzione di mangimi per gli animali, sarà tardi per appoggiare le politiche sull’inclusione di produzioni alternative.
Sarà tardi quando non ci sarà più spazio per allevare animali per produrre quantità di carne per poter sfamare 10 miliardi di persone. Sarà tardi quando il numero di tumori e di malattie croniche dovute all’alimentazione sarà insostenibile per i Servizi sanitari Nazionali. Sarà tardi quando l’antibiotico resistenza costringerà l’industria farmaceutica a produrre farmaci sempre più forti e di conseguenza con maggiori effetti collaterali.
C’è solo da guadagnare dall’apertura di nuove frontiere come la carne sintetica e la farina di insetti. Si aprirebbe un nuovo settore industriale, un nuovo business da cui creare PIL (l’ossessione dei governi contemporanei), perché in realtà è questo il problema.
Non importa a nessuno dei cambiamenti climatici, delle guerre, delle migrazioni, delle inondazioni. La realtà è che non importa a nessuno delle generazioni future, dei figli, dei nipoti, non importa niente a nessuno. L’unica cosa che interessa è il profitto, che deve essere solo dell’individuo e non di tutti. E allora al diavolo la carne sintetica, l’energia rinnovabile e tutte queste castronerie capaci di risollevare le sorti della società. E’ importante che la gente stia male, che soffra, che ci sia disuguaglianza sociale, che ci siano i poveri contro i ricchi.
La carne sintetica è il male, la scienza è il diavolo. La speranza è l’ultima a morire, ma in questi anni la fiducia della gente è stata riversata nei confronti delle persone sbagliate, di una classe dirigente miope, egocentrica, interessata solo al consenso e alla auto-esaltazione. Hanno insegnato a chiudere gli occhi davanti alla sofferenza animale, alla gente che affoga, alla deforestazione ma hanno aizzato le masse per il denaro, per il profitto, per l’autoaffermazione.
Esiste una soluzione a tutto questo? Forse si Esistono tante realtà della società civile che promuovono comportamenti sani ed adeguati, nel rispetto della natura e degli animali, senza sfociare necessariamente in movimenti estremi. Potrebbero essere proprio loro, insieme alla scuola e alla televisione, a sensibilizzare in maniera adeguata le coscienze delle persone.
Ricordando sempre che alla fine un hamburger di una nota catena di fast food non è tanto più chimico di un hamburger fatto in laboratorio.