Il calore estremo, un altro pericolo che l’uomo non può ignorare

È solo un’impressione o questo 2022 sembra contraddistinto da anomale ondate di calore che colpiscono brutalmente diversi Paesi non abituati a questi ritmi estremi? 


Nel caso sia – ed è la nostra situazione attuale – una condizione brutale e in peggioramento negli ultimi anni, conseguenza del cambiamento climatico dentro cui stiamo sopravvivendo, allora è il momento di chiedersi se le temperature estreme che in questi mesi estivi hanno ucciso già migliaia di persone nel mondo “boreale” siano concretamente pericolose per l’umanità. 

Ricerche recenti, infatti, suggeriscono che l’uomo possieda una tolleranza al calore (heat stress tolerance) ben più limitata di quanto abbiamo sempre pensato. Probabilmente, nei prossimi anni, milioni di persone risulteranno ogni anno a rischio di soccombere al caldo anomalo e sempre di più. Qualcuno sorriderà ancora alle raccomandazioni dei telegiornali per anziani e bambini a rinfrescarsi e bere spesso, ma c’è poco da ridere: il calore estremo è l’ennesima sfida dell’umanità.

“Il caldo c’è sempre stato”

Il cambiamento climatico ha avuto nella lunga storia del nostro Pianeta una serie di fasi e di “sbalzi” di temperatura estremi, eventi che hanno portato (anche durante la comparsa e il popolamento del genere umano sulla Terra) l’uomo e differenti specie viventi a sviluppare la propria capacità di acclimatarsi. I cambiamenti di temperatura, dunque, nel corso della storia umana sono stati dapprima sofferti e successivamente “dominati”, in un modo o nell’altro.

È vero – come dice qualche sostenitore dell’esistenza di un pianeta sostanzialmente pazzo, la Terra, al quale non abbiamo fatto alcun male, come genere umano, per influenzare il cambiamento climatico – che nel corso del tempo geologico, ci siano stati molti cambiamenti climatici, alcuni estremi, e che gli esseri umani vi abbiano resistito, ma siamo giunti in un momento in cui questi cambiamenti stanno avvenendo molto più rapidamente. Inevitabile che ne risenta quella capacità di acclimatarsi sviluppata nei millenni e che, banalmente, ha consentito alla nostra specie di non estinguersi.

Cosa sta succedendo nel mondo

Già a marzo di quest’anno nell’Asia meridionale, in particolare in alcune zone dell’India, sono state toccate temperature intorno ai 45 gradi; in Pakistan, le temperature registrate sono arrivate fino a oltre i 49 gradi, e non stiamo parlando di grandi torridi deserti. Il Giappone ha registrato la sua peggiore ondata di caldo dall’inizio delle sue statistiche nel 1875, con un dato mai segnato di 40,2 gradi; stesso destino per le città costiere della Cina e per gli Stati Uniti dove tra il Midwest, il sud e l’ovest le temperature hanno raggiunto per molti giorni – a raggiungono in alcuni casi – picchi superiori ai 40 gradi. 

L’arrivo dell’estate in Europa è stato accompagnato da immediati allarmi di siccità e ondate di calore estremo che hanno innescato o alimentato anche violenti incendi che hanno bruciato circa mezzo milione di ettari (un dato che è già superiore a quello di tutti gli incendi dello scorso anno). Il Regno Unito ha registrato il suo record più caldo di sempre lo scorso 19 luglio, quando le temperature hanno raggiunto i 40,3 gradi C nel villaggio inglese di Coningsby, un evento eccezionale e preoccupante, con buona pace degli inconsapevoli interpreti di quello che è sembrato un remake di una scena di Don’t Look Up in una rete britannica.

Non è il solito calore ed è pericoloso

Il tasso di riscaldamento globale sulla Terra è senza precedenti. Anche se i più acuti osserveranno che “in estate fa sempre molto caldo”, va detto come gli scienziati abbiano affermato da tempo come il cambiamento climatico, aggravato e spinto verso situazioni estreme dall’uomo, avrebbe portato ondate di calore anomale. 

Negli ultimi tre decenni anni l’esposizione dell’essere umano al caldo estremo è aumentata a dismisura: secondo una ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) – la rivista della National Academy of Sciences of United States, una delle riviste scientifiche più citate al mondo – stando alla misurazione dell’esposizione al calore estremo urbano in 13.115 città dal 1983 al 2016, l’esposizione urbana è aumentata di quasi il 200 per cento e il fenomeno ha incluso 1,7 miliardi di persone.

mappa globale calore
Dati dei giorni centrali di luglio 2022 – Joshua Stevens/osservatorio della Terra della Nasa

Il caldo mette a dura prova la salute umana e può causare crampi, collassi da calore, spesso fatali. L’esposizione al calore e una frequente disidratazione (anche non avanzata) possono portare a malattie renali e cardiache. Le temperature eccessivamente elevate possono cambiare il comportamento, aumentando l’aggressività e diminuendo la capacità di concentrazione.

Ma l’uomo può sopportare il calore fino a un certo limite. Nel 2010, gli scienziati hanno stimato che il limite teorico di stress termico arrivasse a una temperatura di “bulbo umido” di 35 gradi centigradi – che, tradotti nel meteo che vediamo in televisione, sono molti di più – ma diversi studi hanno provato che questa soglia è possibilmente anche più bassa. Questo tipo di misurazioni dipendono inoltre da una combinazione di umidità e temperatura dell’aria a “bulbo secco” misurata da un termometro. 

Queste variabili consentono di registrare quei 35 gradi in diversi modi, cioè se l’aria, per esempio, è di questa temperatura con il 100 per cento di umidità, o se la temperatura dell’aria è di 46 gradi e c’è il 50 per cento di umidità. La differenza sta nel raffreddamento evaporativo, ovvero nella capacità della nostra pelle – dato che stiamo parlando dell’essere umano – di far evaporare il sudore e di disperdere calore in un ambiente circostante secco (molto favorevole all’evaporazione) o molto umido (sfavorevole all’evaporazione). Per questa dinamica il caldo umido fa “soffrire” di più: il sudore non evapora, resta sulla pelle come una “coperta”, impedendo la dispersione di calore corporeo.

Va sottolineato come tutti gli ambienti, sia quelli caldi e secchi che quelli caldi e umidi, possono rivelarsi ugualmente pericolosi. Nel primo caso, dove la temperatura esterna può essere molto più alta della temperatura della pelle, i corpi umani dipendono interamente dalla sudorazione per rinfrescarsi; nel secondo caso, dove la temperatura dell’aria può essere più fresca della temperatura della pelle (ma l’umidità la fa sembrare ben più insopportabile), il corpo non può sudare in modo efficiente. Parlando di percezione del calore da parte dell’uomo, inoltre, ci sono da considerare le diverse dimensioni corporee da un individuo all’altro, la capacità di sudare, l’età e l’adattamento al clima regionale.

Le ondate di calore sono (l’ennesimo) cataclisma del futuro

Gli eventi estremi degli ultimi decenni hanno testimoniato come la sopportazione umana delle ondate di calore potrebbe essere ben inferiore a quei 35 gradi (a bulbo umido, quindi al 100 per cento di umidità). L’ondata di caldo in Europa del 2003, che ha causato circa 30mila morti, l’ondata di caldo russa del 2010, che ha ucciso oltre 55.000 persone, hanno superato di poco le temperature di bulbo umido di 28 gradi (generalmente vicine e di poco superiori ai 40 gradi come indicato dai notiziari). 

Se la tolleranza del corpo umano è effettivamente minore di quanto si pensa, ciò potrebbe significare che milioni di persone in più, in futuro, saranno esposte al rischio del calore, che colpirà più duramente con ondate estreme a causa del cambiamento climatico che l’uomo stesso sta continuando ad aggravare.


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