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Lago di Pergusa, perché questo misterioso gioiello rischia di sparire

La misteriosa bellezza del lago di Pergusa ha ispirato poeti e scrittori di ogni epoca. Questo gioiello siciliano, però, oggi è in grave pericolo.


Il lago di Pergusa, situato nel cuore della Sicilia, è considerato un luogo di rara bellezza che racchiude oltremodo un grande valore storico e culturale. Si narra che le sue acque cristalline siano state, in un tempo remoto, la dimora di ninfe e divinità mitologiche: queste hanno ispirato per secoli poeti e scrittori di ogni epoca, da Cicerone a John Milton. Ma ci tocca segnalare che questo gioiello siciliano nelle vicinanze di Enna è oggi in grave pericolo. 

Le acque del lago di Pergusa hanno interessato in tanti poiché si tratta dell’unico lago chiuso d’Italia; lo specchio d’acqua, infatti, è privo di emissari superficiali. La sua formazione, avvenuta ai piedi del Monte Carangiaro a un’altezza di 667 metri sul livello del mare, è avvolta nella leggenda e si perde nella notte dei tempi.

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Anticamente, il lago era ricco di pesci e circondato da una fitta foresta, la posizione strategica lo rendeva un punto di riferimento per gli uccelli migratori, che qui nidificavano indisturbati. Si trattava anche di un luogo sacro, tanto che vi si celebravano riti propiziatori

La sua bellezza e la sua aura di mistero hanno ispirato miti e leggende, come quella del carro di Cerere trainato da serpenti che si fermò sulle sue rive. Ovidio, nelle sue Metamorfosi, narra la storia di Proserpina rapita da Plutone e, di qui, portata negli Inferi. Claudiano, nel suo poema Il ratto di Proserpina, descrive poi il lago come un luogo di “chiare acque profonde, cinto alle rive da ombrose selve”.

Il curioso fenomeno naturale di Pergusa: il lago di sangue

Il “mistero” affascina gli uomini da millenni. Il fenomeno delle acque rosse del lago di Pergusa, infatti, ha ammaliato e spaventato l’uomo fin dai tempi antichi. Le acque del lago assumono periodicamente una colorazione rosso-violacea, trasformando il lago in un “Lago di sangue”.

L’enigma scientifico è stato risolto dopo secoli di ipotesi e miti. Nel 1932, il professor Ramiro Fabiani si recò al lago per studiare questo evento straordinario. Fabiani raccolse campioni di acqua e li analizzò nei suoi laboratori a Verona. Le ricerche del professore rivelarono che il fenomeno era causato da batteri da acque solforose. Fabiani identificò due tipi di torbida: quella a riva, formata da “thiopolycoccus ruber”, e quella nella parte centrale del lago, formata da “thiopedia rosea” e “lamprocystis roseo persicinia”.

La proliferazione di questi batteri è un processo naturale che si verifica in determinate condizioni ambientali, come la mancanza di ossigeno e la presenza di solfati. Il processo, però, è ben conosciuto da molto tempo dall’uomo solo che non esistevano strumenti adeguati per conoscerlo microscopicamente nell’antichità.

La spirale discendente del lago di Pergusa

A partire dal XIX secolo, il lago ha subito un drammatico calo del livello dell’acqua.

Siccità, prelievi eccessivi e interventi scellerati hanno contribuito al deterioramento del lago. La scomparsa del canneto e la salinizzazione delle acque hanno danneggiato l’habitat di numerose specie. In questa situazione, attualmente, il lago di Pergusa si può considerare un ecosistema fragile e minacciato. La sua bellezza selvaggia e il suo fascino storico rischiano di sparire per sempre.

Il lago, un tempo il più grande lago naturale della Sicilia, si è ridotto a una pozza d’acqua di pochi metri, ed è concretamente minacciato dalla siccità e dall’incuria. Le cause del suo prosciugamento sono molteplici e complesse. Bisogna sottolineare come la mancanza di manutenzione dei canali di alimentazione, l’immissione di specie aliene come le carpe e, in modo evidente, i cambiamenti climatici stiano rendendo le condizioni del lago di Pergusa sempre più frequentemente dominate dalla pressoché siccità.

La riserva naturale che dovrebbe tutelare il lago è priva di un direttore e di personale dedicato, i monitoraggi sono fermi al 2015. Non solo: non si attuano le misure necessarie per la salvaguardia di questo nostro prezioso patrimonio naturale.

La situazione del lago di Pergusa, però, relativamente all’ultimo anno, non è passata inosservata. Legambiente ha già lanciato l’allarme e ha sollecitato l’intervento delle istituzioni. La Regione Siciliana si starebbe attivando per ripristinare il monitoraggio del lago, pulire i canali di alimentazione e attuare un piano di ricarica idrica.

La mobilitazione di cittadini, associazioni e istituzioni, lo sappiamo, rappresenta un passo importante per salvare il lago di Pergusa. La strada, però, è ancora lunga e piena di incognite.

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