Gaza, patrimonio culturale distrutto

Gaza, la distruzione del patrimonio culturale

Continua il genocidio culturale palestinese. I bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza stanno danneggiando e distruggendo oltre alle tante vite umane, anche i simboli della loro cultura. 


La cultura storica in Palestina, sta subendo una devastazione senza precedenti: si inizia a parlare di “genocidio culturale” palestinese. La Striscia di Gaza era un territorio ricco di storia e cultura: i bombardamenti israeliani, iniziati cinque mesi fa, hanno ridotto in rovina innumerevoli tesori del patrimonio causando un vero e proprio genocidio culturale palestinese.

Questi monumenti, testimoni di millenni di storia, sono più di semplici strutture: rappresentano l’identità di una nazione, la sua arte, la sua storia e le sue radici. La loro distruzione, quindi, non è solo un danno materiale, ma un attacco all’identità del popolo palestinese. Molti ritengono che questa sistematica distruzione del patrimonio culturale possa essere definita come un genocidio culturale.

Gaza, la distruzione del patrimonio culturale

Nonostante gli sforzi dei ricercatori di catalogare e valutare lo stato dei siti storici, il ritmo della distruzione supera la loro capacità di documentazione. La perdita di queste testimonianze della storia palestinese è una tragedia: è la cancellazione di un popolo e della sua storia. Mentre la comunità internazionale rimane in gran parte in silenzio, il popolo di Gaza continua a lottare per preservare la sua identità e la sua storia, nonostante le avversità.

La resistenza culturale a Gaza: un baluardo contro l’oblio

In Palestina, la distruzione del patrimonio culturale è diventata un simbolo di una lotta più ampia. Mentre i bombardamenti continuano a cancellare secoli di storia, gli esperti locali si sforzano di documentare e preservare ciò che rimane. Questa resistenza culturale è diventata un atto di sfida, un rifiuto di lasciare che la storia palestinese venga cancellata.

Nonostante le difficoltà, questi custodi della cultura continuano il loro lavoro, consapevoli che ogni sito salvato, ogni artefatto conservato, è una vittoria contro l’oblio. Questa lotta per la preservazione del patrimonio culturale non è solo una questione di conservazione del passato, ma un atto di resistenza per il futuro. La storia e la cultura sono fondamentali per l’identità di una nazione, e in Palestina, questa identità è difesa con determinazione e coraggio.

Un attacco alla storia e all’identità

Il conflitto in corso nella Striscia di Gaza ha lasciato cicatrici profonde anche sul patrimonio culturale della regione. Numerosi siti storici di inestimabile valore, testimonianze millenarie della ricca cultura della regione, sono stati ridotti a rovine. Il fotoreporter Ismail al-Ghoul, residente a Gaza City e collaboratore di Al Jazeera, ha documentato questa tragedia attraverso le sue lenti, offrendo al mondo una visione dolorosa delle devastazioni.

Tra i siti danneggiati, figurano la chiesa bizantina di 1.600 anni nel distretto di Jabalia, l’hammam al-Sammara, un bagno turco secolare nel quartiere di Zeitoun, e il Qasr al-Basha del XIII secolo, lo scorso gennaio.

Gaza, la distruzione del patrimonio culturale

«Un danno molto esteso, terribile – dichiara il portavoce del municipio di Gaza Husni Mohanna – Quasi tutti i reperti che si trovavano all’interno sono stati danneggiati in maniera irreparabile». Qasr al-Basha era un edificio del XIII secolo, costruito dal sultano mamelucco Zaher Baibers. Durante una visita a Gaza si innamorò di una donna locale e costruì per lei e per i figli un edificio degno del suo rango. Si tratta di un complesso di due edifici nei quali erano custoditi reperti archeologici di epoca romana, fenicia, persiana e ottomana.

Il ministero dall’Informazione di Gaza ha reso noto che «durante la guerra sono andati distrutti 200 dei 325 siti archeologici della Striscia». «Israele – ha accusato – vuole cancellare ogni legame di Gaza con il suo patrimonio storico».

Questa distruzione sistematica del patrimonio culturale è vista da molti come un attacco diretto alla storia e all’identità del popolo palestinese. In questo contesto, la comunità internazionale è chiamata a testimoniare questa perdita irreparabile e a promuovere la conservazione della cultura e della storia in tempi di conflitto.

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