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Donne e diritti: mentre in Francia l’aborto entra in Costituzione, in Italia si va nella direzione opposta

Lo scorso 4 Marzo la Francia è stata il primo Paese al mondo ad inserire l’aborto tra i diritti costituzionali, nel frattempo, in Italia, c’è chi chiede l’obbligo di ascoltare il battito fetale prima dell’interruzione di gravidanza. 


La settimana che ci porta verso la Giornata Internazionale della Donna inizia con un enorme passo avanti in materia di diritti. Il Parlamento francese ha votato, con una maggioranza storica (780 favorevoli, 72 contrari), la riforma dell’articolo 37 della Costituzione, introducendo la frase: «La legge determina le condizioni nelle quali si esercita la libertà garantita alle donne di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza», e diventando il primo Paese al mondo ad includere l’aborto tra le libertà costituzionalmente garantite.

La costituzionalizzazione di questa libertà di scelta ha un valore storico molto elevato, sia perché riscatta tutte le donne che hanno dovuto subire il rischio di aborti clandestini a costo, spesso, della vita, sia perché consegna alle donne francesi di domani un futuro più sicuro, impedendo ai governi che verranno di modificare a piacimento l`accesso all`interruzione di gravidanza.

In un mondo in cui le donne continuano a lottare per la libertà di decidere della loro vita e del loro corpo, sono tanti gli Stati dichiaratamente democratici che negano il diritto alla scelta di abortire.

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Primi fra tutti gli Stati Uniti, in cui nel 2022, in un moto involuzionario che mise alla prova le più solide teorie darwiniane, la Corte Suprema ha deciso di togliere la tutela sul diritto all’aborto, fino a quel momento garantito, con la conseguenza che oltre la metà dei cinquanta Stati ha vietato o reso impossibile l’accesso all’interruzione di gravidanza.

Decisioni paradossali, che riportano indietro di decenni le battaglie per i diritti delle donne e che sono molto piu` vicine a noi di quanto vorremmo pensare. 

In Italia, infatti, la destra ha portato alla Camera una proposta di legge che costringerebbe le donne ad ascoltare il battito del feto (come avviene in Ungheria), prima di poter procedere con l’aborto.

Come se il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza non fosse già fortemente ostacolato in un Paese in cui i medici obiettori di coscienza arrivano ad essere anche il 100 per cento in molte strutture sanitarie pubbliche.

A due giorni dalla Giornata Internazionale della Donna, il traguardo francese ci ricorda l’importanza di non smettere di lottare anche per mantenere ciò che già abbiamo, e che spesso diamo per scontato. 

Per quanto sia frustrante, questo mondo non è a misura di donna, non ancora, non oggi, ma ci possiamo lavorare, e la Francia ce ne ha dato una prova.

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