Povere Creature, film candidato

Povere creature! è un viaggio onirico nel grottesco

Povere Creature! è l’adattamento dell’omonimo libro del 1992 di Alasdair Gray, diretto da Yorgos Lanthimos, che porta sul grande schermo una favola grottesca, che mette in evidenza la voglia di conoscenza e l’autodeterminazione femminile. Vincitore del Leone D’oro di Venezia e candidato a 11 premi Oscar. 


Quando si sceglie di andare a vedere Povere Creature!, l’ultimo film di uno dei migliori registi viventi Yorgos Lanthimos, ci si accinge ad effettuare un vero e proprio viaggio. La pellicola visionaria dai margini colmi di significati, è stata da molti paragonata a Barbie, per il percorso di autodeterminazione della protagonista femminile. Sicuramente Povere Creature!, rientra in questo filone di film, con una narrazione incentrata sul personaggio femminile, e sul suo percorso di emancipazione.

Ma ridurre quest’opera ad un solo significato sarebbe mozzare quest’ultima di molti arti. Stilisticamente dal sapore Vittoriano ma assolutamente onirico, la pellicola in tutta la sua struttura è un intenso racconto che ci accompagna in ogni suo meandro, arricchito oltre che dalla bravura del cast, dalla colonna sonora e la fotografia, in una narrazione totalizzante. Il racconto del viaggio verso la conoscenza e l’esplorazione della povera creatura “donna-bambina”, ci spinge ad una visione più analitica e pragmatica di ciò che spesso accompagna l’essere donna, non solo nella società vittoriana ma anche in una visione più contemporanea.

Bella Baxter (Emma Stone), torna alla vita grazie al lavoro visionario dello scienziato Godwin Baxter (Willem Dafoe), che se ne prende cura come un padre ma registrando meticolosamente ogni progresso della sua creatura, con l’aiuto del suo assistente Max McCandles (Ramy Youssef), assolutamente incuriosito ed incantato da Bella.

A primo impatto la trama potrebbe ricordare un Frankenstein al femminile, ma a differenza dell’opera di Mary Shelley, la creatura in questione evolve se stessa e la sua coscienza, avviando un processo di miglioramento della comprensione di sé e del mondo circostante.

Il viaggio della donna-bambina Bella, comincia dall’incontro con Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), che ammaliato dalla giovane e inconsapevole della sua condizione, le propone di vedere il mondo. Duncan è il classico uomo affascinante che spezza i cuori delle donne e che non viene mai sopraffatto dai sentimenti, se non dall’amor proprio. Ed è dall’inizio del viaggio di Bella verso la scoperta dell’ignoto che molti ruoli e concetti stereotipati si capovolgono in modo tragicomico.

La fotografia di Povere Creature! segue i processi di crescita e presa di coscienza di Bella. La prima parte del film si svolge in bianco e nero, ed è la parte più infantile e dei primi passi della nostra protagonista. Quando il colore entra in scena, il ritmo della pellicola aumenta, sommergendo l’osservatore di immagini oniriche, eventi paradossali e scene molto forti.

I costumi hanno un ruolo fondamentale nella narrazione: la costumista Holly Waddington sfrutta molti elementi dell’epoca per sottolineare il percorso come le maniche a sbuffo, che qui diventano quasi un’armatura, per arrivare agli stivaletti che Bella indossa mettendo in mostra la caviglia, una cosa che mai una donna in epoca vittoriana  avrebbe osato. Le crinoline voluminose e le mutande-pantaloncino di seta diventano la divisa del suo ‘viaggio’, prima a Lisbona, poi ad Alessandria d’Egitto, poi a Parigi.

L’ispirazione per il personaggio di Bella è presa da un quadro di Egon Schiele, e la conferma sta nella lunga chioma della nostra protagonista (non si tratta di una parrucca, bensì di extension, che mutano la loro lunghezza in tutto il film) e da questo anche i costumi si sono adeguati alla musa ispiratrice: «Non doveva essere né pura fantascienza né un dramma in costume» ha raccontato Waddington in un’intervista. «Abbiamo tolto il corsetto e giocato con materiali davvero contemporanei e altamente strutturati. Non ho lavorato con nessuna rifinitura classicamente vittoriana: ne abbiamo realizzate di nostre».

La pellicola Povere Creature! è anche ad alto contenuto di scene di sesso, che cominciano da una prima fase di esplorazione di Bella sulla scoperta del piacere (o della felicità, come la chiama lei), fino al suo utilizzo come mezzo di sostentamento, nella “fase parigina” quando trova lavoro in una casa del piacere, il luogo peraltro in cui entra in contatto con il socialismo, sviluppando in Bella un pensiero più completo e cosciente.

Le scene di sesso sono state girate con la collaborazione di una “Intimacy coordinator”, Elle McAlpine, che ha aiutato il regista Yorgos Lanthimos e gli attori protagonisti di Povere Creature! a rendere sicure, credibili e ben realizzate le scene di sesso della quali è carica la pellicola. La figura dell’”intimacy coordinator” (il consulente di intimità), si è resa necessaria dopo i vari casi di molestie nel mondo cinematografico, molti venuti alla luce grazie al movimento #metoo; questa consulenza provvede a rendere sicure tutte le scene di sesso, anche le più forti.

Molti sono i temi affrontati in questa straordinaria pellicola, candidata a ben 11 premi Oscar, e già vincitore del Leone d’oro di Venezia: dalla sessualità oltre ogni convenzione sociale, all’autodeterminazione della donna che sceglie il suo percorso nonostante i tentativi di “ingabbiamento” da parte dell’uomo che ne mina la libertà anche con altri mezzi di oppressione trattato nel film anche con il tema dell’infibulazione.

Troviamo il socialismo e i libri di filosofia che determinano una dimensione e una consistenza all’informe fase di desolazione verso l’infelicità e le ingiustizie della vita fino ad arrivare all’importanza di concretizzare le proprie aspirazioni nonostante i molti impedimenti. Non il classico film a cui si può attribuire un parametro banale tra “bello o brutto”, ciò sarebbe vanificare tutto il lavoro di Lanthimos. E’ un film che va goduto liberamente, senza le “costrizioni delle convenzioni sociali”, lasciandoci andare con gli occhi di un bambino che scopre la vita.

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