Jacques Delors

Jacques Delors, il “Padre dell’Euro”

Lo scorso 27 dicembre, veniva a mancare Jacques Delors, una tra le figure politiche significative per il processo di integrazione europea. 


Il processo di integrazione comunitario, nell’arco della sua evoluzione realizzatasi attraverso la varie modifiche ai Trattati istitutivi che hanno condotto all’odierna Unione Europea (UE), si è articolato in una serie di obiettivi e tappe fondamentali, che ne hanno definito l’attuale struttura. In tale contesto, diverse sono state le figure politiche significative che hanno contribuito allo sviluppo dell’UE, tra cui l’ex Presidente della Commissione europea Jacques Delors, deceduto lo scorso 27 dicembre.

Jacques Delors, il “Padre dell’Euro”

In tale prospettiva, di notevole rilevanza fu l’apporto fornito dal c.d. Comitato Delors per lo studio e la successiva introduzione dell’Unione Economica e Monetaria (UEM), con cui venne in seguito adottata la moneta unica comunitaria – l’Euro – e compiuto un importante passo nell’attuazione e nel rafforzamento del mercato comune. Istituito dal Consiglio europeo di Hannover del 27-28 giugno 1988, il Comitato comprendeva tra i suoi membri, oltre all’omonimo Presidente, anche i governatori delle banche centrali degli Stati membri della Comunità Economica Europea (CEE), nonché alcune importanti personalità accademiche in campo economico, tra cui il Prof. Niels Thygesen e il Prof. Alexandre Lamfalussy, all’epoca altresì Direttore Generale della Banca dei regolamenti internazionali di Basilea.

Il Comitato Delors concentrò il proprio lavoro sulle questioni cruciali del processo di integrazione europea, sottolineando la necessità di un migliore coordinamento delle politiche economiche, di regole che coprissero i deficit di bilancio nazionali e di una nuova Istituzione completamente indipendente responsabile della politica monetaria dell’allora Comunità, ossia la Banca Centrale Europea (BCE). Le analisi e le proposte per l’attuazione della cooperazione degli Stati membri in questi settori sono state incluse nel Rapporto Delors, che venne presentato al Consiglio europeo il 12 aprile 1989.

In tale Rapporto, gli esperti facenti parte del Comitato Delors indicarono tre apposite fasi per la piena ed efficace realizzazione dell’UEM. In particolare, nel documento in esame veniva sottolineata la necessità di realizzare la piena e irreversibile convertibilità delle valute, l’istituzione della libera circolazione dei capitali, la fissazione irrevocabile dei tassi di cambio tra i conii europei e, infine, l’adozione di una moneta unica. Secondo i membri del Comitato, il rispetto di queste condizioni era essenziale per facilitare la circolazione delle persone e degli scambi e per incoraggiare gli investimenti e la crescita economica, attraverso la realizzazione di un certo grado di politica economica comune all’interno della Comunità.

Jacques Delors, il “Padre dell’Euro”

Muovendo da tali premesse, la prima fase aveva, quale obiettivo, quello di garantire l’introduzione della libera circolazione dei capitali tra gli Stati membri dell’UE. Siffatto obiettivo avrebbe richiesto, secondo gli esperti, una maggiore convergenza dei risultati economici attraverso il rafforzamento di un adeguato coordinamento delle politiche e il completamento del mercato comune con la riduzione delle disparità esistenti attraverso programmi di consolidamento del bilancio. Si trattava di determinare una politica strategica basata sul parallelismo tra aspetti economici e monetari, in modo da dare importanza anche ai diritti sociali attraverso il miglioramento del quadro giuridico, mediante l’introduzione di un nuovo trattato – che fu il Trattato di Maastricht – volto a stabilire le tempistiche di attuazione e le linee guida dell’UEM.

Con riguardo alla seconda fase, quest’ultima mirava ad attuare il quadro istituzionale, attraverso la promozione di un rinnovato processo decisionale delle Istituzioni europee. A tale scopo, la convergenza delle politiche economiche degli Stati membri e il rafforzamento della cooperazione fra le banche centrali degli stessi vennero concepiti come requisiti essenziali per il corretto sviluppo dell’UEM, così come l’aumento delle risorse per il sostegno alle politiche strutturali dei Paesi comunitari. La transizione – che ha caratterizzato la seconda fase del programma istituito dal Comitato Delors – ha comportato orientamenti monetari generali per la Comunità, tenendo conto delle prospettive nazionali, e l’esercizio di funzioni di regolamentazione in campo monetario e bancario al fine di raggiungere un minimo di armonizzazione delle disposizioni attraverso il trasferimento di sovranità a livello sovranazionale.

La terza fase, invece, si è concentrata sul trasferimento alle Istituzioni comunitarie di tutte le competenze monetarie e sulla sostituzione delle valute nazionali con l’Euro, sotto l’egida della BCE. Tale passaggio alla fase finale ha richiesto maggiori sforzi per incrementare i poteri dell’UE, come il rafforzamento delle politiche strutturali e regionali comunitarie, l’adattamento degli strumenti e delle risorse alle esigenze dell’UEM, l’introduzione di regole e procedure vincolanti in campo macroeconomico e di bilancio e la piena attuazione del ruolo comunitario nel processo di cooperazione politica internazionale.

A differenza delle precedenti, tale ultima fase è ancora in fase di attuazione. Nel dettaglio, sebbene gli Stati membri – mediante l’adesione ai Trattati UE – abbiano convenuto di adottare la moneta unica, non viene fissata nessuna data limite e l’ingresso di questi all’interno dell’UEM è subordinato al conseguimento di un elevato livello di convergenza duratura. Questo livello è definito sulla base dei c.d. criteri di convergenza, stabiliti dall’art. 140 TFUE, ossia la stabilità dei prezzi, la sostenibilità della situazione della finanza pubblica, il rispetto dei margini normali di fluttuazione previsti dal meccanismo di cambio del Sistema monetario europeo per almeno due anni, senza svalutazioni nei confronti dell’euro, e i livelli dei tassi di interesse a lungo termine che riflettano la stabilità della convergenza raggiunta dallo Stato membro.

Sebbene il compianto Jacques Delors abbia contribuito alla realizzazione dell’odierna struttura dell’UE e alla quotidianità che oggi viviamo utilizzando la moneta unica, tanti sono ancora gli sforzi e gli atti di coraggio politico che l’Unione – e i relativi Stati membri – devono compiere, al fine di incrementare la resilienza del progetto europeo avverso le crisi presenti e future.

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