Commissione europea, avviata un’inchiesta contro X

Lo scorso 12 ottobre la Commissione europea ha annunciato l’apertura di un’inchiesta contro il social network X (ex Twitter), per violazione delle norme sul DSA.


Sin dalla sua nuova composizione sotto la guida della Presidente Ursula von der Leyen, la Commissione europea ha posto tra i suoi obiettivi lo sviluppo della trasformazione digitale. Muovendo dai valori  contenuti nei Trattati, l’Istituzione comunitaria aveva proposto, il 15 dicembre 2020, un corpus di norme volte a proteggere in modo più efficace i consumatori e i loro diritti fondamentali online, nonché a rendere i mercati digitali più equi e più aperti per tutti.

Tale quadro giuridico si compone di due atti legislativi, quali il Regolamento (UE) 2022/2065 (c.d. Digital Services Act o DSA) e il Regolamento (UE) 2022/1925 (c.d. Digital Markets Act o DMA), attraverso cui la Commissione europea ha tentato di promuovere l’innovazione, la crescita e la competitività nel mercato unico, a fornire agli utenti servizi online nuovi, migliori e affidabili, nonché a sostenere l’espansione delle piattaforme dalle dimensioni più modeste, delle piccole e medie imprese e delle start-up.

Il quadro del Digital Services Act

Il DSA è entrato ufficialmente in vigore il 16 novembre 2022 e, nei successivi 3 mesi, le piattaforme online hanno avuto modo di comunicare il numero degli utenti finali attivi sui loro siti web, come richiesto dal l’art. 24, par. 2, del Regolamento (UE) 2022/2065. Sulla scorta di tali indicazioni, lo scorso 25 aprile, la Commissione europea ha adottato le prime decisioni di designazione, utili ad individuare le piattaforme online e i motori di ricerca online classificabili di dimensioni molto grandi, a norma dell’art. 33, par. 4, dell’atto legislativo sopra indicato: per tali si intendono quelle e quelli che abbiano un numero medio mensile di destinatari attivi del servizio nell’Unione pari o superiore a 45 milioni.

Nella categoria delle piattaforme online di dimensioni molto grandi vi rientrano le seguenti: Alibaba AliExpress, Amazon Store, Apple AppStore, Booking.com, Facebook, Google Play, Google Maps, Google Shopping, Instagram, LinkedIn, Pinterest, Snapchat, TikTok, X (l’ex Twitter), Wikipedia, YouTube, Zalando. Per altro verso, il novero dei motori di ricerca online di dimensioni molto grandi, secondo i dati analizzati dalla Commissione europea, include Bing e Google Search.

Dalla notifica della decisione di designazione, le realtà sopra riportate hanno avuto 4 mesi di tempo per adeguare i rispettivi sistemi, risorse e processi al Regolamento, per introdurre un sistema indipendente di controllo della conformità e per svolgere e presentare alla Commissione europea la loro prima valutazione annuale dei rischi.

Valutazione, questa, che riguarda tanto i rischi sistemici, ossia l’incidenza che i contenuti illegali e la disinformazione possono produrre – per il tramite dei servizi prestati dalle piattaforme e dai motori di ricerca online – sulla libertà di espressione e sulla libertà dei media; quanto i rischi specifici, connessi alla violenza di genere online e alla protezione online dei minori e della loro salute mentale.

La vicenda del social network X

Muovendo dal quadro normativo delineato dal DSA, lo scorso 12 ottobre, la Commissione europea ha formalmente inoltrato al social network X, di Elon Musk, una richiesta di informazioni a norma dell’art. 67 del Regolamento (UE) 2022/2065. Tale invio – che era stato preceduto da una prima lettera di avvertimento da parte del Commissario europeo per il mercato interno e i servizi Thierry Breton – deriva dalle indicazioni che i servizi dell’Istituzione comunitaria hanno ricevuto circa la presunta diffusione di contenuti illegali e di disinformazione – in particolare a sfondo terroristico, violento e di incitamento all’odio – pubblicati sulla piattaforma in esame dopo l’attacco di Hamas in territorio israeliano.

Thierry Breton

Rientrando tra i soggetti cui si applica il DSA ed essendo stato oggetto di decisione di designazione, il social network X è tenuto a conformarsi agli obblighi previsti dal Regolamento (UE) 2022/2065, tra cui proprio quelli in materia di valutazione e attenuazione dei rischi connessi alla diffusione di contenuti illegali, alla disinformazione, alla violenza di genere e agli eventuali effetti negativi sull’esercizio dei diritti fondamentali, sui diritti dei minori, sulla sicurezza pubblica e sul benessere mentale.

Ricevuta la richiesta di informazioni, la piattaforma di Elon Musk dovrà fornire, entro il 10 ottobre, le proprie risposte alla Commissione europea sulle domande concernenti l’attivazione e il funzionamento del suo protocollo di crisi, nonché su altri quesiti alla fine del medesimo mese.

Sarà l’Istituzione comunitaria, poi, sulla scorta dei dati ricevuti, a valutare l’eventuale avvio formale di un procedimento, ai sensi degli artt. 66 e seguenti del DSA; procedimento, questo, che potrebbe portare all’irrogazione di sanzioni pecuniarie contro il social network X, le quali – secondo quanto stabilito dall’art. 74 del Regolamento (UE) 2022/2065 – possono raggiungere il 6% del fatturato totale realizzato a livello mondiale su base annua dal fornitore nell’esercizio precedente.


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