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Cpr di Milo, tra proteste e violazione dei diritti umani

Si parla poco di ciò che accade nei Cpr, le notizie che arrivano trapelano dall’interno, da chi, per sua fortuna, è riuscito a contattare un avvocato. Dal Cpr di Milo, Trapani, emergono notizie che sanno di violazione dei diritti fondamentali.


Nessun letto, solo un sacco per la spazzatura steso per terra e una coperta sporca per scaldarsi. Nessun riparo, non un tetto sulla testa, solo un cortile circondato da una gabbia gialla, oltre la quale gli agenti controllano ogni movimento.

Sono più di cento le persone che in questo momento si trovano nel Centro di Permanenza e Rimpatri di Milo, a Trapani. Molti di loro non sanno perché sono lì, e nessuno che stia oltre quella gabbia gialla risponde alle loro domande.

Il Cpr di Milo non è mai stato famoso per il comfort, era già finito al centro dell’attenzione per la sua conformazione simil-carceraria, in cui tutto è di cemento, persino i letti, e le docce non concedono quasi mai acqua calda.

Cpr di Milo, tra proteste e violazioni

La condizione poco umana si è aggravata in seguito ad un incendio che ha reso inagibile oltre il 90 per cento della struttura, costringendo tutti i suoi cento “ospiti” a trasferirsi in uno spazio solitamente dedicato a dieci persone.

L’incendio è stato appiccato per protesta da alcuni dei trattenuti nel centro, i quali avrebbero avuto notizia del loro imminente rimpatrio. Non ci sarebbero feriti, non in conseguenza delle fiamme, per lo meno. Perché le sommosse, a quanto si dice nel centro, vengono sempre represse con la violenza. Lacrimogeni e idranti nello specifico. Questi ultimi, se usati d’inverno su persone che non hanno possibilità né vestiti per cambiarsi, possono trasformarsi in armi quasi letali.

Il risultato è che, ad oggi, quasi tutti i migranti trattenuti nel Cpr sono costretti a vivere esposti alle intemperie dell’inverno. Sono poche le notizie ufficiali sulle condizioni e il futuro delle persone che si trovano al suo interno. Di certo c’è che ciò a cui sono sottoposte è ai limiti dell’umanità. 

I senatori del Pd Furlan, Nicita e Rando hanno depositato un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno, Matteo Piantendosi, per chiedere delucidazioni urgenti sulla situazione attuale. Una seconda interrogazione urgente, per le stesse motivazioni, è stata depositata dal parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra, Nicola Fratoianni «per sapere con precisione se le informazioni riportate dalla stampa corrispondano al vero e, in tal caso, quali iniziative intenda assumere per evitare il ripetersi di situazioni simili, al limite della decenza e della dignità delle persone».

Da un’intervista all’eurodeputato Pietro Bartolo, per anni medico a Lampedusa, emergono notizie preoccupanti: «Quella struttura non può ospitare persone. E il quadro è allarmante. Da medico, mi colpiscono le condizioni sanitarie denunciate dai migranti. Il diritto alla salute ha rango costituzionale. Tutti, anche chi viene trattenuto deve avere diritto alle cure», afferma Bartolo.

Continua l’eurodeputato: «Il livello di servizi e di assistenza all’interno del Cpr di Milo, nel trapanese, come di altri Cpr sul territorio nazionale è ai minimi storici. I migranti sono abbandonati a loro stessi, rinchiusi come in un carcere. Vengono sistematicamente disattesi tutti i diritti garantiti a chi è in attesa di rimpatrio. L’Europa non può far finta di non vedere cosa accade in Italia».

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