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Parità di genere, migliora l’uguaglianza nell’UE

Lo scorso 24 ottobre, l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE) ha pubblicato nuovi dati incoraggianti sulla parità uomo-donna.


La parità di genere rappresenta un principio fondamentale dell’ordinamento giuridico dell’Unione Europea (UE). In tale prospettiva, nonostante le disparità tutt’oggi esistenti, le Istituzioni comunitarie hanno compiuto notevoli progressi in tale materia, attraverso la previsione di norme riguardanti l’uguaglianza di trattamento, l’inserimento della dimensione di genere nelle politiche dell’UE, nonché mediante provvedimenti specifici volti alla promozione della condizione femminile.

Nel dettaglio, la Commissione europea ha adottato la Strategia per la parità di genere 2020-2025, nel tentativo di porre fine alla violenza di genere, combattere gli stereotipi di genere, colmare il divario di genere nel mercato del lavoro, raggiungere la parità nella partecipazione ai diversi settori economici, far fronte al problema del divario retributivo e pensionistico fra uomini e donne, nonché eliminare il divario e conseguire l’equilibrio di genere nel processo decisionale e nella politica.

L’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere

Nell’ambito delle Agenzie costituite all’interno dell’UE, è stata istituito l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (European Institute for Gender Equality o EIGE). Si tratta di un polo di ricerca indipendente che rappresenta la fonte primaria di informazione in materia di parità uomo-donna, che mette a disposizione i propri dati, studi e strumenti per l’elaborazione di misure che siano inclusive, trasformative e atte a promuovere l’uguaglianza di genere in tutti gli ambiti della vita.

Nello specifico, l’EIGE collabora con le Istituzioni comunitarie, gli Stati membri dell’UE, le organizzazioni internazionali, le ONG, gli organismi per le pari opportunità e quelli delle parti sociali, le università e gli esperti, i centri di ricerca, i media e le altre Agenzie dell’UE, al fine di favorire l’integrazione della dimensione di genere nelle politiche europee e nazionali, nonché migliorare le statistiche in materia di gender equality.

L’Indice sull’uguaglianza di genere

Tra gli strumenti di ricerca dell’EIGE, un ruolo fondamentale è ricoperto dall’Indice sull’uguaglianza di genere (Gender Equality Index o Indice). Tale indice consente di misurare i progressi compiuti dall’UE e dai relativi Stati membri in materia di parità uomo-donna, mediante l’apporto di specifici indicatori che si riferiscono a determinati settori, quali: lavoro (Work), retribuzione (Money), formazione e competenze (Knowledge), tempo extra lavorativo (Time), esercizio del potere (Power), salute (Health), violenza (Violence).

In tale prospettiva, l’Indice assegna un punteggio da 1 a 100 all’UE e ai rispettivi Stati membri, laddove il valore 100 rappresenta il conseguimento della piena parità di genere. In tale ottica, lo scorso 24 ottobre, l’EIGE ha presentato i risultati del Gender Equality Index 2023, i cui dati hanno rivelato un decisivo miglioramento nell’Unione, nonché la sussistenza di una disparità nei relativi Paesi ancora significativa.

Nel dettaglio, l’UE ha superato – per la prima volta da quando l’Indice è divenuto operativo, ossia nel 2013 – i 70 punti (70,2), rispetto ai 68,6 del 2022. Va precisato, tuttavia, che i punteggi contenuti nel Gender Equality Index 2023 fanno riferimento a dati relativi al 2021 ed evidenziano i progressi sia di breve periodo (2020-2021), che di lungo periodo (2010-2021). Per quanto concerne l’Indice del 2022, invece, le analisi incluse nel rapporto muovono dalle informazioni inerenti all’anno 2020.

Tabella 1: Gender Equality Index – EIGE

Con specifico riguardo all’analisi relativa agli Stati membri dell’UE, esistono ancora oggi – come sopra anticipato – delle divergenze in materia di parità di genere. In particolare, se alcuni osservano notevoli miglioramenti (come Bulgaria, Grecia, Lituania, Polonia e Austria), altri registrano una stagnazione (come Danimarca e Croazia) o, addirittura, una perdita di punti nel loro punteggio (come Estonia e Irlanda). In vetta alla classifica, sul podio della parità di genere – con un punteggio superiore alla media dell’Unione – si trovano la Svezia (82,2), l’Olanda (77,9), la Danimarca (77,8).

Secondo la Commissaria europea per l’Uguaglianza, Helena Dalli, «i dati presentati […] dimostrano che abbiamo mantenuto la rotta per attuare la nostra strategia a favore della parità di genere», sebbene le crisi passate abbiano influito negativamente sull’emancipazione e sulla responsabilizzazione delle donne.

Dello stesso avviso la Vicepresidente per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová, la quale, tuttavia, ha precisato: «Resta […] ancora molto da fare, ad esempio, per porre rimedio al divario retributivo di genere e alla violenza di genere. Su quest’ultimo punto, invito i colegislatori a raggiungere un accordo costruttivo sulla nostra proposta sulla lotta contro la violenza contro le donne e la violenza domestica, per la sicurezza di tutte le donne e le ragazze».


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