La ciurma di One Piece conquista anche Netflix

Lo scorso 31 agosto, Netflix ha lanciato l’attesissima serie tv One Piece. Subito grandi numeri per il live-action del manga, che diventa la più vista nella piattaforma. Vediamo assieme numeri e curiosità del fenomeno giapponese.


“Sembra che One Piece sia riuscito a entrare nella storia del servizio di streaming più famoso di sempre nel fine settimana dopo il suo debutto”. A rilasciare queste informazioni ci pensa proprio Netflix, dichiarando i numeri del fine settimana. Ben 18,5 milioni di visualizzazioni tra il 31 agosto e il 3 settembre. E per quanto riguarda invece le ore di streaming, One Piece di Netflix ha registrato 140 milioni di ore in totale. Numeri da record in grado battere altri programmi tanto seguiti su Netflix come Stranger Things e Wednesday. Numeri impressionanti che hanno portato infatti il live-action di One Piece al primo posto in 86 paesi e guadagnato una nuova valutazione certificata su Rotten Tomatoes. Stiamo quindi parlando dell’adattamento live-action di maggior successo fino ad oggi.

Il fenomeno One Piece, dai primi anni 2000 ad oggi

20 ottobre 1999, Giappone e 1 luglio 2001, Italia. Queste le date che hanno dato il via, al manga più titolato di sempre: One Piece. Più di 500 milioni di volumi a fumetti venduti in tutto il mondo, quasi 1100 episodi dell’anime, ogni anno campione di vendite in Giappone dal 2008 ad oggi, oltre venticinque anni di serializzazione: questi alcuni dei numeri del manga più venduto al mondo. Alcuni magari, lo hanno seguito a singhiozzo, come succede spesso con pubblicazioni così longeve, e si sono rimessi in pari solo di tanto in tanto. Un amore a fasi alterne, insomma, per un immaginario gigantensco, smisurato, ma anche meticoloso, come le tavole del suo maestro: Eiichiro Oda, autore del manga.

Ma da cosa nasce il termine One Piece? Cominciamo allora dal principio e dalla storia inziale della nascita del manga e del “nostro capitano” Rufy. Il One Piece non è altro che il più immenso tesoro che l’umanità abbia mai visto. È stato racimolato nelle sue scorrerie dal più grande e leggendario pirata di sempre, Gol D. Roger, il quale grazie alle sue imprese, ha guadagnato il titolo di Re dei Pirati. Dopo essere stato incredibilmente e inspiegabilmente catturato dalla Marina, Roger, viene condannato a morte. La sua esecuzione è allestita nella piazza della sua città natale, Rogue Town, ma la Marina è ignara che quella dimostrazione pubblica non sarà un monito per tutti i pirati, bensì darà vita a un fenomeno senza precedenti.

Prima d’essere ucciso, Gol D. Roger infatti, pronuncia un discorso sul patibolo: «Il mio tesoro? Prendetelo pure se volete. Cercatelo! Ho lasciato tutto in un certo luogo…». Queste sue ultime parole danno inizio alla Grande Era della Pirateria, in cui moltissimi avventurieri decidono di partire per mare, per mettere le mani sul suo leggendario bottino e sul suo ambitissimo titolo. Questa è la scintilla da cui nasce il mondo di One Piece.

La “nostra storia” comincia ben 22 anni dopo, quando il giovane Monkey D. Rufy (o Luffy) lascia la sua isola natale e parte con un sogno, che somiglia quasi più a una certezza: diventare Re dei Pirati. Il ragazzo dal cappello di paglia non è, però, come gli altri. La sua particolarità è nel corpo, fatto interamente di gomma: capace d’allungarsi a piacimento, oltre a possedere una forza fuori dal comune, questa sua abilità deriva dall’aver ingerito in tenera età un frutto del Diavolo: il Gom Gom. Ed è così che parte alla ricerca dell’avventura con la sua ciurma e con la sua nave, verso il Mare Blu sfidando forze governative, nemici pirati, il Governo Mondiale, la Marina e tanti altri ancora.

Il live-action di One Piece generato su Netflix

Per tutti quelli che non hanno mai solcato i suoi mari, la serie TV prodotta da Netflix potrebbe essere un’occasione perfetta per cominciare – o ricominciare – questa avventura. Ma come sempre accade con le trasposizioni in carne e ossa degli anime, non mancano dubbi e perplessità all’orizzonte. Soprattutto in questo caso. Qualcosa di complicatissimo da portare sul piccolo schermo.

Fortunatamente però, questi primi otto episodi hanno confermato ciò che Netflix ha cercato di dirci per mesi. Ovvero, che inanzitutto dietro c’è la supervisione di Eiichiro Oda, i produttori e i registi amano davvero alla follia la sua opera, e che il cast selezionato con cura si è divertito un mondo a interpretare questi personaggi immaginari.

La prima sfida che hanno dovuto affrontare i produttori della serie TV è stata sicuramente quella contro il tempo. Gli otto episodi da un’ora circa ciascuno comprimono supergiù i primi cento capitoli del manga, così la stagione copre gli archi narrativi principali di questa prima parte di One Piece. Per esempio, invece di raccontarci subito l’infanzia del protagonista, la trasposizione televisiva comincia con Luffy (o Rubber nella versione italiana) già per mare alla ricerca del famigerato tesoro di Gol D. Roger: scopriremo la sua storia solo attraverso i flashback saggiamente spezzettati nel corso dei primi quattro episodi.

Sviluppato da Matt Owens e Steven Maeda, il live-action segue poi la trama appunto del manga stesso. Siamo in un mondo fantastico dove pirati e marines si contendono il controllo del Mare Blu. Il giovane Monkey D. Luffy (interpretato da Iñaki Godoy) cresce con l’ambizione di diventare il re dei pirati, nonostante la sua incapacità di nuotare – un effetto collaterale di aver mangiato il frutto del diavolo “Gom Gom” quando era bambino. Nel corso del suo viaggio nell’East Blue alla ricerca del leggendario tesoro del Re dei Pirati Gold Roger (interpretato da Michael Dorman), Luffy ottiene la sua nave, la Going Merry, e forma un improbabile equipaggio di marinai a cui dà il nome di Pirati di Cappello di Paglia, per via del suo iconico cappello di paglia.

Che comunque dietro a questo gran lavoro ci sia una passione enorme per l’opera originale, si capisce anche dalla rappresentazione di alcune scene: ogni set, in computer grafica totale o solo parziale, è stato costruito con una meticolosa cura per i dettagli che richiama i disegni originali di Oda. La fortezza di Shells Town, la villa di Kaya a Syrup, il ristorante Baratie sembrano letteralmente usciti dalle pagine del manga o dalle scene dell’anime.

Gran parte del merito della riuscita è stata anhe la scelta del cast, per lo più azzeccata. Iñaki Godoy, che Netflix ci ha fatto conoscere con The Imperfects, nei panni di Luffy; Morgan Davies in quelli dell’idealista Coby, Vincent Regan in quelli dell’inarrestabile Garp, Emily Rudd in quelli dell’intrigante Nami, Taz Skylar in quelli del romantico Sanji, Jacob Romero Gibson in quelli del fantasioso Usopp, e il veterano degli adattamenti di manga e anime in live action Mackenyu nelle vesti di Zoro, costituiscono tutti valide scelte.

Ad oggi dunque, nonostante i pro e contro che ogni serie tv o film possa avere, il live-action di One Piece, numeri alla mano, può ritenersi più che soddisfacente. Nonostante infatti Netflix abbia già elogiato il successo di questa prima stagione, da voci di corridoio trapelano notizie sulla seconda stagione già quasi pronta. Al momento non ci sono ancora notizie ufficiali, tuttavia i segnali inducono ad un rinnovo in arrivo.

Tutti gli otto episodi della serie live-action di One Piece sono disponibili su Netflix e la si può guardare sottotitolata o doppiata in base alle proprie preferenze. Qui di seguito il trailer ufficiale.

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