Ti racconto la ninna nanna: storia di un antico rituale

La ninna nanna, un elemento che accomuna le culture di tutto il mondo: dai canti popolari alle composizioni di grandi musicisti.


Quando si tratta di accompagnare un bambino tra le braccia di Morfeo, intonare una ninna nanna è un classico: chi non conosce quei motivetti dolci che una secolare tradizione orale portata avanti da balie, nutrici e via dicendo ha condotto fino a noi?

Quasi impossibile collocare nel tempo e nello spazio l’origine di questo costume, il cui nome, ninna nanna, ha probabilmente derivazione onomatopeica. È bello immaginare che il sonno dei bambini di tutto il mondo sia sempre stato accompagnato da questo insieme di suoni e gesti rassicuranti, fra i quali la vicinanza corporea assume un ruolo di primo piano.

Sicuramente le ninne nanne hanno una lunga storia alle spalle da raccontare, o meglio cantare: Teocrito, ad esempio, ci informa in uno dei suoi Idilli che Alcmena, madre di Eracle, era solita addormentare i suoi figli cantando loro delle ninne nanne. L’Accademia della crusca attesta invece che in Europa le prime testimonianze certe dell’uso di ninne nanne risalgono al Seicento. Il ricorso a rituali del sonno per i più piccoli attraverso il canto è diffuso in tutto il mondo tanto da consentire ad alcuni autori di definire le ninne nanne forme musicali universali.

La combinazione del canto accompagnato da movimenti ondulatori e cadenzati sono la peculiarità che non solo distingue la ninna nanna da altri componimenti musicali, ma che fanno di questa pratica, a gestione quasi del tutto femminile, un elemento rafforzativo della relazione madre-figlio. La loro efficacia si basa su delle caratteristiche ben precise aventi un effetto ipnotico: la reiterazione ritmica e la stimolazione tattile prodotta dal movimento del cullare.

È noto come i più illustri musicisti si siano dedicati alla composizione di questo genere musicale, Brahms, Chopin a Mozart, per citarne alcuni. Ma le berceuse – termine francese che designa la ninna nanna nella musica classica – ben si distinguono dalle ninne nanne popolari, sebbene siano state proprio queste ultime a fungere da ispirazione a quelle più colte. Da un punto di vista prettamente musicale, le ninne nanne popolari sono spesso costruite su una linea melodica discendente, mentre fra gli intervalli più usati vi è la terza minore discendente.

La dimensione simbolica della ninna nanna popolare: scenari rassicuranti o inquietanti? 

Nonostante la magia delle ninne nanne non risieda tanto nei testi che si cantano quanto in quell’insieme di variabili corporee unite alla reiterazione ritmica e sonora, è interessante fermarsi ad analizzare anche il loro contenuto lessicale. Se da un lato nell’inconscio collettivo la ninna nanna rappresenta l’emblema della tenerezza, dell’atavico legame tra mamma e bambino, dall’altro la narrazione che sottintende allo scenario delle ninne nanne popolari non è così roseo come si crede.  

Cominciando dal fatto che sovente figure protagoniste delle nenie popolari sono lupi, befane e l’uomo rigorosamente nero. In proposito, è d’uopo citare Sulle ninne nanne (Salani Editore, 2005) di Federico Garcìa Lorca, il quale, dedicandosi a un esame delle ninne nanne popolari spagnole, è venuto a capo del simbolismo ambiguo e oscuro di cui esse sono intrise. 

Una delle frasi più note di questo repertorio popolare recita «questo bimbo a chi lo do?», seguita da una sfilza di figure alle quali si ipotizza di lasciare il pargolo che non infondono particolare sicurezza. 

Secondo alcuni antropologi alla base della scelta di questi temi vi sarebbe il bisogno da parte della madre di trovare uno spazio espressivo per tirare fuori il proprio malcontento, la frustrazione, le angosce che porta lo stravolgimento della maternità, insomma un modo per smaltire quello che oggi chiamiamo baby blues

Un progetto a salvaguardia del patrimonio: Lullabies of Europe

La Commissione europea ha cofinanziato da qualche anno un progetto che si è occupato di raccogliere le più famose ninne nanne di tutti i Paesi comunitari per renderle fruibili a famiglie e scuole. Si tratta di 35 ninne nanne disponibili con la traduzione in sette lingue diverse (ceco, danese, inglese, greco, italiano, rumeno e turco). I brani possono essere acquistati presso gli store digitali o ascoltati in anteprima sul sito dedicato. Un’opportunità che offre a grandi e piccoli nuovi orizzonti musicali e linguistici.

di Francesca Galati


Foto in copertina Andrea MucelliFlickr

... ...