Fiona e Larissa: passato, presente e futuro dell’atletica femminile italiana

Lo scorso 20 febbraio Larissa Iapichino ha stabilito il record nazionale italiano di salto in lungo, eguagliando il primato ottenuto nel 1998 dalla madre, Fiona May. 


Genitori e figli – Agitare bene prima dell’uso” è un film di Giovanni Veronesi, uscito nel 2010, che si inserisce in una lista di tante altre pellicole simili, girate negli ultimi anni con l’obiettivo di descrivere le dinamiche relazionali, spesso conflittuali, tra genitori e figli, e in particolare tra madri e figlie. Molto spesso, proprio durante l’età adolescenziale, il dialogo e la comunicazione vengono meno, perché i figli iniziano a ricercare la propria identità e a volersi emancipare dai genitori con l’obiettivo frequente di intraprendere strade opposte.

La storia di Fiona May e Larissa Iapichino – di cui recentemente si è molto parlato per via del record conseguito ai campionati assoluti di Ancona da Larissa con un salto di 6,91 metri, eguagliando quello precedente di Fiona – sembra essere in tal senso l’eccezione che conferma la regola. 

Come affermato qualche anno fa da Fabio Fazio, in occasione della partecipazione delle due fuoriclasse al suo celebre programma ‘Che tempo che fa’, oggi più di ieri Fiona e Larissa sono «Il futuro e il passato glorioso della nostra atletica». In verità, dall’intervista che il noto conduttore ha portato avanti in quella serata, è emersa una “conflittualità” differente tra madre e figlia. Queste le parole di Larissa in quella occasione: «da piccola mi rifiutavo di fare atletica perché era qualcosa che facevano tutti in famiglia, poi un giorno ho provato e mi sono innamorata subito»

Interpellata dal conduttore sulla decisione della figlia di intraprendere la sua stessa carriera, Fiona ha confessato di aver risposto insieme al padre di Larissa, Gianni Iapichino, in questo modo: «Sei sicura? Perché una volta che metti piede sulla pista di atletica è finita. Tu sei la figlia di Fiona May, meglio correre…». La May ha quindi proseguito, facendo sorridere il pubblico: «e infatti ha fatto il salto…»

Alla domanda se soffrisse maggiormente per le sue gare o per quelle della figlia, Fiona ha precisato: «soffro tantissimo a vedere Larissa, sto male, sto male veramente come mamma, come atleta, però più che altro come mamma. Ho sofferto. Ho sofferto tantissimo. La soddisfazione viene dopo. Lì per lì stavo male».

Queste dichiarazioni fanno comprendere anche quelle rilasciate alla Gazzetta dello Sport, subito dopo il record stabilito dalla figlia Larissa: «È incredibile, ho deciso solo all’ultimo di venire a vederla … Dopo il secondo salto di oggi ho pensato: Larissa mi supera! Dava quella sensazione. Ora deve provare a vincere le prime medaglie, i record sono importanti, ma i podi di più. Se arriva a quindici medaglie allora diventerà la regina della famiglia. Le ho insegnato tante cose sull’aspetto mentale e ora stanno arrivando i frutti del lavoro, mi somiglia come testa e come grinta. È molto decisa in pedana».

larissa

Sicuramente per la giovane atleta non sarà stato facile reggere il confronto con la madre e sostenere duri allenamenti in questa fase delicata della vita, con non poche rinunce. Oggi però, grazie a questi sacrifici e al buon esempio di Fiona, Larissa è riuscita a stabilire il record mondiale di salto in lungo nella categoria under 20, superando il primato precedente (6,88 metri) che apparteneva alla fuoriclasse tedesca Heike Drechsler e che resisteva dal 1983. 

Giusto sottolineare inoltre il fatto che Larissa abbia ottenuto il record italiano a soli diciotto anni, superando di gran lunga la madre, che lo aveva raggiunto all’età di ventinove anni, agli europei di Valencia. Infine, cosa molto importante, con questa misura Larissa ha staccato il pass per le Olimpiadi di Tokyo

Come riportato sempre dalla Gazzetta dello Sport, Larissa a fine gara ha dichiarato: «Ancora non ho realizzato quello che ho appena fatto. Quando ho visto 6,91 metri mi sono detta: cavolo ho saltato quanto mia mamma. Non ci sono tante parole, sembra un sogno … battere il record di una delle dee del salto in lungo è una emozione, uno stupore e grande felicità. Le Olimpiadi? Sono molto giovane, sarà una esperienza come lo saranno gli Europei. Cercherò di rubare qualcosa dalle mie avversarie per crescere e maturare … uno standard olimpico a diciotto anni non è da tutti i giorni, spero di poter sfruttare questa esperienza per imparare e estrapolare il meglio da tutte le mie avversarie e poter crescere».

È doveroso ricordare pure che Gianni Iapichino, oltre a essere il padre di Larissa, è un ex campione di atletica e astista ed è stato per un periodo allenatore della ex moglie Fiona May ma non della figlia Larissa. 

Quando, durante un’intervista, riportata da Sprint news, gli è stato chiesto se si fosse pentito di non aver allenato la ragazza, Iapichino ha affermato: «Assolutamente no, anche perché dopo la fine della carriera di Fiona, più o meno nel 2005, mi sono allontanato dal mondo dell’atletica per una decina di anni e mi sono dedicato a una nuova passione, il golf. Poi però, da quando Larissa, che aveva cominciato con la ginnastica artistica, è passata all’atletica, tutto è gradualmente ricambiato, mi sono riavvicinato al mio primo mondo e, al di là del proposito preso con Fiona, ho pensato bene di affidarla ad un mio caro amico, ed ex compagno di squadra, Gianni Cecconi». 

E proprio Cecconi, in merito al successo della sua allieva, sul quotidiano “La Nazione Firenze” ha affermato: «stavolta mi aspettavo facesse almeno il primato personale (all’aperto ha saltato 6,80) e che arrivasse al minimo olimpico di 6,82. Però nei giorni scorsi le ho fatto una battuta: visto che ci sei, allungati un pochino e fai il record del mondo. Scherzi a parte, mi aspettavo una grande gara, ma un conto è aspettarsela e un conto è vedere quella misura scritta».

Dopo questa impresa, i genitori di Larissa, anche se inizialmente non erano entusiasti della scelta della figlia, possono essere soltanto fieri delle sue vittorie e della prospettiva di un futuro brillante e glorioso. Il successo di Larissa, nuova stella del firmamento dell’atletica italiana, può essere considerato come una sorta di medaglia invisibile appesa all’anima di Fiona: una medaglia che brillerà sicuramente per molti anni ancora.


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