Transizione climatica, nuove prospettive per la cooperazione UE-America Latina

La transizione climatica offre un’occassione all’Unione europea e alla Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC) per rilanciare i propri rapporti internazionali dopo quasi otto anni di rallentamento.


Al terzo vertice UE-CELAC (Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi) tenuto il 17 e 18 luglio a Bruxelles, sotto la presidenza spagnola del Consiglio d’Europa guidato dal Presidente del Consiglio dei ministri spagnolo Pedro Sánchez, il finanziamento del clima è stato al centro delle discussioni tra i leader politici europei e latinoamericani.

Per l’Europa, l’America Latina rappresenta il futuro del mondo, ma è anche un continente al bivio. Nel contesto della competizione globale per le materie prime, l’America Latina è ricca di risorse minerarie, come le terre rare, il litio e molte altre, che sono all’avanguardia nella transizione energetica. 

Finanziando la transizione climatica in America Latina, l’Europa vuole innanzitutto onorare i suoi impegni internazionali assunti in materia ambientale; in secondo luogo, l’Europa intende occupare una posizione preferenziale nelle future transazioni commerciali tra America Latina e resto del mondo, a vantaggio delle imprese europee.

Il Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha sottolineato che l’America Latina e i Caraibi hanno “il potenziale per diventare una potenza mondiale nel settore delle energie rinnovabili” e ha osservato che il passo successivo naturale è quello di convertire questa energia in idrogeno pulito, che ha il vantaggio di essere facilmente esportabile in altri continenti e di poter stimolare nuove industrie nel continente stesso. Ha inoltre sottolineato la necessità per l’Europa di accedere a materie prime essenziali da altri fornitori per ridurre la sua dipendenza dalla Cina.

Ursula von der Leyen ha dichiarato inoltre che l’UE non è solo interessata a investire nella pura estrazione di materie prime, ma sta cercando di collaborare con l’America Latina e i Caraibi per sviluppare la capacità produttiva locale, alla quale l’UE contribuirà con tecnologie e lavoratori altamente qualificati.

ursula von der leyen america latina

Il terzo vertice UE-CELAC ha riunito 60 Paesi. I capi di Stato hanno dimostrato la loro volontà a lavorare per un futuro migliore, nonostante un ambiente politico globale estremamente difficile con la guerra tra l’Ucraina e la Russia, la guerra civile in Sudan e i numerosi colpi di stato in Africa e particolarmente in paesi francofoni situati intorno al deserto del Sahara (Mali, Burkina-Faso, Guinea, Niger e Ciad). 

L’Unione europea e la Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC) stanno cercando di rinvigorire le loro relazioni dopo quasi otto anni di rallentamento. Dopo diverse tornate di intensi negoziati dell’ultimo minuto, le due parti hanno infine concordato di sfruttare l’attuale slancio rilanciando un dialogo politico regolare tra l’UE e la CELAC attraverso un’azione impegnata e coordinata, compresi i negoziati commerciali in corso tra le regioni. 

Uno dei punti salienti del vertice è stata la creazione di una dotazione di 45 miliardi di euro, la Global Gateway Investment Agenda (GGIA). Questa dotazione sosterrà una serie di progetti e iniziative identificati dagli Stati membri e attuati dal settore privato, con l’aiuto di autorità multilaterali e nazionali. La dotazione del GGIA comprende un contributo di 9,4 miliardi di euro da parte del governo spagnolo. Il GGIA interverrà in settori chiave, tra cui energia, trasporti, infrastrutture, digitale, istruzione e ricerca.

Christopher Jivot Bitouloulou


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