La tomba di Jim Morrison, “fedele al suo spirito”

Jim Morrison fu una vera e propria leggenda sia in vita che nella morte e la sua tomba nel cimitero degli artisti a Parigi è tutt’oggi meta di pellegrinaggio per migliaia di fan. 


Ci lasciava il 3 luglio del 1971 a Parigi, il poeta di una generazione che cantava di amore e morte, di male di vivere. I suoi testi erano allucinazioni oniriche, viaggi oltre le porte della percezione, stiamo parlando di James Douglas Morrison. Precursore dei movimenti culturali del ’68, Jim Morrison è diventato leggenda. Anche l’evento della sua morte lo è stato, entrando di fatto nel famoso Club dei 27.

Morte avvolta nel mistero

Il suo corpo venne trovato, secondo i fatti, dalla fidanzata Pamela Courson dentro la vasca da bagno del loro appartamento parigino. Invece si è ipotizzato, a causa di alcune indiscrezioni, che la morte di Morrison fosse avvenuta al bar sotto casa e alcuni testimoni dichiararono di averlo visto sotto effetti di alcol e droga.

In realtà ci sono anche dubbi sull’effettiva morte del leader dei Doors, il tutto alimentato dalla fretta con la quale fu chiuso il corpo del cantante, che non fu visto per l’ultimo saluto nemmeno dai componenti della band e dal manager Bill Siddons.

La versione dei fatti ufficiale, secondo la deposizione di Pamela, è che Jim si sentisse male quella sera. Lei voleva chiamare un medico ma lui si rifiutò, dicendo che avrebbe fatto un bagno caldo. Lei si addormentò e al suo risveglio, non trovando Jim accanto a lei, corse in bagno; lo trovò nella vasca, pensando che stesse dormendo. Accortasi che era incosciente, presa dal panico chiamò un loro amico, il signor Ronay, il quale arrivò dopo mezz’ora e fece chiamare un ambulanza. Tutto inutile, era ormai senza vita da qualche ora.

Il medico legale, Max Vassille, compilò in modo sbrigativo il referto in cui, notando l’assenza di traumi fisici e basandosi sulla testimonianza della Courson – secondo cui Jim soffriva di dolori al petto ed abusava di alcolici – dichiarò la sua morte “per causa naturale” e nessun esame venne condotto sul corpo.

Per alcuni ci sarebbe di mezzo la famosa teoria del complotto legata al Club dei 27, ovvero il programma della CIA che tendeva a far fuori tutti i pensatori contro la guerra e i sostenitori della cultura hippie.

La frettolosa sepoltura di Jim fece pensare a una fuga per ricrearsi una nuova vita, seguito successivamente da Pamela per dedicarsi alla poesia, magari in Africa, seguendo le orme del suo amato poeta Rimbaud. I funerali si svolsero il 7 luglio del 1971 e la salma fu sepolta nel cimitero di Père-Lachaise, dove la tomba di Jim è ormai divenuta uno dei simboli del luogo.

Il cimitero delle leggende

Definito anche il cimitero degli artisti, il cimitero di Père-Lachaise è situato nel XX arrondissement della capitale e ogni anno accoglie oltre tre milioni e mezzo di visitatori, e risulta il cimitero più visitato al mondo.

Una delle tombe più visitate è certamente quella di Mr Mojo Risin, dove un tempo si trovava anche un busto a lui dedicato scolpito nel 1983 dallo scultore croato Mladen Mikulin, che tuttavia venne trafugato. Oltre alla tomba di Jim possiamo trovare anche le tombe di altri grandi nomi come Balzac, Oscar Wilde, Delacroix, Modigliani e Chopin.

Ad oggi sulla sua tomba è presente solo la lapide con la scritta in greco «KATA TON DAIMONA EAYTOY». Delle tante interpretazioni possibili di quella frase, la più sensata e pertinente parrebbe essere: «Egli ha provocato i suoi stessi demoni» o anche in un’altra interpretazione fedele al suo spirito.

Pellegrinaggio per Jim Morrison

La tomba di Jim Morrison è diventata un vero e proprio luogo di culto che accoglie ogni anno una folla interminabile che rende omaggio al poeta maledetto, lasciando dietro di sé fiori, foto, pensieri scritti, poesie. 

Per i 50 anni dalla morte di Jim Morrison, nel 2021, migliaia di persone si sono presentate alla sua tomba per rendergli omaggio, decretando l’immortalità del poeta, che ancora oggi ispira e fa sognare nuove generazioni.


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