Bulgaria, nessun nuovo governo all’orizzonte

Alle ultime elezioni in Bulgaria, il partito dell’ex premier di centrodestra Borissov (GERB) è arrivato al primo posto ma nessun partito ha ottenuto la maggioranza, riportando il paese nell’incertezza.


In un periodo di elezioni in Europa, anche i cittadini della Bulgaria sono stati chiamati a votare per le legislative, giorno 2 aprile. Il loro, però, è un caso particolare: si è trattato infatti delle quinte elezioni in due anni. E nonostante ciò, sembra che nemmeno questa volta ci sarà la possibilità di formare un governo, non avendo nessun partito ottenuto una chiara maggioranza. Questo prolungherà, quindi, lo stato di instabilità in cui versa il Paese da molto tempo. 

In testa in queste elezioni, così come in quelle dello scorso novembre, con il 26,5% dei voti, si trova il partito di centrodestra GERB dell’ex premier Boyko Borissov, che ha governato per quasi tutto il periodo che va dal 2009 al 2021. 

Proprio a causa delle accuse mosse a Borissov e al suo partito, per frode e corruzione, i cittadini bulgari si erano riversati nelle strade dando il via ad una serie di manifestazioni, con l’intento di far dimettere il primo ministro. Da allora, non si è riuscito a formare un governo che durasse più di sei mesi. 

Nuovamente al secondo posto, con il 24,9%, si trova il neo partito “We continue the change” guidato da Kiril Petkov, che aveva governato nel primo semestre del 2022. Dopo la sfiducia dello scorso giugno e la bassa percentuale di voti alle elezioni dello scorso novembre, questa volta Petkov aveva deciso di allearsi con il piccolo partito Democratic Bulgaria, guidato da Hristo Ivanov, sostenendo l’entrata del Paese nell’area Schengen e nell’euro. 

Nonostante l’alleanza, però, i due partiti insieme hanno ottenuto addirittura meno voti rispetto a quando si erano presentati separatamente lo scorso anno. La coalizione è riuscita ad ottenere la maggioranza nella capitale, ma i paesi più piccoli hanno votato per GERB. Questa coalizione si conferma tuttavia quella più votata dalla fascia d’età 18-29. 

«I risultati mostrano ciò che sappiamo da tempo – la nostra società è altamente divisa ed è un problema serio» ha scritto Ivanov il giorno dopo le elezioni. «La democrazia è una conversazione tra dissidenti. I cittadini ci stanno dicendo, di nuovo, che dobbiamo imparare ad avere questa conversazione». 

Infatti, i pochi voti sono stati sparpagliati in diversi partiti. I risultati mostrano che è il partito filorusso e nazionalista Vazrazhdane a piazzarsi, sorprendentemente, al terzo posto con il 14% dei voti. Un successo per un partito che sta ottenendo sempre più consensi. 

Da poco, il leader Kostadinov ha presentato 590.000 firme per mantenere il lev – la moneta nazionale – anziché adottare l’euro, al fine di indire un referendum a riguardo.

Sono riusciti a superare la soglia del 4% per entrare in parlamento anche il partito socialista (BSP) e il Movimento per i Diritti e la Libertà, partito di matrice turca. Secondo i primi dati, il 62% degli elettori del partito socialista è composto da over 60 ed è il primo partito per questa fascia d’età.

Per ultimo si piazza “There Is Such People” (ITN), che, a differenza delle scorse elezioni, riesce ora ad entrare in parlamento. Leader di questo partito è l’ex comico Slavi Trifonov, colui che decise di ritirarsi dalla coalizione nel 2022 dando il via all’ennesima crisi di governo. 

Il primo dato da analizzare per comprendere meglio i risultati delle elezioni della scorsa settimana è sicuramente quello relativo all’affluenza. Meno della metà dei cittadini bulgari, infatti, anche questa volta non ha espresso nessuna preferenza: l’affluenza è stata del 40.5% – leggermente più alta di quella dello scorso novembre del 39.41%, ma ancora non abbastanza né per esprimere il volere dei cittadini nè per garantire la maggioranza ad un partito. 

Inoltre, la maggior parte dei comuni bulgari e quindi dell’amministrazione locale è ancora nelle mani di GERB, rendendo persino più difficile un netto cambio di rotta. Le elezioni amministrative si terranno il prossimo ottobre ed è dopo di esse che forse si riuscirà ad eleggere un governo che possa avere la libertà e la possibilità di governare a lungo termine, per l’intero mandato. 

Ritornando al presente, Borissov inizierà a breve le consultazioni, ma non sembra che sarà semplice formare un’alleanza. La coalizione di Democratic Bulgaria e We continue the change è restìa ad unirsi a GERB, per il quale invece sembra sia stata la prima opzione; il suo leader Petkov ha infatti dichiarato che «abbiamo promosso chiaramente ai nostri elettori una vita europea normale, che include elezioni eque e libere».

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Boyko Borissov

Un’altra possibilità potrebbe essere quella di unirsi al terzo partito, Vazrazhdane, ma il suo leader, Kostadin Kostadinov, ha già dichiarato qualche giorno fa che non intende formare un governo a meno che il mandato non venga dato direttamente dal suo partito. 

Secondo le ultime notizie, il parlamento sarà formato da 240 deputati: dai 69 di GERB fino agli 11 di “There is such a People”. Ma sembra che non avrà lunga vita e che il potere rimarrà ancora nelle mani del presidente Radev, entrato in carica lo scorso anno. 

Senza un governo stabile, è Radev ad avere sempre l’ultima parola su tutte le decisioni importanti, attraverso un gabinetto provvisorio, e come presidente non è nemmeno responsabile nei confronti dell’organo legislativo. Questa permanente situazione di precarietà gli permette di prendere decisioni alquanto importanti per il futuro del Paese, senza alle spalle il supporto di un solido parlamento.

Intanto, Radev ha sollecitato i partiti ad affrettarsi. «Dobbiamo pensare in modo pratico e realistico. Dipenderà dai partiti in parlamento, la decisione di entrare nella zona Schengen, e se potremo unirci alla zona Euro».

Le ripercussioni di questi anni di elezioni inconcludenti sono tante. Tra la crisi economica, il dibattito sulla vicina guerra in Ucraina, quello sulla moneta da adottare, e una società divisa e disillusa, la Bulgaria deve affrettarsi a trovare una soluzione per poter risollevare le sorti del Paese.


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Matilde Mancuso

Classe 1995. Appassionata di letteratura, diritti umani, cinema e musica, nella mia vita non può mancare una tazza di tè e il prossimo viaggio programmato.