Spose bambine ai tempi del Covid: l’allarme dell’Unicef

La pandemia ha acuito la pratica dei matrimoni forzati. Secondo un rapporto Unicef, le spose bambine a rischio sono più di 10 milioni.


Il Covid sta avendo un impatto molto forte sulle ragazze di tutto il mondo. In particolare, a causa della pandemia più di 10 milioni di bambine sono a rischio di un matrimonio combinato nei prossimi dieci anni. Proprio un report pubblicato dall’UNICEF lo scorso 8 marzo ha rivelato nuovi dati riguardo questa pratica antica ma che purtroppo è ancora presente in fin troppi Paesi nel mondo.

In questo momento, quasi la metà di tutte le spose bambine risiede in soli cinque Paesi: Brasile, India, Bangladesh, Nigeria ed Etiopia. Ben 650 milioni di ragazze e donne di oggi sono state costrette a sposarsi da bambine. 12 milioni sono invece le bambine che ogni anno si sposano prima dei 18 anni. Sebbene privi di recenti dati ufficiali, poiché spesso questi matrimoni non vengono nemmeno registrati, analizzando diversi fattori e situazioni in tutto il mondo, si può stimare cosa succederà negli anni a venire.

Prima della pandemia si stima che il numero delle spose bambine fosse diminuito, da 1/4 a 1/5 , negli ultimi dieci anni, prevenendo il matrimonio di moltissime bambine. Adesso sembrerebbe che la situazione stia nuovamente degenerando, e i fattori sono molteplici. Prima di tutto, senza l’opportunità di andare fisicamente a scuola, si è più soggetti a violenza domestica e al controllo dei propri genitori. Il mancato accesso all’istruzione ha fatto pensare alle famiglie che l’unico ruolo della propria figlia sia quello di moglie e futura madre. La chiusura delle scuole aumenta il rischio di un matrimonio precoce del ben 25 per cento. Inoltre, una piccola percentuale di bambine non potrà più tornare a scuola nemmeno dopo la fine di questo periodo.

Con il Covid-19 anche le possibilità di abortire e di ricorrere a ricoveri ospedalieri sono diminuite, costringendo le ragazze più povere a portare avanti gravidanze indesiderate. Poiché già prima del Covid-19 in alcune aree la situazione non era delle più rosee, adesso è peggiorata di molto e alcune ragazze e bambine vivono in condizione di forte disagio. In più, ragazze dai 15 ai 19 anni spesso muoiono proprio a causa di complicazioni durante il parto o la gravidanza. La correlazione tra un matrimonio prima dei 18 anni e una morte precoce è senza dubbio infatti molto alta.

Inoltre, il fattore economico non può non essere preso in considerazione. Avendo perso lo stipendio e talvolta anche molti possedimenti, dare in sposa la propria figlia permette di non avere più un’altra bocca da sfamare. Oppure vi è la possibilità di ricevere dei soldi dall’altra famiglia, un motivo in più per organizzare un matrimonio combinato. Approfittando della situazione precaria, dunque, i genitori preferiscono non far continuare gli studi alle proprie figlie trovando loro un marito anche all’età di 14 anni. 

Nonostante la maggior parte delle volte sia il padre a essere dietro la pratica delle spose bambine, possono anche essere quest’ultime a prendere questa decisione, costrette dalle circostanze. Un esempio recente è quello di Sapana, una 17enne del Nepal che ha deciso di sposare un giovane del suo villaggio. Dopo aver lasciato la scuola, si è sposata e ha avuto anche una bambina. Il padre ha dichiarato che il matrimonio della figlia lo ha aiutato economicamente, senza un altro peso addosso a cui badare a livello finanziario. La madre, anche lei a suo tempo una sposa bambina, privata persino della possibilità di proseguire i suoi studi, sostiene che se avesse continuato la scuola avrebbe avuto una vita migliore.

Anche Mayawati, sempre in Nepal, ha avuto lo stesso destino. Al fine di non essere un carico all’interno della famiglia, soprattutto in questo periodo, la ragazza ha rinunciato ai suoi sogni per potersi sposare. Secondo l’intervista condotta dal New York Times, molti cittadini del Paese sono d’accordo con questa pratica e addirittura hanno spesso falsificato i documenti delle figlie per farle avvicinare all’età del consenso. In questo modo, non vi sarebbero problemi con le autorità e le loro figlie, seppur spesso quindicenni, possono essere date in sposa con più facilità.

In Etiopia, la quattordicenne Abeba ha rivelato alla BBC che i suoi genitori avrebbero voluto darla in sposa qualche mese fa. «Mi hanno detto di accettare l’offerta perché il ragazzo proveniva da una famiglia agiata» confessa la ragazza, che però è riuscita a convincere i genitori a non farla sposare. Ciò che non è accaduto invece ad altre sue amiche che sono diventate delle spose bambine sotto la pandemia. Il motivo è uguale agli altri: non potersi permettere gli studi o semplicemente non poter continuare a occuparsi di un’altra persona in casa.

In un anno di blocchi, molti operatori sociali e responsabili di diritti umani, non hanno avuto la possibilità di aiutare tutte le ragazze in difficoltà per impedire questi matrimoni. In India, grazie a dei finanziamenti, adesso alcune famiglie stanno rimandando il matrimonio della figlia fino ai 18 anni. Un piccolo passo che potrebbe  almeno permettere alle ragazze di concludere gli studi. Non si è però ancora fatto abbastanza affinché più donne nel mondo, anche in questa situazione critica, abbiano la libertà di studiare e amare senza restrizioni.


Immagine in copertina di UNAMID

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