Strage di Casteldaccia, ancora morti sul lavoro in questo 2024

Strage di Casteldaccia, ancora morti sul lavoro in questo 2024

Dopo la tragica morte di cinque operai a Casteldaccia, con un sesto che lotta per sopravvivere in gravissime condizioni, ad una settimana dai festeggiamenti del Primo Maggio, non possiamo continuare ad ignorare la drammatica questione delle morti sul lavoro in Italia. 


Una settimana fa, su queste stesse pagine, questa stessa penna, scriveva dei diritti dei lavoratori, dell’importanza della salute, della sacralità del diritto alla vita. Su queste stesse pagine, una settimana fa, mentre festeggiavamo i diritti acquisiti grazie alle lotte sindacali, cercavamo di spostare i riflettori su quelle conquiste che ancora non abbiamo raggiunto, e che forse diamo per scontate. Denunciavamo questo 2024 come uno degli anni più sanguinosi per i lavoratori italiani, e pregavamo perché i numeri ci smentissero nei prossimi mesi.

Sette giorni fa, a Casteldaccia, in provincia di Palermo, non era ancora accaduto nulla. Gli eventi ci obbligano, sette giorni dopo, a riaccendere quei riflettori e portare alla bocca i megafoni, perché di lavoro non si può continuare a morire.

Strage di Casteldaccia, troppi i morti sul lavoro

Dopo la tragica morte di cinque operai a Casteldaccia, con un sesto che lotta per sopravvivere in gravissime condizioni, non possiamo continuare ad ignorare la drammatica questione delle morti sul lavoro in Italia. 

Le vittime sono state colpite in un ambiente saturato di gas, risultato della fermentazione dei liquami, una situazione prevedibile ed evitabile. Non hanno avuto scampo mentre cercavano di aiutarsi reciprocamente nella vasca dell’impianto di sollevamento di acqua reflua situato in via Nazionale, per un lavoro appaltato dall’Amap, l’azienda acquedotti del Comune di Palermo. 

La loro vita è stata stroncata uno dopo l’altro dall’idrogeno solforato, a causa della mancanza di adeguate protezioni e mascherine, come è stato successivamente accertato. «Si poteva evitare» è la frase più ripetuta dopo tragedie come questa, «non deve più accadere» è l’unica considerazione sensata dopo che cinque uomini hanno perso la vita l’uno per salvare l’altro.

Si poteva evitare, di certo, perché tutte le attività lavorative sono coordinate da protocolli che, se messi in pratica, diminuiscono al minimo il rischio di conseguenze fatali per la persona. Continuerà ad accadere, però, se chi deve vigilare sul corretto utilizzo di quei protocolli non lo fa, qualsiasi sia il motivo.

Strage di Casteldaccia, troppi i morti sul lavoro

In Sicilia individuare le motivazioni è abbastanza semplice: spesso quella persona non esiste. La Regione a statuto speciale dovrebbe cubare almeno 280 ispettori del lavoro e, invece, sono solo 49. Nonostante i solleciti dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, la Sicilia non assume e i lavoratori continuano a perdere la vita.

Gli incidenti accadono, non vi è alcun dubbio a riguardo, ma se «si poteva evitare» e non è stato fatto abbastanza per evitarlo, se l’incidente porta via con se cinque lavoratori che non sarebbero dovuti essere lì, l’incidente smette di essere tale e si trasforma in omicidio.

Allora, proprio perché di omicidio si tratta, dovremmo indignarci con la stessa foga con cui faremmo per un serial killer. Uno spietato assassino che nel solo 2024 ha già assaggiato il sangue di oltre 190 vittime e che continua ad agire indisturbato, senza che la giustizia lo rincorra per fermare la sua furia.

vignetta giuseppe castiglione, morti sul lavoro casteldaccia 2024
vignetta di Giuseppe Castiglione
... ...