“Palermo multiculturale: dal fiume Oreto in poi…” un racconto d’arte, natura e bellezza

La mostra dedicata al fiume Oreto, ospitata dalla decima edizione della Settimana delle Culture, si è rivelata un viaggio naturalistico ed antropologico nella valle del fiume, alle radici della realtà multiculturale di Palermo.


Si è conclusa qualche giorno fa la decima edizione della Settimana delle Culture, manifestazione nata nel 2013 da un progetto elaborato da Gabriella Renier Filippone e promossa, anno dopo anno, dall’omonima associazione, in sinergia con enti pubblici e privati. Tra gli eventi previsti all’interno del programma del 2021, anche la collettiva di arti visive, ospitata nei locali del complesso monumentale di S. Maria dello Spasimo, “Palermo multiculturale: dal fiume Oreto in poi…” un viaggio naturalistico e antropologico nella valle del fiume, alle radici della realtà multiculturale di Palermo. La mostra, organizzata da Oreto d’Arte,  rete di artisti, creativi e istituzioni culturali, interna al Forum del Contratto di fiume e di costa dell’Oreto, ha visto, come ente capofila, nell’implementazione del progetto, l’Associazione Regioniamo Sicilia

Nello specifico, l’iniziativa di promozione culturale e territoriale ha preso piede nei mesi di maggio e giugno, quando, nell’ambito di tre estemporanee, tenutesi rispettivamente ad Altofonte, nella zona del Fiumelato di Meccini, a Palermo, nei pressi della foce, e a Pioppo, lungo le sponde del fiume Sant’Elia, una colorata marea di pittori, disegnatori, scultori, poeti, fotografi e musicisti ha invaso, con le proprie arti, tre luoghi simbolo degli sforzi congiunti di professionisti, associazioni e istituzioni verso il recupero e la riscoperta del territorio.

Le opere, così realizzate, insieme ad alcuni lavori prodotti in studio, sono state successivamente raccolte all’interno di un apposito catalogo virtuale, ed esposte da sabato 25 settembre a domenica 3 ottobre, all’interno dello Spasimo. In tal modo, coloro i quali non hanno preso parte alle giornate lungo il fiume, hanno comunque potuto contemplare quest’ultimo, attraverso lo sguardo dei fotografi, ritrovare l’Oreto nei colori dei dipinti, riabbracciare, finalmente, le loro stesse radici. 

Inoltre, all’interno della collettiva, è stata installata l’opera Voci di (m)Argine/ suoni, memorie, racconti dell’Oreto,  realizzata dall’Associazione In Medias Res, in collaborazione con eConscience. Si tratta di un’esperienza uditiva che, quasi a voler commentare i suggestivi luoghi del fiume, ha condotto i visitatori della mostra, attraverso i racconti e le testimonianze degli abitanti dei quartieri Guadagna, Oreto e Romagnolo, nonché dell’area, posta tra Corso dei Mille e Piazza Scaffa, intervallando le parole dell’uomo alla musica dell’acqua. 

Palermo, la città “tutto-porto” ma, troppo spesso, insensibile al suo mare e ai suoi fiumi, è tornata così ad ascoltarli, ritrovando se stessa nell’elaborata cornice di un evento, che si è ulteriormente arricchito attraverso una multiforme rassegna pomeridiana di iniziative di contesto.

Il racconto dell’Oreto, infatti, è stato efficacemente approfondito dal critico d’arte ed editore Tommaso Romano e dalla naturalista Ernesta Morabito, che hanno affrontato, rispettivamente, il tema del connubio tra arte e ambiente e dell’ecosistema fluviale; è risuonato, ancora, nei versi pronunciati nell’ambito del reading poetico “Fiumi di parole”, a cura della poetessa Veronica Garito, e nelle melodie del Gruppo Musicale Bulchar; è stato l’occasione per studiare e immaginare nuovi scorci, nell’ambito della lectio magistralis, tenuta da Antonio Saporito Renier, della Scuola Stabile di Fotografia; ha stimolato l’immaginazione e la fantasia dei più piccoli, coinvolti nel laboratorio “Una tela lunga un fiume”, a cura di Skené, centro culturale polifunzionale per l’infanzia, e  ha aperto la strada a nuove domande, a nuove storie, che attendono ancora una risposta.


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