Denise Pipitone, il circo mediatico e gli scomparsi

Dopo la (prevedibile) mancata corrispondenza con la ragazza russa, ricomincia la lunga attesa di Piera Maggio per la piccola Denise Pipitone, come quella di tantissime mamme in tutta Italia.


In queste ultime settimane il caso di Denise Pipitone, svanita nel nulla il primo settembre del 2004 mentre a soli tre anni mentre giocava per strada a Mazara del Vallo, è tornato alla ribalta. Lo scorso 23 marzo infatti una ragazza russa, di nome Olesya Rostova, ha rivolto un accorato appello in diretta tv per ritrovare la madre biologica, richiamando l’attenzione di una telespettatrice di “Chi l’ha Visto?”, che ha immediatamente segnalato il fatto alla redazione del programma di Rai Tre. 

Una forte somiglianza, l’età del rapimento corrispondente. Arrivano i contatti con l’emittente russa per ottenere un confronto del Dna e le speranze di mamma Piera Maggio si accendono nuovamente nel ricordo della figlia. 

Tuttavia, nonostante le molte similitudini facessero presagire il contrario, due giorni fa è arrivato il verdetto inoppugnabile, annunciato dal legale della famiglia, l’avvocato Giacomo Franzitta: «Il gruppo sanguigno di Olesya è diverso da quello di Denise», ha affermato in collegamento video con il programma russo “Lasciali parlare”. «Abbiamo, in ogni caso, ritenuto corretto trasmettere nota alla Procura della Repubblica di Marsala che valuterà se procedere ad ulteriori accertamenti». Capitolo chiuso, dunque: l’ennesimo caso di una ragazza che poteva essere Denise è finito nel vuoto, divenendo, tra l’altro, prodotto di un discutibile circo mediatico.

Infatti, mercoledì scorso, in diretta tv, è andato in scena un siparietto surreale, tra Franzitta e il conduttore della trasmissione russa, Dmitriy Borisov, il quale si è addirittura fatto portare in studio una busta contenente il responso sul gruppo sanguigno di Olesya: a quel punto Franzitta avrebbe dovuto comunicare quello di Denise e, tra la suspense di inquadrature, il destino di queste due famiglie sarebbe stato finalmente svelato.

Ma non è andata così. Il legale di Piera Maggio si è infatti rifiutato e ha preteso la procedura opposta. Morale, dopo diversi minuti di incertezza e battibecchi, a risolvere il tutto è stato il corrispondente della Rai a Mosca, Marc Innaro, invitato tra i partecipanti alla trasmissione, che ha prestato il suo cellulare a Borisov e l’informazione è stata finalmente comunicata. Dunque è stato Franzitta a rivelare che i due gruppi non coincidono, anche se in coda di puntata in studio. A Mosca è stata invece ventilata l’ipotesi che il test effettuato a suo tempo su Denise possa essere errato, e che vi sia la necessità di procedere comunque con la comparazione del Dna, ma la famiglia della ragazza ha già detto che non si presterà. 

Si riapre, così, la lunga attesa di Piera Maggio, come ancora aperta è quella di tantissime mamme in tutta Italia. Soltanto nel 2020, infatti, sono state 13.527 le persone scomparse, di queste 7.672 sono minori. Con una media di 37 individui che non si trovano più ogni giorno. La relazione annuale, curata dal commissario straordinario Silvana Riccio, ha comunque evidenziato due dati positivi: da un lato, il trend in calo delle denunce effettuate (11 per cento in meno nel 2020, rispetto all’anno precedente) e, dall’altro, il ridursi della forbice tra scomparse e ritrovamenti, quest’ultimo dato dovuto alla collaborazione sempre più affinata con le forze di polizia, le istituzioni, le associazioni e il territorio.

Per quanto riguarda la scomparsa di minori, in particolare, il maggior numero di denunce si riscontra oggi in Sicilia (25.528, di cui 20.535 stranieri e 4.993 italiani), a seguire la Lombardia con 21.463 casi denunciati e Lazio, con 15.740. Per quanto riguarda, poi, gli esiti delle ricerche, in testa troviamo la Lombardia, con 17.027 ritrovamenti, e la regione Lazio, con 11.450. A seguire, la Sicilia con 9.478 ritrovamenti di minori, di cui 5.073 stranieri. Le percentuali più basse circa le denunce di scomparsa, si riscontrano invece in Valle d’Aosta, con 124 minori, in Basilicata, con 589 minori, in Molise, con 604 minori, e in Umbria, con 1.070 minori. 

Nell’intento di coinvolgere esperti internazionali e specialisti della protezione e assistenza all’infanzia, il Global Missing Children Network (GMCN) ha realizzato un database, liberamente consultabile, all’interno del quale sono registrate le informazioni relative ai minori (generalità, fotografia, luogo della scomparsa) in tal modo offrendo un valido supporto alle Forze di Polizia, alle agenzie e alle organizzazioni non governative impegnate nelle ricerche. L’Italia opera nell’ambito del GMCN sin dal 2000, anno in cui è stato lanciato il sito web dedicato.

L’impegno delle istituzioni italiane ha radici ben più risalenti e, in particolare, la problematica correlata alla scomparsa di minori è stata sempre oggetto di attenzione da parte del Dipartimento della Pubblica Sicurezza che, negli anni, ha approfondito la valutazione sulle dimensioni del fenomeno, non solo sotto il profilo strettamente criminale, ma anche dal punto di vista sociale.

Sono nate infatti una serie di iniziative che hanno inciso sull’organizzazione degli Uffici di Polizia: a seguito della promulgazione della legge n. 66 del 1996 “Norme contro la violenza sessuale”, nell’ambito del cosiddetto “Progetto Arcobaleno”, sono stati costituiti gli Uffici Minori presso tutte le Questure. Le funzioni loro attribuite sono di “pronto soccorso”, con riguardo alle esigenze dei minori e delle famiglie in difficoltà, nonché di raccordo con altri enti e organismi che si occupano delle problematiche dell’infanzia (quali gli Enti locali e i servizi socio-assistenziali, i Tribunali dei Minori, i Centri per la Giustizia Minorile, le Associazioni di volontariato, ecc.). 

A livello centrale, il Progetto Arcobaleno prevede il coordinamento da parte un’apposita unità organizzativa, la “Sezione Minori”, creata nell’ambito del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, che, oltre a gestire il sito, realizza un articolato sistema di monitoraggio di tutte le fenomenologie delittuose nelle quali sono coinvolti i minori, sia come vittime che come autori di reato.

A seguito della legge n. 269 del 1998, “Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori quali nuove forme di riduzione in schiavitù”, sono state istituite presso le Squadre Mobili delle Questure delle sezioni specializzate nello svolgimento delle indagini su questo tipo di reati. Tale iniziativa ha rappresentato un ulteriore miglioramento dell’azione di prevenzione e di repressione del fenomeno, sia in termini qualitativi che quantitativi.


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