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Maiali, cani e pecore: Animals e la società secondo i Pink Floyd

Un’atmosfera cupa, pessimista, inquieta. Ciò caratterizza Animals, album del 1977, mostrando come i Pink Floyd di Dark Side of The Moon (1973) e Wish You Were Here (1975) siano cambiati. Rimangono dei maestri dei loro strumenti, ma ciò che cambia è l’equilibrio interno alla band, in favore del bassista Roger Waters, mente creativa di Animals e che caratterizza quest’album come il più politico nella lunga discografia dei Pink Floyd.

Tra i pionieri del rock psichedelico, il sound della band negli anni che seguirono il loro esordio (The Piper at the Gates of Dawn, del 1967) è maturato offrendo una produzione colorita e mai noiosa in cui ogni album è unico, e Animals si innesta nel punto in cui la band passa dalla maturazione delle sonorità spaziali già viste nei primi lavori ad una band che attraverso la sua musica esprime il suo pessimismo verso la società e il sistema economico in cui vive.

Un cambiamento netto, che trova le sue radici nel crescente e ormai dominante ruolo di Roger Waters; è proprio lui che, rispolverando una delle sue letture giovanili, cioè La Fattoria degli Animali di George Orwell, trova la perfetta ispirazione per un nuovo album. Mentre il romanzo è una critica allegorica allo stalinismo, Waters mira, anche lui attraverso delle figure animalesche, a criticare aspramente il capitalismo e i suoi effetti nella società.

Le tracce dell’album sembrano i capitoli di una storia: “Pigs on the Wing Part I”, “Dogs”, “Pigs (Three Different Ones)”, “Sheep”, “Pigs on the Wing Part II”. Ognuna delle tre figure allegoriche merita un approfondimento, di essere ben definita. Al comando del sistema economico e politico ci sono i maiali, i Pigs, che alle loro spalle hanno un esercito di cani pronti a difenderli a tutti i costi, e che fanno di tutto per essere i preferiti dei maiali, ricorrendo alla competizione e all’egoismo più sfrenato. Il resto sono le pecore, di cui parla il brano “Sheep”, la massa ignorante e impotente della nostra società.

Ad aprire e chiudere l’album ci sono le due parti di “Pigs on the Wing”, unici momenti “rilassati” dell’intero album e caratterizzati dalla presenza di chitarre acustiche. Waters dirà che le due canzoni sono dedicate alla sua nuova moglie Carolyne Christie.

Se non ti preoccupassi per quello che mi è successo / E io non tenessi a te / Ce ne andremmo a zigzag per la nostra strada / tra la noia e il dolore / Guardando ogni tanto in su nella pioggia / Chiedendoci quale farabutto incolpare / E stando all’erta dai maiali in volo

Il brano successivo è “Dogs”, una suite di diciassette minuti che oltre al curatissimo testo è musicalmente eccezionale, che ci porta nel pieno del tema dell’album. Chi sono i cani per Waters? Sono gli arrampicatori sociali e le persone che fanno parte del mondo ultra competitivo del business, pronte a tutto pur di ottenere una promozione o scalare la vetta delle aziende; è l’uomo predatore e senza scrupoli. Niente meglio del testo del brano può spiegare il messaggio di Waters:

“..dopo un po’ potrai dedicarti alla cura dello stile: come la cravatta del circolo e una salda stretta di mano / un certo sguardo negli occhi e un sorriso accattivante / devi ispirare fiducia alle persone a cui menti / così quando ti volteranno le spalle / avrai la possibilità di affondarvi il coltello”

Il destino dei cani non è per nulla roseo. Dopo aver passato l’intera vita a scalare la società, anche a costo di approfittare delle amicizie, verranno “trascinati giù da una pietra”, che metaforicamente indica il peso delle sofferenze che hanno provocato, e moriranno da soli perché è quello che meritano di raccogliere dopo aver basato la loro vita nell’egoismo.

Chi è stato vestito di collare e catena / Chi era solo uno straniero in casa propria / Chi è stato trascinato giù da una pietra

Il brano “Pigs”, come suggerito dai versi all’inizio del brano, ci porta nel mondo dei maiali, persone che sono nei posti più alti della società, come i politici. Essi ingrassano sulle spese di tutti gli altri, e motivano la popolazione a rimanere ultra competitiva ed egoista, così che loro possano mantenere il loro enorme potere. Una delle particolarità di questo brano, e una prova della versatilità del chitarrista David Gilmour, è l’uso di un talk box, un effetto che riesce a trasformare il suono della sua chitarra nei versi dei maiali.

Omaccione, porco, ha ha, sei una farsa / Ben pasciuto, ben vestito, ha ha, sei una farsa / E quando poggi la mano sul cuore / Fai proprio ridere / Quasi un buffone

Alla fine di “Pigs” veniamo avvolti da un’atmosfera agreste e rilassata, caratterizzata dal belato delle pecore. Esse sono l’ultima fetta della società che manca per comporre il puzzle allegorico proposto da Waters. Povere, manipolate, disilluse, le pecore hanno bisogno di un leader per sentirsi al sicuro e sanno bene che la loro condizione prescinde dal tempo, dalla storia, da ogni vicissitudine.

Faresti bene a stare in campana / Potrebbero esserci dei cani in giro / Ho guardato al di la del Giordano e ho visto / Che le cose non stanno come sembra

Il riferimento al fiume Giordano è un chiaro messaggio di come Waters pensi che tra le cause della condizione sociale delle pecore ci sia l’impatto della religione e della fede cieca. Il finale della canzone ha un tono molto pessimistico; le pecore riescono a ribellarsi ai cani, ma si rendono conto che nonostante la rivolta non possono cambiare le loro condizioni, tanto da preferire di “stare a casa”.

Hai sentito la novità? / I cani sono schiattati / meglio se resti a casa E rispetti gli ordini.. /  Togliti di mezzo se vuoi campare a lungo

L’album ci lascia con la Part II di “Pigs on the Wing”. Animals rimane nell’immaginario collettivo proprio questo, un maiale nel cielo, protagonista della particolare e celebre copertina in cui un maiale è legato alla Battersea Power Station di Londra, usato per la promozione dell’album nella capitale inglese.

Per finire un aneddoto molto interessante. In una delle date del tour mondiale di Animals, a Montreal, accadde che il pubblico dell’evento si arrabbiò eccessivamente a causa dell’acustica pessima del concerto, arrivando a lanciare petardi sul palco. Waters come reazione sputerà su di un fan, e uscì di scena lasciando il resto della band a suonare da sola. Profondamente colpito dall’evento, Waters affermerà che si era ormai creato un muro tra lui e i fan; è l’origine di The Wall, il resto è storia.


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