L’arte di Guttuso si ispirava prevalentemente a Picasso che, non solo ammirava, ma divenne suo grande amico. La sua arte giunse ad essere definita “arte sociale”; le sue opere sono estremamente legate alla sua terra: la Sicilia. (Da Inchiostro Virtuale)

Renato Guttuso nacque infatti a Bagheria (o Baarìa) e buona parte della sua vita la trascorse tra il suo comune di nascita, Palermo e Roma, più varie visite a Milano. Fin da giovanissimo il suo amore per l’arte fu evidente, tanto che col benestare del padre lasciò l’università per seguire la sua unica passione ed il suo incredibile talento.

La crocifissione: tra antifascismo ed eresia

Apertamente antifascista ed in seguito comunista, trovò la fama grazie ad un dipinto assai controverso, poco amato dai fascisti e molto criticato dal clero: La crocifissione, datato 1940, che lo stesso Guttuso descrisse come «Il simbolo di tutti coloro che subiscono oltraggio, carcere e supplizio per le loro idee».

L’opera venne assai criticata dalla Chiesa, a causa soprattutto del nudo di Maddalena, guadagnandosi addirittura la fama di opera “eretica”. Guttuso ammise di non aver mai voluto generare scandalo e che piuttosto l’opera rappresenta il caos della società e della guerra, ispirato molto dal capolavoro di Picasso (Guernica). Ma le sue opere non sono di certo tutte sociali.

Notissimo è, ad esempio, il quadro Volo di colombe sull’aranceto, semplice eppure carico di emozioni e ricco di colori che rappresentano la Sicilia.

“La Vucciria” e il mercato di Palermo

Altro esempio è l’ancor più noto quadro La Vucciria, datato 1974 e considerato ad oggi il suo quadro più famoso, dove mostra in modo più che realistico quello che è il più noto mercato palermitano, dandogli al tempo stesso vita in una girandola di colori che giungono allo spettatore, tanto da fargli pensare di trovarsi lì in mezzo, tra verdura, frutta e le voci dei mercanti, che quasi ci sembra di sentire.

Una piccola curiosità sulla Vucciria

Nel caso ve lo foste chiesti, vucciria in siciliano significa confusione, eppure l’origine di tale nome non deriva affatto dall’ovvia confusione che regna al mercato, piuttosto dal termine francese boucherie che significa macelleria: al mercato, infatti, inizialmente veniva venduta solo la carne. Nel corso della storia si è ingrandito e, soprattutto, il termine boucherie è stato storpiato, diventando infine vucciria, ormai noto e forse più consono.

Oggi l’opera La Vucciria è conservata a Palermo – in particolare a Palazzo Chiaramonte, note come Palazzo Steri, uno dei palazzi storici di Palermo – per volere dello stesso Guttuso. Se mai doveste trovarvi a passare per il capoluogo siciliano, non perdete l’occasione di visitarlo (Le informazioni utili su questo e su molti altri monumenti palermitani le trovate qui).

I funerali di Togliatti

Tra le opere meglio ricordate, non si può che citare I funerali di Togliatti, che ha un potere visivo non indifferente.

I volti raffigurati sono ritratti a matita e mostrano, tra gli altri, Gramsci e Lenin. Il rosso, in varie forme, è il colore predominante in contrasto col bianco e nero dei personaggi. Il murales, composto da ben quattro pannelli, è diventato il manifesto del Partito Comunista Italiano.

In conclusione

Insomma, sulle opere di Guttuso ci sarebbe tanto, ma tanto, da dire perché sono tantissime e tutte degne di nota. Allo stesso modo, anche su Guttuso uomo ci sarebbe parecchio da dire, un personaggio interessante ed eclettico, innamorato dell’arte, della Sicilia e dell’unica donna del suo cuore, Mimise.

Un consiglio: date un’occhiata allo speciale documentario a lui dedicato disponibile qui. Per finire, le parole di Guttuso sulla sua terra, che considerava drammatica ma che, comunque, amava: «Non credo ci sia al mondo un posto come la Sicilia, almeno per me. Sono un siciliano viziato». 

Di Serena Aiello su Inchiostro Virtuale