Una vita per i diritti e l’emancipazione delle donne: chi era Hevrin Khalaf

Di Eloisa Zerilli – Era l’emblema del dialogo e dell’emancipazione delle donne in Siria: Hevrin Khalaf, segretaria generale del Future Syria Party, viaggiava tra i nove civili trucidati a sangue freddo, lo scorso sabato, in un agguato delle milizie filo-turche nel nord-est della Siria.

In particolare, secondo alcune fonti, l’attivista curda stava viaggiando su un veicolo insieme al suo autista per raggiungere la città di Qamishli, quando è stata fermata da miliziani arabo-siriani che combattono al fianco dei soldati di Erdogan e, tra i quali, si dice militino anche alcuni jihadisti.

Il commando di uomini li avrebbe costretti a scendere dall’auto con la forza e poi avrebbe sparato a bruciapelo: in base ad alcune testimonianze, la donna sarebbe stata prima violentata e poi lapidata. Del massacro sono stati diffusi in rete due video filmati con i cellulari dagli stessi miliziani.

Sognava un futuro migliore per le donne del suo Paese e un dialogo pacifico fra curdi, cristiani e arabi e, per questo, da tempo era nel mirino degli integralisti islamici. Hevrin Khalaf, politica del Rojava con una laurea in ingegneria, aveva 35 anni e, di recente, era stata alla guida di un Forum tribale delle donne.

L’attivista si batteva per una transizione democratica che potesse portare verso la costituzione di una Siria inclusiva e rispettosa dei diritti delle minoranze. Una Siria multi-identitaria e fortemente decentralizzata, diversamente da quanto promosso dall’ideologia baathista, ossia la creazione di un grande stato arabo, laico e socialista.

All’atto della sua fondazione, il Future Syria Party fece propri i principi della laicità dello Stato, di rinuncia alla violenza in favore di una lotta pacifica, dell’uguaglianza tra uomini e donne e del rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite.

Tra queste, la risoluzione n. 2254, in base alla quale tutte le fazioni del popolo siriano dovrebbero essere rappresentate nel processo politico, anche per la stesura di una nuova costituzione.

‘Syria Future Party’ (SFP) – da Hawarnews

Hevrin Khalaf sperava in una Siria in cui potessero servire da esempio le esperienze compiute in tal senso nel Rojava, territorio in cui i curdi hanno governato senza escludere nessuno per motivi di razza, di sesso o di religione. Non un mero ritorno alla Siria di Assad, dopo la sconfitta del Daesh, ma una Siria nuova, in grado di aprire una fase di rinascita in tutto il Medio Oriente.


Foto in copertina da TPI