La Difesa italiana tra processo di riforma ed esigenze di bilancio (parte seconda)

Di Francesco Polizzotto – Il processo di ammodernamento del comparto Difesa sta risentendo da tempo delle misure di contenimento della spesa pubblica imposte dall’odierno contesto economico-finanziario del Paese. Negli ultimi anni la contrazione delle risorse disponibili ha reso difficoltosa l’implementazione di alcuni tra i nuovi programmi, ha imposto l’annullamento dell’avvio di altri e causato il posticipo e/o la diluizione nel tempo di taluni investimenti.

In altri termini, si è reso necessario armonizzare le esigenze di ammodernamento con quelle di bilancio e si è deciso di farlo sostenendo le capacità operative e le linee di sviluppo correlate all’assolvimento dei compiti istituzionali. Particolare attenzione è rivolta alle esigenze legate alla sicurezza collettiva e a quelle indispensabili per far fronte agli impegni che il Paese ha assunto a livello internazionale.

Pianificare, programmare e sviluppare la crescita delle Forze armate risulta indispensabile non solo per assicurare la difesa dello Stato (compito primario e prioritario delle Forze armate), ma anche il rispetto degli impegni assunti dal Paese.

In tale contesto, bilanciare la dimensione quantitativa con quella qualitativa dello Strumento militare rappresenta una delle principali sfide della Difesa, nonché un impegno reale da attuare con continuità, al fine di consentire al Paese di disporre di Forze armate moderne, interforze, integrate, efficaci, efficienti, economicamente sostenibili, eticamente allineate ed energeticamente neutre.

Il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta in visita in Sicilia

Questo processo evolutivo e di costante adattamento si svilupperà attraverso una visione sistemica e prospettica sia delle sfide presenti che delle tendenze future. Proseguono gli sforzi della Difesa per lo sviluppo del Progetto “Duplice Uso Sistemico: impiego innovativo delle Forze armate al servizio del Paese”. Esso è il presupposto per consentire il transito concettuale e operativo dall’attuale condizione di Forze Armate 3.0. a quella di Forze Armate 4.0, upgrade non più procrastinabile.

Essere 4.0 significa dotarsi di uno strumento “persistente e a potenza variabile”, facilmente modulabile per essere impiegato nell’intero spettro delle moderne minacce (ibrido, sicurezza cyber-energy, hyperwar), mantenendo comunque la capacità operativa e funzionale nelle più classiche situazioni di crisi convenzionali.

Sempre nell’ottica di ottimizzare ma anche di definire e sostenere le capacità indispensabili di cui le Forze armate devono disporre, il Dicastero sostiene con convinzione l’opportunità di procedere all’elaborazione, a livello interministeriale e sotto l’egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di una “Strategia Generale Nazionale di Sicurezza”, che dovrà costituire quel caposaldo istituzionale su cui basare i propri obiettivi e lo sviluppo di un modello capacitivo coerente con gli indirizzi politici e rispondente alle sfide con cui il Paese è chiamato a confrontarsi.

Tale strategia dovrebbe poi essere supportata da un idoneo strumento normativo che assicuri quote di investimento incrementali nel tempo e fornisca maggiore stabilità al processo di pianificazione, incrementando progressivamente il budget della Difesa, anche a fronte degli impegni assunti in ambito NATO.

Gli sforzi della Difesa saranno altresì orientati alla ricerca di livelli di integrazione sempre maggiori a livello europeo e allo sviluppo di cooperazioni più strutturate e profonde, in primis con i Paesi UE a noi più vicini per interessi, legami storico-culturali e valori di riferimento. Parimenti, nella considerazione del ruolo imprescindibile svolto dalla NATO, la partecipazione attiva e il significativo contributo fornito ai consolidati meccanismi di prevenzione, deterrenza e difesa collettiva dell’Alleanza, continueranno a rappresentare, anche per il futuro, un’indispensabile garanzia per un’adeguata cornice di sicurezza.

In particolare, nell’ambito dell’Alleanza Atlantica, la Difesa continuerà ad assicurare in maniera convinta il proprio impegno, nonché a promuovere le necessarie iniziative per orientarne l’attenzione verso il cosiddetto Fianco Sud, al fine di affrontare in modo sistemico la perdurante instabilità di questa area, di interesse strategico per la sicurezza del nostro Paese.

In tale quadro, per quanto attiene agli aspetti prettamente finanziari, il D.P.P. fornisce evidenza oltre che delle risorse ricomprese nel bilancio della Difesa propriamente inteso, anche di quelle che, pur risultando iscritte nei bilanci di altri dicasteri – tipicamente il Ministero dello Sviluppo Economico (Mi.S.E.) – vengono impiegate per le esigenze del Ministero della Difesa.

Il D.P.P. incorpora infatti: l’evoluzione del quadro strategico e le implicazioni militari della situazione delle alleanze, l’evoluzione degli impegni operativi interforze, lo stato di attuazione dei programmi di investimento e le misure di riqualificazione dello Strumento militare.