Nanna’s garage, rivive il sogno della mitica Fiat 500

Di Giuseppa GranàGiovanna Parascandolo, detta Nanna, è una ragazza di 23 anni laureata in architettura e appassionata di auto d’epoca da circa tre anni. Nanna, che si vede immortalata negli scatti di Emanuele Mariotti, nonostante fosse innamorata della mitica Fiat 500, non poteva permettersi di acquistarne una che fosse in buone condizioni. Così ne acquistò una con una serie di problematiche. In quegli anni Nanna seguiva un programma inglese in cui un meccanico restaurava auto storiche e sembrava che quegli interventi potessero essere effettuati da chiunque.

Da quel momento Nanna ha iniziato a studiare, a reperire informazioni e ad acquistare pezzi di ricambio, così da poter procedere con il restauro della sua Fiat 500. Mediante il suo canale Youtube “Nanna’s Garage”, ha deciso di documentare tutti gli interventi da lei effettuati, che è possibile seguire anche dalla sua pagina Instagram. Il canale nasce con lo scopo di condividere opinioni tra gli appassionati del fai da te del mondo veicoli d’epoca.

Giovanna quando vede un’auto d’epoca non vede un mero mezzo di locomozione, ma ripensa alla sua storia, alla gioia di chi l’ha acquistata in passato e quella di chi ha imparato a guidare su quell’auto, alle molteplici avventure che ha fatto vivere, ai baci sotto casa o anche alle sfortunate volte in cui si è fermata per strada.

Ciò che colpisce è indubbiamente l’associazione donna-auto, in quanto generalmente si attribuisce il mestiere del meccanico al sesso maschile; ma Nanna ha in questo modo messo in discussione una visione ancora maschilista, sfatando il mito secondo il quale le donne non sono in grado di fare alcune operazioni. Esempi eclatanti sono quello dell’officina “Only Girls”, un garage nato nel 2014 a Parigi, gestito da donne per sole donne e quello di Sandra Aguebor-Ekperuoh, primo meccanico donna in Nigeria, dove ha aperto una propria officina nel 1995. La giovane restauratrice ha risposto ad alcune domande di Eco Internazionale.

Foto di Emanuele Mariotti

Com’è nato questo interesse verso il restauro delle auto d’epoca? 

«Si potrebbe dire che il mio amore per le auto d’epoca nasce da un capriccio. Un giorno di 3 anni fa una mia amica venne a prendermi a casa con una Fiat 500 del ’67. Avevo visto varie volte queste auto in giro ma non avevano mai attirato troppo la mia attenzione, le ritenevo macchine piuttosto “buffe”. Entrandoci dentro invece è stato amore a prima vista. Ricordo di aver fatto tutto il viaggio toccando gli interni e pensando che fosse l’oggetto di design più meraviglioso mai visto, mi ha letteralmente folgorato.

Appena sono tornata a casa ho subito chiesto a mia madre se potevamo comprarne una ma è bastato uno sguardo per capire che non era aria. Due anni prima mi era stata regalata una moto quindi, giustamente, non se ne parlava proprio.

Quello che è nato come un capriccio però si è trasformato in una vera e propria missione. Ho venduto la mia moto (unico mio mezzo di trasporto all’epoca) per comprare una Fiat 500 del ’67 che non partiva, non frenava ed era tutta arrugginita; sono andata a lavorare nei weekend come Barman per potermi pagare i pezzi di ricambio e tra un esame all’università e l’altro l’ho restaurata integralmente».

Hai ricevuto un aiuto, qualcuno che si sia approcciato prima di te a tutto questo?

«Quando ho iniziato non sapevo assolutamente nulla di motori. Non è una passione che si coltiva nella mia famiglia ne ho mai avuto meccanici di fiducia al mio fianco. Imparare da sola è stata dura e ci è voluta molta dedizione ed è proprio ciò che mi rende orgogliosa del mio percorso. La maggior parte delle cose che so le ho imparate facendole, mettendomi alla prova, smontando e rimontando.

Ovviamente ci sono state operazioni che non riuscivo a capire come fare; in quei casi andavo a cercare le risposte sui Forum di appassionati presenti su internet. Non è semplicissimo reperire e capire le informazioni che si trovano su queste piattaforme perché spiegare a parole scritte un’operazione manuale spesso è complicato.

E’ proprio per questo motivo che ho deciso di aprire la mia pagina YouTube Nanna’s Garage dove pubblico i video tutorial su come procedere al restauro di quest’auto in modo che molti appassionati possano approcciarsi a quest’arte».

Foto di Emanuele Mariotti

In quanto tempo sei riuscita a capire come restaurare un auto da cima a fondo? Una volta capito, in quanto tempo restauri un auto?

«Per restaurare la mia prima Fiat 500 ho impiegato circa 1 anno comprensivo di studio per capire come farlo, il restauro vero e proprio, gli esami all’università (mi sono laureata alla Facoltà di Architettura) e il lavoro al bar per acquistare i pezzi. Per quanto riguarda il secondo “Cinquino”, il restauro vero e proprio ormai è la parte più semplice, potrei farla ad occhi chiusi. Ciò che richiede molto tempo invece è la produzione dei video per il mio canale dato che mi occupo da sola anche delle riprese, del montaggio e delle animazioni 3D».

Cosa diresti a chi pensa questo sia un lavoro da uomini? A riguardo, questa tua scelta è stata sostenuta dalla tua famiglia?

«Purtroppo il concetto che una donna possa essere affiancata ai motori per le sue competenze e non per il suo corpo è ancora poco accettato e non aiutano di certo le molte ragazze immagine assunte agli eventi del motorsport. Tutte le critiche che ho ricevuto lungo il mio percorso non sono insulti, bensì palesazioni di incredulità. Le più gettonate erano: “sei un’attrice”, “è tutto un fake”, “ti aiuta tuo padre o il tuo fidanzato”.

Devo dire che per il mio punto di vista è un qualcosa di incredibile; le donne hanno ormai dimostrato di poter svolgere qualunque lavoro considerato, precedentemente, prettamente maschile. Eppure il mondo dei motori (come quello del calcio) sono ancora esclusivi, è come se fossero dei tabù, dei circoli privati dove le donne vengono considerate inadatte ed incompetenti a prescindere. La potenza di questo pregiudizio l’ho vissuta io per prima sulla mia pelle; prima di entrare nel mondo dei motori quando i miei amici parlavano di auto io mi giravo dall’altra parte: “che noia, roba da maschi, non fa per me”.

Ora se mi riguardo indietro pensando a quanto sia forte oggi la mia passione per i motori, mi rendo conto che la prima ad avere un pregiudizio nei miei confronti ero proprio io. Acquisire fiducia nelle mie capacità non è stato un percorso immediato come anche la credibilità di chi mi segue che mi sono guadagnata con molta fatica, forse, fatica che un ragazzo della mia età con la stessa passione non avrebbe dovuto investire.

Comunque sono fiera del mio percorso e spero veramente che possa fare la differenza anche solo per una ragazza che magari, vedendo i miei video, possa pensare: “forse questa cosa può piacermi, può fare per me”».

Quale è la cosa che ti gratifica di più di questo lavoro?

«Sicuramente oggi, in un mondo lavorativo così tecnologico, riuscire ad avere un lavoro con un’importante componente manuale è per me un grande traguardo. Ridare vita ad oggetti che sono stati trascurati ma che hanno significato così tanto per una persona, una famiglia ma soprattutto per un intero paese è un’emozione incredibile».

Progetti per il futuro?

«Mi interesso alle auto da pochi anni e sono elettrizzata all’idea di avere ancora così tante cose da scoprire del mondo dei motori. Lo sto ancora esplorando e ogni giorno mi vengono in mente progetti nuovi e strade da percorrere».