La nuova «Resistenza» che combatte il nemico comune

 

Sono vivide le immagini di una Resistenza che decenni fa ha salvato l’Italia dall’occupazione nazifascista e da gesta sconsiderate di dittatori dall’ego smisurato. Nel 2020, a ben 75 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, il mondo vive una condizione di emergenza e di instabilità simile a quella che i nostri predecessori hanno dovuto affrontare durante anni di bombardamenti ed incertezza sociale. Non siamo in trincea, eppure oggi, in questo 25 aprile, viviamo con sfumature ben diverse una “nuova Resistenza”.

Gli esseri umani, che si trovano ad affrontare un periodo molto delicato come quello rappresentato da una guerra mondiale, o come in questo caso una pandemia globale, sviluppano un vero e proprio istinto di sopravvivenza che rende la resistenza un passo necessario ai fini della darwiniana conservazione. Vince chi si adatta, vince chi si evolve, vince chi non soccombe. Nel 2020 la resistenza degli esseri umani ha acquisito nuove sfaccettature. Le situazioni familiari sono diverse da persona a persona e ogni singolo essere umano decide cosa gli è più congeniale per resistere durante una situazione di rischio o pericolo. C’è chi, per forza di cose, non riesce ad adattarsi alla concezione darwiniana dell’evoluzione e rischia di soccombere sotto il peso del pericolo e del cambiamento. E c’è chi mette in campo tutte le sue forze per poter rimanere a galla in una situazione alquanto complicata.

Tramite i social network, nostra fonte primaria di acquisizione di “modalità di resistenza”, vi è stata la possibilità di lanciare un messaggio. Un obiettivo che smuovesse le masse e le coscienze dei singoli ai fini della resistenza endogena al virus. È così che sono partite vere e proprie campagne di sensibilizzazione delle masse sotto l’orda degli hashtag #iorestoacasa #distantimavicini. Abbiamo trasposto tutta la nostra vita su dei portali informatici e sono nate delle problematiche etiche legate alla privacy personale. L’Italia si è impegnata a diffondere la cultura tramite delle piattaforme online, tramite classi virtuali o iniziative web come il Dantedì. Tra una challenge ed un Tiktok il nostro concetto di crescita è fortemente cambiato.

Ci troviamo davanti ad un vero e proprio cambiamento epocale. Abbiamo iniziato a studiare seguendo gli insegnanti tramite una webcam, abbiamo scaricato libri in pdf, abbiamo ordinato materiale e beni di prima necessità con la consegna a domicilio. La nostra Resistenza è partita dal divano di casa nostra: cercando di tenere in alto il morale e di non lasciarci distruggere emotivamente e psicologicamente abbiamo dato vita ad un nuovo vivere. Ci siamo fermati, abbiamo mutato pelle e abbiamo fatto resistenza. Con piccoli o grandi gesti siamo stati parte di una politica veicolata tramite dirette streaming.

Abbiamo alzato la voce contro il MES che dopo lo spread risulta una delle parole più googlate nell’ultimo decennio. Abbiamo detto la nostra, a prescindere da pareri personali, anche politicizzati, abbiamo iniziato a percepire le scelte nazionali e comunitarie come profondamente nostre. È come se avessimo focalizzato nuovamente l’importanza della nostra figura sociale. È come se ci fossimo ripresi il diritto di voto e di espressione. L’abbiamo fatto, a prescindere dai risultati.

Abbiamo creato sfide da condividere con amici lontani, ci siamo formati in piattaforme universitarie rese gratuite. Abbiamo pensato al mercato in un’ottica differente. Ci siamo sentiti italiani nel cantare fuori dal balcone o nell’esprimere il nostro parere nell’unico spazio a nostra disposizione. Al di là di ciò che è il risultato della nostra resistenza, dei nostri pareri, delle nostre scelte, il cambiamento epocale sta nelle azioni che abbiamo messo in campo.

Abbiamo dato vita a una resistenza: ci siamo alzati, seppur dal divano, per iniziare a creare un mondo nuovo con nuove abitudini e nuovi risultati. A prescindere dall’etica delle scelte e a prescindere dalle stesse scelte, le popolazioni si sono risvegliate da un sonno profondo e hanno alzato la voce. Hanno resistito mettendo in atto comportamenti di utilità sociale come il restare a casa o cercare di contenere il contagio tramite il distanziamento sociale. Seppur in maniera diversa, la nostra resistenza oggi viaggia tra i fili di una connessione wifi e rende le nostre espressioni altisonanti. Ci rende protagonisti di un mondo nuovo, di un mondo trasformato dalla resistenza a questo nuovo virus che ha trascinato il mondo intero in una pandemia che ci ha reso tutti uniti contro lo stesso invisibile nemico.