Salvate il soldato Ryan, storia di sopravvivenza

Di Valentino BilleciIl 6 giugno 1944, una data importantissima che vide il rovesciamento definitivo delle sorti della seconda guerra mondiale. L’Operazione “Overlord” fu la più grande invasione anfibia della storia, che permise l’apertura del fronte occidentale europeo come richiesto da Stalin nel 1943 presso la Conferenza di Teheran.

Lo sbarco in Normandia è stato narrato in numerose pellicole cinematografiche nel corso degli anni, ma nessun film come Salvate il soldato Ryan è riuscito a rendere realmente terribile e cruento il secondo conflitto mondiale. Il celebre regista Steven Spielberg aveva già prodotto diversi film ambientati durante la guerra, ma in questo caso decise di creare la rappresentazione di un evento bellico il più vicino possibile alla realtà, influenzato dai racconti del padre che prestò servizio nell’esercito durante la seconda guerra mondiale. La pellicola, oltre a contenere immagini molto realistiche, compie un’ampia riflessione intorno al tema della sopravvivenza.

salvate il soldato ryan

La vita di un uomo vale il sacrificio di otto soldati? In base a cosa viene deciso chi vive e chi muore? Il film non rappresenta solo la lotta al nazismo, ma tenta di spiegare cosa ci porta ad andare avanti giorno per giorno oltre le nostre visioni del giusto e dello sbagliato. Il regista scelse attori come il premio Oscar Tom Hanks (Philadelphia, Forrest Gump), Tom Sizemore e giovani attori oggi molto affermati come Matt Damon e Vin Diesel. La squadra del Capitano Miller viene condotta in un’escalation di tensione costante sino alla fine, lasciando scorrere i 169 minuti di durata della pellicola. 

Salvate il soldato Ryan ricevette 11 nomination agli Accademy Awards nel 1999, vincendo inoltre 5 premi tra cui “Miglior regia” e “Miglior montaggio”. Il film, oltre al forte realismo, ci presenta la nascita dei legami umani all’interno di contesti crudeli e difficili come un conflitto bellico. L’importanza di conoscere le storie delle altre persone ci permette di immedesimarci e comprendere l’immensa differenza dei percorsi delle nostre vite. I componenti del team di recupero rappresentano le speranze e le volontà di ciascuno di noi all’interno di un contesto forzato.

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Tom Sizemore e Matt Damon

La gioia di una madre nel riavere l’ultimo figlio sopravvissuto vale la vita di otto uomini? Perché questo non può essere deciso anche per loro? Se volete trovare delle risposte la visione del film è altamente consigliata, soprattutto per quelle giovani generazioni che non hanno ancora collezionato uno dei più grandi film sulla vita umana. «Non mi importa chi sia questo Ryan… ma se serve a farmi tornare a casa da mia moglie e dai miei figli, questa è la mia missione» (Capitano John Miller).